Vanitas Mundi (Una danza macabra fra ironia, glamour, gotico e kitsch), la mostra di gioielli, oggetti, arredi, dipinti e suggestioni che Giovanni Raspini porterà in giro per l’Europa nei prossimi mesi. Primo appuntamento nelle splendide sale di Palazzo Visconti in Milano, proprio nei pressi del negozio Giovanni Raspini di corso Monforte, con inaugurazione giovedì 16 novembre 2017. La mostra, allestita con la collaborazione dello scenografo e design Piero Figura, sarà corredata dal catalogo omonimo, arricchito dal testo introduttivo del critico Philippe Daverio.

Vanitas: un tema macabro, polveroso, spettrale? Neanche per sogno, visto che per l’argentiere toscano il “memento mori” diventa motivo per celebrare la vita, per cantare gli anni felici e spensierati proprio attraverso la metafora artistica e naturale della morte. Così il ghigno del teschio diventa un sorriso ironico e le ombre diventano luce. Un teschio riletto in chiave Pop, in chiave Rock, all’insegna del glamour neogotico contemporaneo. Ecco collane fatte di serpi, orecchini scheletrici, sedie con gli scorpioni, mini-vanitas composite, specchi allegorici, vassoi ricchi di scarafaggi e candelabri coi pipistrelli. Simboli dell’eternità come le tartarughe, i vermi e le conchiglie accostati a sentinelle dell’effimero quali i fiori secchi, le ragnatele o le farfalle.

In estrema sintesi, cioè, si porrà al visitatore della mostra Vanitas mundi un bouquet di ispirazioni che partono da elementi simbolici, scaramantici, apotropaici e surreali per giungere puntuali a quello che è il piatto forte di Giovanni Raspini: il modellato plastico, la scultura in cera che diventa argento o bronzo, con decori e inserimenti in pietra, corallo, cera, legno o plastica. E per fare ciò, Giovanni Raspini si avvarrà anche della collaborazione artistica di alcuni artisti che daranno ognuno un’interpretazione del tema secondo il proprio gusto, stile e sensibilità.

Molti, naturalmente, i riferimenti alle wunderkammer, ai Naturalia et Mirabilia, alle nature morte fiamminghe e alle scenografie barocche. E non potrebbe essere diverso. “Vanità delle vanità, tutto è vanità”, recita l’Ecclesiaste.

“Cerchiamo la meraviglia, la bellezza e la vita”, risponde Giovanni Raspini.

Sic transit Vanitas Mundi.