Numeri, cifre, percentuali, riscontrati negli ultimi giorni della campagna elettorale per le elezioni amministrative in Emilia Romagna, aggiunti a quelli rinvenuti stamani a spogli quasi completati.

Oggi, spread BTP/Bund 144, 10% meno rispetto venerdì. FTSE Mib + 1,11

Venti euro in più in busta paga per 16 milioni di lavoratori (maggiorazione del taglio cuneo fiscale) decretati la scorsa settimana dall’esecutivo nazionale.
Eliminazione di quota 100 e riforma pensioni avvantaggiando chi esce più tardi dal mondo del lavoro e raggiunge i 67 anni di età (la cosiddetta Terza via dell’ex presidente INPS , T. Boeri).
Finanziamento a COOP e ONG per istruzione e formazione per i migranti (circa 15 milioni di euro previsti).
500 euro per il bonus giovani per i prossimi due anni.
Ecco quali sono i dati reali che spiegano la vittoria di Bonaccini e della coalizione di centro sinistra in Emilia Romagna.
Una corroborante iniezione di vitalità per l’ideologia progressista, comunista, globalista, europeista, internazionalista che vive uno stato di precaria salute.
Un “Gerovital” che pochi vorranno indicare come la componente preponderante di questa vittoria.
Si potrà solamente udire e leggere, i peana del “buon governo da oltre 50 anni in regione, da 70 nei maggiori centri urbani, da un ottimo sistema sinergico che comprende il mondo delle cooperative, degli uffici pubblici, delle ong, degli enti parastatali, delle aziende partecipate, delle istituzioni locali.
Logicamente e ineludibimente non potrà mancare l’osanna mediatico per il nuovo marketing di stampo prodiano denominato movimento delle Sardine (una rinfrescata del vecchio Ulivo, del vecchio popolo viola, della vecchia Unione, del mai morto PCI).
Il redivivo Fronte popolare del 1948, esulta per aver fermato l’avanzata della destra reazionaria, razzista, becera, troglodita; è stato evitato il serio pericolo per la democrazia del Paese.
La prova del nove per lo scampato pericolo lo si evince, stamani, osservando le espressioni dei volti di tutti i giornalisti e conduttori televisivi diversamente di sinistra (in tutte le varie declinazioni).
Emerge dal fronte dei media, Serena Bortone conduttrice di Agorà.
Con postura, intonazione, ed espressione del volto, sfoggia un scenetta ironica con cui si rivolge ai suoi ospiti, chiedendo cosa fosse successo nella nottata e se si fosse votato in Emilia Romagna.
Per un attimo, per quel tono di voce e per il beffardo sorriso, la sua enunciazione sembrava mutuata dagli “sfottò” di stampo tifoso-pallonaro che catapultava l’ utente sintonizzato su Rai 3 in un qualunque “bar sport”, il lunedì mattina, tra gli avventori di diverse fedi calcistiche che consumano la colazione, commentando le gesta delle loro squadre.
MI scuserà la letterata giornalista di Rai 3, se quella sua movenza e quelle sue parole l’abbiano degradata all’odioso sport popolare considerato da certa sinistra l’oppio dei popoli. 
Ma da quell’oppio dei popoli, si può metaforicamente attendere l’esito finale del “campionato della politica italiana” (le elezioni nazionali).
Il derby regionale della via Emilia è stato ad appannaggio della compagine di casa, sempre invischiata nella lotta per non retrocedere.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)