Tiroide, fecondazione e gravidanza: un nesso da non sottovalutare. Ipotiroidismo prima malattia in gravidanza

Salute della tiroide e gravidanza è un binomio che deve essere ben valutato prima di concepire una nuova vita, sia in modo naturale che con fecondazione medicalmente assistita. Si apre con queste tematiche l’8^ Congresso Associazione Italiana della Tiroide (AIT) organizzato dal Prof. Paolo Beck-Peccoz, Presidente AIT e Direttore dell’UO di Endocrinologia e Diabetologia presso Fondazione Policlinico IRCCS, Milano che si svolge nell’Ateneo milanese di via Festa del Perdono dal 27 al 29 novembre.

“In gravidanza, spiega Stefano Palomba, Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia, Ospedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia, l’ipotiroidismo è la malattia più frequente e la tiroide ha un ruolo essenziale nel garantire la fertilità: gli ormoni tiroidei contribuiscono al normale sviluppo delle prime fasi della vita. Le fasi immediatamente successive al concepimento sono anch’esse influenzate dagli ormoni tiroidei materni che garantiscono la complessa serie di eventi fisiologici necessari al proseguimento della gravidanza. Infine, nei primi tre mesi di gravidanza è la tiroide della madre che lavora anche per il feto poiché esso sviluppa la sua tiroide solo intorno alla 12^ settimana”.

“Maggiore è il grado di ipotiroidismo, maggiore è la difficoltà di concepimento e maggiore è il rischio di aborto spontaneo, afferma Roberto Negro, UO Endocrinologia, Presidio Ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce, e questo riguarda tanto le gravidanze naturali che quelle indotte con fecondazione medicalmente assistita. Si è osservato che il 10% delle donne che affrontano una fecondazione assistita, ha una tiroidite di Hashimoto che rischia di diventare ipotiroidismo a seguito della terapia per la stimolazione ovarica. Nelle pazienti che devono affrontare una fecondazione medicalmente assistita, il range del valore del TSH, il parametro clinico che indica il malfunzionamento della tiroide, è molto ristretto (0.5-1,5). Questo comporta la necessità di assumere l’ormone sintetico della tiroide che presenta minori variabilità e un assorbimento costante, per poter arrivare al target terapeutico il più precisamente e velocemente possibile. Le nuove formulazioni di levotiroxina liquida e capsule molli che presentano un più rapido e agevole assorbimento gastrointestinale senza essere influenzate da altri fattori come ad esempio l’intolleranza al lattosio e la celiachia possono essere la risposta a questa esigenza” conclude l’endocrinologo.