Telemonitoraggio della pressione arteriosa per valutare i vantaggi del monitoraggio a distanza dell’Ipertensione Arteriosa nei soggetti ipertesi realizzato con dispositivi medici iHealth studio condotto presso l’Università Cattolica di Roma, Policlinico A. Gemelli

  • Avere la pressione alta non significa essere malati ma avere una condizione che può far ammalare se non si prendono provvedimenti. L’ipertensione arteriosa rappresenta il fattore di rischio più importante per le malattie cardiovascolari
  • Il rapido sviluppo di strumenti automatici per l’automisurazione della pressione arteriosa    a domicilio ha coniato il temine di HBPM (Home Blood Pressure Monitoring) che rappresenta una metodica con numerosi vantaggi rispetto alla misurazione in ambiente clinico della pressione arteriosa
  • I dati ottenuti tramite automisurazione vengono memorizzati dall’apparecchio e inviati in tempo reale per via telematica ad un’unita centrale di lettura ospedaliera (telemedicina) ove vengono processati e analizzati assieme ad altri fattori di rischio cardiovascolare (peso corporeo, fumo, diabete, ipercolesterolemia) al fine di monitorizzare il paziente e di  impostare il trattamento terapeutico più adeguato
  • La telemedicina non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto medico-paziente ma la integra per potenzialmente migliorare efficacia, efficienza e appropriatezza.

Presso il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università Cattolica, Policlinico Agostino Gemelli, diretto dal prof. Raffaele Landolfi, è in corso uno Studio sul Telemonitoraggio della pressione arteriosa, condotto dal Direttore del Centro di ipertensione del Policlinico Gemelli, dr Marco Mettimano, per valutare i vantaggi derivanti dal monitoraggio a distanza dell’Ipertensione Arteriosa in soggetti ipertesi, condotto in collaborazione con la società GESI (Gestione Sistemi per l’Informatica di Roma) e iHealth, la linea di dispositivi medici all’avanguardia tecnologica, distribuita in esclusiva in Italia dalla società milanese Gima.

La misurazione della pressione arteriosa, effettuata dal medico con lo sfigmanometro, permane la metodica di riferimento ma occorre cogliere i vantaggi che la tecnologia consente iniziando dalla possibilità di effettuare una diagnosi precoce (un terzo della popolazione non sa essere ipertesa), dal controllo in tempo reale dell’aderenza alla terapia (con eventuale, immediata, correzione terapeutica) sino ad un immediato riscontro medico-paziente per la minore diluizione dei controlli nel tempo Lo studio attuato al Policlinico Gemelli di Roma è realizzato con pazienti affetti da ipertensione arteriosa essenziale, arruolati in sede di visita ambulatoriale presso Il centro ipertensione del Policlinico.

“In Italia l’ipertensione arteriosa è una condizione molto comune, talmente comune che la manifesta un terzo degli over 35enni e il 60% di coloro che superano i 65 anni; non esiste distinzione tra sessi, se non in età giovanile quando più rilevante è la percentuale maschile” – afferma il prof. Raffaele Landolfi. “A rigore non si può definire una malattia ma gli effetti che produce sul sistema arterioso e sugli organi vitali quali cuore, cervello, retina e vasi periferici, la fanno assurgere al grado di malattia. Nel 95% dei casi le cause rimangono ignote, per questo parliamo di Ipertensione idiopatica ed essenziale; una corrente di pensiero trasforma questo aggettivo in ‘esistenziale’ per porre maggiormente l’attenzione sulle caratteristiche psicologiche e degli stili di vita che ne influenzano la comparsa e che ogni famiglia condivide” – spiega il professore. “Il nostro studio conferma che l’utilizzo di strumenti telematici e di un sistema informatico evoluto facilita una maggiore interazione tra medico e paziente migliorando la vigilanza clinica ed il supporto assistenziale con conseguente maggiore tempestività ed appropriatezza delle cure. La telemedicina, superato l’eventuale scoglio psicologico nei confronti della tecnologia che si avverte sia nei pazienti che nei medici, costituisce una reale semplificazione e farà compiere importanti passi avanti soprattutto a favore dei soggetti affetti da patologie croniche (diabete, infezioni polmonari, ecc.) il cui monitoraggio a distanza può offrire notevoli vantaggi” – conclude il prof. Landolfi.

