Cambiano le abitudini e non potrebbe essere altrimenti, dopo un 2020 indimenticabile. Il Covid-19 ha stravolto le logiche di una vita che ora si fa fatica a ricordare.

I punti di aggregazione giovanile si sono spostati, l’assembramento è virtuale, gli aperitivi un ricordo. Mentre in tutto ciò si cerca di ripartire, l’infografica elaborata da questo sito aiuta a capire cosa dicono i numeri e in particolare quali sono gli effetti tangibili di un anno passato h24 su internet e vissuto interamente in una dimensione virtuale.
La quarantena ha ovviamente giocato un ruolo decisivo. Internet è da anni considerato il miglior abbattitore di barriere e frontiere, ma resta comunque un luogo troppo ampio per un mondo, in particolare quello dei giovani, forse ancora troppo piccolo per navigarvici. Che uso si è fatto del web, in particolare in età adolescenziale? Le stime lanciano dati preoccupanti.
I dati confermano un raddoppio del tempo medio trascorso da una persona online. Aumento esponenziale e vertiginoso che però non ha visto un corrispettivo intervento di regolamentazione delle piattaforme. In un campione analizzato di ragazzi tra i 12 e i 16 anni è emerso che il 22% del totale è praticamente connesso tutto il giorno su internet. Certo, la didattica a distanza e tutte le polemiche che ne sono conseguite ha dato un grosso contributo, ma non è solo dad. Vertiginosi i dati sulla connessione sui social network, rea peraltro di aver diminuito la soglia di attenzione di questa generazione Z a sette secondi. A rischiare è soprattutto lo stato psicofisico di una persona. Ma non finisce qui.
In un mondo che si fa sempre più fatica a regolamentare, è emerso che il 15% del campione analizzato ha vissuto episodi spiacevoli sul web. Il 35% ha denunciato fenomeni di cyberbullismo, il 15% di revenge porn, l’8% tentati adescamenti online. Se si considera l’età adolescenziale il revenge porn è forse la più drammatica conseguenza dello smodato utilizzo del web. Spazio anche all’intrattenimento, dalle console ai casinò online, ormai di largo consumo.

C’è peraltro un social, Discord, che è il leader delle chat vocali nelle sessioni di gioco e un software capace di massimizzare gli effetti della gamification. Tra i social spopola Facebook tra la popolazione più adulta ed anche qui non mancano gruppi e aggregazioni virtuali che si interrogano e chiedono informazioni sulle cose più disparate, dalle notizie al gioco del poker. E le app di messaggistica come Whatsapp, sempre più utilizzato.
Ottimi score anche per Instagram, ormai social di punta di casa Facebook. Bene anche TikTok, apprezzato da un 55% del campione. Un mondo sempre più vasto e in perenne cambiamento, non esente però da pericoli su cui sarebbe bene fare educazione digitale sana e precisa…