Albrecht Dürer è il “padre nobile” del pensiero grafico, colui che ha saputo innalzare il disegno e l’incisione ad espressione artistica non più ancella della pittura, ma pienamente libera e autonoma.

Lo riconosceva lo stesso Max Klinger: “Un’opera grafica di Dürer non si riferisce né a un quadro replicato, né traduce sensazioni di colore in forme estranee alla tecnica adottata […] È compiuta in se stessa e definitiva, priva solo di quanto l’idea, eternamente inarrivabile, rifiuta alle possibilità di ogni artista”.
Un genio inquieto, un talento dell’arte nordica fatalmente attratto dall’arte rinascimentale italiana e insolitamente disposto alla ricerca teorica e scientifica. Dürer, come Leonardo, era un ricercatore universale, continuamente ansioso di produrre cose nuove; aveva, come diceva Carl Gustav Carus, “un anelito incessante verso una perfezione irraggiungibile e un’acuta coscienza di problemi insolubili”.
Per Dürer l’arte incisoria fu il mezzo ideale per trasmettere una nuova iconografia, sacra o profana, un modo modernissimo per dialogare con il proprio tempo, con la contemporaneità di quel Rinascimento che era caratterizzato dall’avventura del sapere.
La mostra si pone come un invito ad incontrare le diverse anime di Dürer, sia come uomo che come artista.
La critica lo ha definito ora un umanista, ora un gotico, ora un artigiano ora un teorico; la verità è che non è possibile separare le sue singole anime, era tutto questo insieme. Egli aveva in sé l’eterna contraddizione che contraddistingue i più grandi artisti.
Il ricchissimo percorso espositivo conta oltre 120 opere grafiche provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private italiane, tra cui i più noti capolavori dell’artista come il ciclo dell’Apocalisse, il Sant’Eustachio, il San Girolamo nello studio e il Cavaliere, la Morte e il Diavolo.
La mostra avrà il suo punto focale in quell’enigmatico capolavoro che è la Melanconia, un’opera pregna di intellettualismo fin quasi all’esoterismo, che cela un vero e proprio autoritratto spirituale dell’artista, giunto alla melanconica presa di coscienza che un approccio razionale all’arte e al mondo non può che dare risposte insufficienti.
Inoltre dal 14 dicembre 2019 al 7 febbraio 2020 il museo ospiterà un eccezionale e attesissimo ritorno, quello della Madonna del Patrocinio di Albrecht Dürer, un vero capolavoro pittorico che dopo 50 anni torna dalla Fondazione Magnani Rocca (PR) alla sede dove si trovava custodita fino al 1969, ovvero l’ex monastero delle suore Clarisse Cappuccine di Bagnacavallo, oggi il Museo Civico delle Cappuccine.

Orari mostra:
martedì e mercoledì, 15.00-18.00;
giovedì, 10.00-12.00 e 15.00-18.00;
da venerdì a domenica, 10.00-12.00 e 15.00-19.00.
Chiuso il lunedì e i post-festivi.
Aperture serali straordinarie fino alle 23.30 dal 26 al 29 settembre.
Ingresso gratuito.
Museo Civico delle Cappuccine

via Vittorio Veneto 1/a Bagnacavallo (RA)
www.museocivicobagnacavallo.it
Visite guidate per gruppi: fino a 15 persone € 40 / fino a 30 persone € 60.
Per info e prenotazioni:
0545/280911
centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it

Albrecht Dürer
IL PRIVILEGIO DELL’INQUIETUDINE
21.09.2019 > 19.01.2020
a cura di Diego Galizzi e Patrizia Foglia
Museo Civico delle Cappuccine 
Bagnacavallo (Ravenna)
Un’occasione da non perdere per gli amanti e appassionati dell’arte dell’incisione.