Per quanti hanno una discreta memoria e qualche anno sulle spalle, non può non essere lampante la differenza tra la tanto vituperata Prima Repubblica, e la Seconda(?), Terza (?), Repubblica che avrebbe dovuto riformare il Paese.

Non c’è ormai, nessun stupore se ad ogni tornata elettorale partecipi meno della metà degli aventi diritto.
Già, del resto, i partiti o i movimenti politici rappresentato solamente la “ZTL” della società italiana.
Sono i rappresentanti solo di coloro che sono garantiti a livello economico, sociale; non certo la parte della popolazione, quei cittadini che non hanno nessun “Santo” a cui votarsi (ogni riferimento elettorale è puramente voluto…).
Del resto, lo stupore che potrebbe sorgere per la probabile rielezione di Sergio Mattarella (nonostante il rifiuto più volte manifestato, dal Presidente, nel corso degli ultimi mesi) è senza senso.
E’ senza senso perchè, se un movimento autoproclamatosi “rivoluzionario” godendo di un ampio mandato per porre in essere la difesa dei valori costituzionali e l’eliminazione dei “giochetti della “vecchia politica”, in meno di 4 anni, decida, d’emblèe di passare dalla messa in stato d’ accusa del Presidente della Repubblica, alla fervida volontà, sempre manifestata in queste ore, di rielezione dello stesso Presidente.
Stupore?
Ma no, omologazione nel sistema, con buona pace della prassi costituzionale di un non “rinnovo” per non avere lo stesso inquilino del Colle per quasi 3 lustri.
Se un movimento ex-autonomista, che intrapreso una battaglia decennale per una riforma radicale della forma dello Stato in senso federale, preferisce lo status quo dettato dai quei poteri forti internazionali di cui, a parole, si diceva antagonista.
Stupore ?
Ma no, realpolitik.
Se un movimento o partito con meno del 3 % dei rappresentati riesce a dirigere e guidare la politica italiana in ogni sua forma.
Stupore ?
Ma no, solo abilità politica.
Se il partito con meno esponenti parlamentari, figlio e nipote della compagine politica del più granitico apparato che la storia repubblicana abbia conosciuto, sceglie i presidenti della Repubblica da oltre 3 decenni, e a nominare le più alte cariche istituzionali e amministrative.
Stupore ?
Ma no, solo “la normale prosecuzione” della sua storia e della sua tradizione.
Sarebbe, invece, sorprendente se alle prossime elezioni politiche nazionali o amministrative locali ci fosse una larga partecipazione del corpo elettorale, e un consenso per queste nuove formazioni politiche ma che pongono in essere i soliti, “antiquati”, e sempiterni giochini.
La sceneggiatura a cui abbiamo assistito in questi giorni che ha generato l’ esito finale rappresenta il più vivido status quo, anzi una rappresentazione decisamente peggiore della Prima Repubblica.
Una realtà, espressione dell’abdicazione della politica con la P maiuscola sancita da oltre un decennio con la supremazia delle elite internazionali autrici della globalizzazione selvaggia che gestisce le nostre vite il nostro futuro.
Il popolo elettore, sovrano, sarà in grado di dare un forte segnale agli attuali rappresentanti della ex-politica italica ?
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)