“E’ cambiato il rapporto tra Ospedale e paziente” spiega il dr Marco Mettimano. “Il cittadino affetto da patologie croniche non è più costretto a recarsi dal medico o in ospedale ma, grazie alla telemedicina, può procedere dopo avere effettuato l’automisurazione della pressione arteriosa HBPM ed inviare i suoi dati per via telematica ad un’unità centrale che, dopo attenta lettura, provvede alla teleassistenza garantendo un monitoraggio continuo e, se necessario, provvedendo a una riformulazione farmacologica.

La tecnica di misurazione pressoria HBPM, che non deve dare mai adito a “nevrosi” da automisurazione nè tantomeno a decisioni terapeutiche non concordate con il proprio  medico, presenta numerosi vantaggi, tra cui: l’assenza dell’“effetto da camice bianco”, la possibilità di numerose misurazioni nel tempo assieme alla facilità di utilizzo e al basso costo.

Le categorie di pazienti che più degli altri possono trarre vantaggio da questa metodica sono gli anziani, le donne in gravidanza o in menopausa, i pazienti diabetici e, come già detto, assieme ai pazienti affetti da ipertensione da camice bianco, quelli affetti da “ipertensione mascherata”, condizione meno rara di quanto si possa pensare, in cui all’esatto opposto dell’ipertensione da camice bianco, l’ipertensione è normale in ambiente medico ma alta nelle misurazioni domiciliari.

L’automisurazione pressoria, come dimostrano recenti studi clinici, correla meglio con il danno d’organo cardiaco e cerebrale e produce innumerevoli vantaggi pratici: maggiore consapevolezza della propria malattia, migliore aderenza alla terapia, migliore qualità di vita e, infine, assieme ad uno snellimento delle strutture centrali, un notevole risparmio per il SSN.

Il rapido evolversi del quadro epidemiologico a livello nazionale, ove le malattie croniche e degenerative stanno sostituendo per volume ed importanza le malattie acute e infettive assieme ai processi tecnologici, stanno conducendo ad una radicale modifica dei progetti assistenziali; in un prossimo futuro alcune tecnologie considerate complesse perche basate su apparecchiature ad alto costo avranno probabilmente una diffusione di massa  e saranno gestite a casa direttamente dai pazienti

Il nostro studio, che rappresenta uno dei primi progetti di questo tipo, ci suggerisce di amplificare l’uso della telemedicina, come ’arma in più a favore della salute delle persone” – conclude il dr Mettimano.

GESI (Gestione Sistemi per l’Informatica), società romana con la ‘mission’ centrata sul paziente e sull’insieme del suo percorso assistenziale, promuove la collaborazione fra centri ospedalieri e organismi territoriali per la continuità, sinergia ed appropriatezza del processo di cura, facilitando l’interazione diretta tra cittadino e medico di base.

“Da anni partner del Policlinico Gemelli di Roma, siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione del professor Landolfi e della sua équipe il nostro know how per condurre uno studio innovativo che riguarda una condizione – l’ipertensione arteriosa – che coinvolge molti nostri connazionali” – afferma l’ing. Fabrizio M. Ferrara, Direttore Generale di GESI. “Promuovere studi per testare come la telemedicina sia un’arma in più a disposizione di tutti e, in particolare, di quelle persone (donne in gravidanza, in menopausa, anziani, malati cronici, ecc.)che possono disporre di un controllo medico costante senza essere costrette ad allontanarsi da casa, a sottoporsi a file estenuanti, è senz’altro la soluzione migliore per amplificare l’importanza di questa nuova metodica di cura che, è bene ribadirlo, si affianca alla medicina tradizionale senza sostituirla, facilitando la continuità del percorso assistenziale e riducendo i costi per il Sistema Sanitario Nazionale. Per sottolineare il contatto che la telemedicina consente di mantenere fra il medico ed il paziente abbiamo chiamato il nostro sistema di monitoraggio HealthKIT: “Keep In Touch”. Ovviamente, sia i nostri sistemi informatici che i dispositivi iHealth rispondono agli standard, sono a norma di legge e convalidati a livello nazionale ed internazionale”, conclude l’ing. Ferrara.

iHealth, la nuova linea di dispositivi wireless, dotati di tecnologia avanzatissima con bluetooth incorporato, convalidati a livello nazionale e a norma di legge, distribuita in esclusiva in Italia da Gima, ha consentito di realizzare questo studio fondamentale per la prevenzione e la salute dei cittadini, mettendo i suoi strumenti a disposizione di medici e pazienti.

Per conoscere i prodotti iHealth, www.ihealthlabs.com