Il Museo d’Arte della Svizzera italiana, in collaborazione con il Central Museum di Utrecht, dedica un’ampia esposizione monografica a Craigie Horsfield, artista britannico che dagli Anni Ottanta conduce una straordinaria indagine sulla natura stessa dell’immagine fotografica. Nato a Cambridge nel 1949,  nel 1968 si è iscritto alla prestigiosa Saint Martin’s School of Art di Londra per dedicarsi, inizialmente, alla pittura ed adottare, poi, un approccio interdisciplinare, che tuttora contraddistingue il suo lavoro.

La struttura narrativa della mostra si sviluppa in sezioni tematiche incentrate su opere emblematiche, sovente lavori monumentali come i maestosi arazzi dedicati alla scena apocalittica di Ground Zero o al Golfo di Napoli in un’ambigua visione notturna.
Il pubblico potrà ammirare i ritratti, nature morte, anche alcuni momenti dedicate alla vita quotidiana, riti e tradizioni popolari, oltre a temi e generi diversi rappresentati con tecniche innovative che tendono a stemperare i limiti fra le varie discipline artistiche.
Per quanto concerne la fotografia, infatti, costituisce solo uno dei molteplici tasselli che si sovrappongono nella sua produzione artistica: a partire da un negativo, o da un fotogramma, Horsfield produce opere di grande formato eseguite con tecniche sorprendenti e disparate quali arazzi e affreschi.
La carriera di Craigie Horsfield, sin dall’inizio coltiva un profondo interesse per il suono e la musica, una passione che si riflette nella struttura della rassegna, articolata come i movimenti di una composizione musicale. Vicino agli arazzi, agli affreschi e alle stampe, il percorso espositivo include un’installazione sonora composta e mixata dall’artista in collaborazione con Reinier Rietveld appositamente per lo spazio espositivo del MASI. L’elemento sonoro, in dialogo con le altre opere e insieme ad esse, contribuisce all’elaborazione di nuovi e specifici significati.
In mostra anche una serie di ritratti inediti realizzati a Lugano dall’artista per questa circostanza  per l’esposizione del MASI. La cosa che stupisce maggiormente in codeste immagini è l’esplorazione dei processi mediante i quali cerchiamo di comprenderci l’un l’altro e di esistere insieme. Al tempo stesso queste opere l’unicità delle persone che collaborano con l’artista e la loro singolare e unica esistenza  nel presente, riconosciuta nell’attenzione dello spettatore, attraverso il raccoglimento, la sensibilità e l’empatia.
La  mostra è in programma fino al 2 luglio 2017, curata da Marco Franciolli, direttore MASI Lugano, con Edwin Jacobs, ex-direttore del Central Museum di Utrecht ed ora direttore del Dortmunder U-Zentrum fur Kunst und Kreativitat, Dortmund, e da Charlotte Schepke, direttrice della galleria Large Glass di Londra.

Sede: LAC Lugano Arte e Cultura. Piazza Bernardino Luini 6 – Lugano

Giuseppe Lippoli