Ieri sera all’ora di cena hanno mostrato nella rubrica “Perle di sport” su Rai Sport 1 la sintesi del derby del 28 ottobre 84 (caspita sono passati più di 30 anni, sembra ieri) quello del gol vittoria di Hateley di testa subissando Collovati.
Osservando le immagini, tralasciando l’emozione che ancora mi suscita rivedere quel gol, alcune osservazioni mi preme farle.
Azione del gol, Baresi che strappa palla sulla trequarti passando poi a Virdis che effettua il cross vincente. 
Ecco l’emblema di cosa fossero i giocatori che indossavano la nostra gloriosa maglia, ma più in generale tutti i calciatori di serie A: animus pugnadi, volontà, abnegazione, voglia di lottare su ogni pallone, esultanza infinita e strabordante dopo il gol , segno di un profondo senso di attaccamento alla maglia e di uno spiccato senso del dovere e dimostrazione di professionalità. 
Sputare sangue anche se si combatteva per un misero 5 posto (accesso in Uefa) su 16 squadre.
E poi un osservazione di tipo sociologico-politico.
Durante il servizio della Domenica Sportiva, servizio effettuato da Franco Zuccalà (giornalista di categoria superiore, un poeta…..) inquadrature delle personalità che si recavano allo stadio per assistere alla partita.
Tra i tanti VIP l’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi.
Premessa, che mi preme fare: 
Craxi, emblema della Prima Repubblica, emblema del malaffare tangentizio della vecchia politica , dei vecchi partiti, deceduto all’estero come latitante, ecc., ebbene inquadrato all’ingresso del cancello come un qualunque altro spettatore con una sola persona di scorta. 
Ecco si ponga attenzione alle immagine che vediamo oggi dei politici più o meno importanti che si recano in un qualunque stadio d’Italia. 
Accessi riservati, 4/5 uomini di scorta, sequela infinita di auto blu che formano un corteo da parata in stile Piazza Rossa durante il Primo Maggio, e tribune più simili ad un salotto di Versailles, aggiungiamo il catering, servizi vari, ecc.
Morale: siamo sicuri che oggi la situazione sociale ed economica generale sia meglio rispetto quel periodo? 
Siamo sicuri che la politica sia meglio del periodo della “Prima Repubblica”?
Infine, soprattutto, rispetto a 30 anni fa che futuro si prospetta?
Che speranza reale abbiamo?
Una risposta a queste banali domande l’avrei, ma non voglio demoralizzare nessuno.
Massimo”old-football”Puricelli
Castellanza(VA)