L’appuntamento è in via Sant’Andrea al numero 6, dove il mitico Palazzo Morando apre  le sale dell’ala nuova al primo piano ad un percorso espositivo che illustra il rapporto tra abiti e gioielli nella vita dell’alta moda milanese. Dagli anni Cinquanta ai giorni nostri. 

Affascinante e poetico è l’excursus che per alcuni visitatori si rivela un amarcord e per altri, più giovani, una scoperta ricca di stimoli e fonte d’ispirazione. 

Il viaggio per immagini nella bellezza e nello charme della moda è organizzato dall’Associazione Culturale Stile e Storia, in collaborazione con il Comune di Milano, il Centro Documentazione RCS e le Raccolte Storiche di Palazzo Morando, al cui Museo appartengono diversi abiti in mostra, alcuni donati recentemente da cittadini milanesi.
Prezioso è il patrocinio della RAI che, attraverso il Centro di Produzione TV e in collaborazione con Rai Teche, permette anche ai non addetti ai lavori, di percepire il mutare dello stile di abiti e gioielli nelle cinque decadi trattate, di comprendere come nel tempo siano cambiati simboli e valori sociali, dal boom degli anni ’50, ai rivoluzionari anni ’60, dagli anni di piombo, cioè gli anni ’70, alla spensieratezza degli anni ’80 e al pop degli anni ’90.
Un luccicante fil rouge attraverso la città e i suoi personaggi focalizzato da Mara Cappelletti, ideatrice della mostra e curatrice con Cristina Ongania, mentre l’allestimento, tinto di drammaturgia sottile, è opera di Maurizio Favetta, coadiuvato da Antonio Pio Giovanditto.
All’interno della mostra è proiettato il documentario della regista Barbara Silvello, “Gli stili di Milano”, composto di tre sezioni dai titoli significativi: “La prima della Scala: il glamour del foyer”, “Le sartorie milanesi e la nascita del made in Italy” e “I gioielli di Milano tra tradizione e innovazione”.
Grazie ai monitor distribuiti lungo il percorso espositivo, dopo aver ammirato i preziosi pezzi esposti, i visitatori hanno la possibilità di immergersi nel tempo e nella “realtà aumentata”, seguendo una modella inserita in una scenografia virtuale che richiama il decennio preso in considerazione. Ovviamente non mancano grafiche ricche d’informazioni su tessuti, ricami e gioielli.
Si tratta di ripercorrere anche la storia della città.  
Tipicamente milanese è la relazione personale tra il cliente e la sartoria, tra il cliente e il gioielliere, cioè il modo di confrontarsi per creare pezzi personalizzati, all’insegna della fiducia. Lo stile milanese è, comunque, piuttosto sobrio con qualche eccezione stravagante in occasione della prima della Scala. Anche per quanto riguarda la gioielleria, in realtà abbastanza eterogenea, si può parlare di uno stile pacato, mai sopra le righe o esagerato.
Della Sartoria Mila Schon è l’abito da sera con importante ricamo a motivi geometrici e floreali stilizzati con perle di vetro e strass, indossato dalla giornalista Silvana Bernasconi nel 1971 a Persepoli in occasione del 2500° anniversario della fondazione dell’Impero di Persia.
Del 1968 è il collier a festoni e cuori in oro bianco, diamanti e smeraldi della Collezione Calderoni, mentre di dieci anni più tardi sono le spille sportive della Collezione Damiani. Create con fusione a cera persa e smaltate a mano a caldo, raffigurano giocatori di rugby, baseball e pallacanestro. Del 1987 è l’abito da sera in seta realizzato dalla Sartoria Raffaella Curiel con l’applicazione sul corpino di una scultura di Mario Rossello.

Sempre nell’ambito degli abiti da sera sono il modello in tessuto matelassé damascato avorio e oro, dalla linea a sirena, opera della Sartoria Sabbadini nel 1998, l’abito da sera in seta grigio perla, con cappa in velluto liscio blu della Sartoria Poletti Cicci del 2003 o ancora della Sartoria Sabbadini, l’abito da sera Impero con scollo totale dritto, in pizzo nero e oro su tulle, datato 2005. 
Vero fuoco d’artificio è “Abito Luminoso”, il capo più recente, pensato e realizzato ad hoc per la mostra. Si tratta dell’avveniristico abito in organza bianca smerigliata a mano e fibra ottica, presentato da Federico Sangalli Alta Moda. Un pezzo d’avanguardia che, in un percorso circolare, permette il collegamento tra il recupero di tecniche tradizionali e lo sguardo al futuro.
Tra gli sponsor che vengono da settori diversi e i partner tecnici si annoverano Avenue Milano, Energia Etica, Ethos Lighting, GMDE, Kimiprint, Malegno, Ricoh, Zambaiti Parati e, soprattutto, Poltrona Frau che ha fornito per ogni decade una poltrona storica proveniente dal Museo di Tolentino.

TESTO E FOTO DI MARIA LUISA BONIVENTO