La navigazione tra Locarno, Milano e Venezia non è più solo un sogno. Chi la dura, la vince!

Il completamento del recupero dell’idrovia che permette la navigazione turistico culturale dalla Svizzera al Mar Adriatico che solo qualche anno fa sembrava un’utopia, appannaggio di pochi sognatori, si sta realizzando con il patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia. Nel simposio svoltosi nella Sala Auditorium di Assimpredil ANCE in via San Maurilio, ne ha parlato l’architetto Empio Malara, storico Presidente dell’Associazione Amici dei Navigli che ha affascinato tutti con il suo entusiasmo, condiviso dal Sindaco di Milano Beppe Sala, desideroso di promuovere una miglior qualità nella vita della sua città e dintorni, all’insegna di sempre più spazio alle piste ciclabili e perché no, alle vie d’acqua. Senza inventare nulla, è bastato guardarsi solo un po’ intorno nelle capitali europee, all’insegna dell’acqua del vicino che è sempre più blu e riscoprire il nostro passato in cui lo straordinario sviluppo della piana lombarda era dovuto  proprio alla sua ricchezza d’acqua e di vie navigabili.  Un passato in realtà non così remoto se si pensa che la copertura dei Navigli a Milano risale al secolo scorso quando, sull’onda del Futurismo e del suo “Un’auto rombante è meglio della Vittoria di Samotrace”, si è dato spazio alla mobilità dei mezzi a motore a discapito di reti di vie d’acqua che invece in Europa hanno continuato ad essere apprezzate e perfezionate. Tanto tempo perso che ora velocemente stiamo recuperando.  Oggi non solo in Lombardia, ma anche a Milano siamo in controtendenza e, all’insegna del vivere in modo più sereno, tranquillo e vero, stiamo rallentando. Non è un filosofo, ma un economista, Elio Borgonovi dell’Università Bocconi, che nel suo esercizio di realismo/fattibilità prevede che in futuro le persone potranno dedicarsi sempre più al senso del bello e alle relazioni tra persone, anche se attraverso collegamenti Internet. Ecco che il recupero del patrimonio artistico, “COMMON GOOD”, è un ottimo investimento. Infatti, “parlando di un’economia sana, ovviamente chi vende armi guadagna di più”,  l’investimento dei 61 milioni di euro che servono al completamento dell’opera (200 milioni di euro sono già stati stanziati e spesi) rientreranno in 8 o 10 anni, considerando che se si porteranno sull’idrovia anche solo 10.000 persone, il canale interno di Vienna ne porta 300.000 all’anno, oltre al biglietto ci sarà l’indotto, battelli, cicloturismo, B&B, artigianato, visite a basiliche, monasteri, castelli. Splendido sarà l’itinerario d’ingresso alle Corti del Rinascimento che farà invidia ai circuiti francesi. Un grande successo è già stato l’investimento di 17 milioni di euro per la realizzazione della darsena cui i Milanesi e non, si sono subito affezionati. Ora, secondo il progetto di Malara, la darsena dovrebbe diventare un vero porto fluviale, con riattivazione e valorizzazione dei Navigli Grande e di Pavia e con la riconnessione a laghi e mare. Un progetto ambizioso con opere complesse, ma possibile, soprattutto quando, come in questo caso si è in tanti a crederci e a volerlo. Non si tratta di un effimero spot da campagna elettorale ma dello sviluppo del territorio che passa attraverso grandi visioni che per fare sistema si devono ancorare a piccole parti esistenti. Le maggiori difficoltà sono concentrate in corrispondenza di Pavia e riguardano varie conche, una scala d’acqua e alcuni ponti. C’è da considerare che quando ci sono conche, tutte sono state già censite , ci sono salti d’acqua che attraverso turbine producono energia elettrica.  Inoltre, il sindaco della città, Massimo De Paoli, sottolinea come la valorizzazione delle vie d’acqua ben sia in sinergia con altri progetti turistico culturali come la Via Francigena con i suoi pellegrini e il birdwatching nell’Olre Po. L’opera più onerosa sembra, comunque, essere la conca di navigazione di 5° classe all’Isola Serafini che, già in fase di ultimazione, permetterà di navigare da Pavia a Venezia. Arrivare al mare via acqua è stato da sempre il grande sogno degli Svizzeri che si sentono particolarmente coinvolti nel progetto dell’architetto/argonauta dei Navigli, anche perché il Ticino, rivendicano, nasce a casa loro, in Svizzera. Grazie anche alla presenza dei piani turistici del Cantone ticinese che “stanno mutando in forma assai radicale” e alla campagna marketing  che, sovvenzionata da un credito straordinario votato dal Gran Consiglio, è volta a generare una sempre maggiore visibilità, si sono impegnati in finanziamenti che si aggiungono ai regionali e agli europei. Già il Piazzale della diga di Pan Perduto vede giungere dalla Svizzera pulman con bici in ben organizzati tours d’elite che, lungo le ciclopiste  costeggianti l’acqua, vanno alla ricerca di ville e gastronomia. 

Con la riapertura dopo mezzo secolo dell’Autostrada Azzurra, com’è chiamato il corridoio fluviale di 580 chilometri dall’Adriatico alla Svizzera, anche il mondo ittico ha nuova vita, sono infatti molte le specie che, attraverso sofisticate strutture e scale di risalita, si spostano dai fiumi, ai laghi, al mare, anguille, storioni, cheppie, cefali, spigole. Per il Po le stime di transito sono di centinaia di migliaia di pesci all’anno e l’impianto di Isola Serafini a circa 300 chilometri dal mare, ne permetterà il monitoraggio.

Si tratta di un’opera storica mondiale, patrimonio da tramandare, non nostalgia per il passato, ma risorsa per il futuro di cui andare fieri.

www.locarnomilanovenezia.com

www.amicideinavigli.it

Testo e foto di Maria Luisa Bonivento