L’artista Aldo Mondino, nato a Torino nel 1938 dove è morto nel 2005. Adesso, a dieci anni dalla sua scomparsa viene inaugurata una mostra personale dal titolo: “Tappeti e Quadrettature”, presso la storica Galleria Tega di Milano, in programma fino al 12 febbraio 2016.
Uno degli artisti più interessanti e creativi della sua generazione, atipico e anticonformista per l’epoca. Mondino anticipa i temi di un’arte globale e trasversale.
Nel 1959 si trasferisce a Parigi dove frequenta l’atelier di William Heyter, in seguito, a partire dagli anni ’60, elabora l’ispirazione surrealista mediante il gioco di parole, il nonsense, il calembour. Nel frattempo “studia” la Pop Art soffermandosi soprattutto sull’aspetto più concettuale e freddo, fino a entrare in relazione con l’Arte Povera, partecipando alla storica mostra Con/templ’/azione (Torino, 1967).
In questo periodo, Mondino incomincia a realizzare una serie di Quadrettature, che rappresenta un ciclo già maturo; l’impianto di questi lavori riguarda il ricorso a immagini banali, molto semplici, facilmente ripetibili che chiamano in causa un modo di “fare arte” ingenuo e scolastico; l’altro, ripercorre l’uso del foglio quadrettato che si rifà ai tentativi, talora maldestri, di dare ordine a un disegno per bambini.
Secondo lo stesso Mondino, le Quadrettature significano abbandonare il Surrealismo e ispirarsi a soggetti esistenti, ritrovare la mia infanzia da pittore e riproporla da adulto”.
Per quanto concerne i Tappeti, che appartengono agli Anni Novanta, un soggetto su cui Mondino ha lavorato nella fase tarda della sua carriera. Non si può certamente definirli dipinti, ma piuttosto pitture-oggetto sovrapposte in composizioni a parete, dai colori vivaci ed eseguiti su eraclite, un materiale industriale utilizzato nell’edilizia. Non a caso si parla di “orientalismo” in questo ciclo di opere dell’artista torinese.
La sua visione dell’Oriente non è nostalgica ma divertita e affascinata e gli permette di superare quei confini, seppur labili nel suo caso in quanto ad apertura mentale, che l’uomo occidentale convinto della propria supremazia culturale e autoimpone.
La rassegna è accompagnata da un volume, con due testi di Luca Beatrice, le immagini di tutte le opere in mostra e la riproduzione di una serie di altri lavori, di cui tappeti e quadrettature.
Nel mese di gennaio del 2006, viene costituito l’Archivio di Aldo Mondino, con sede a Milano in Via Giannone,6, dove svolge attività di ricerca sulla vita e le opere dell’artista. A tal fine, l’Archivio raccoglie ogni informazione relativa al suo operato ai fini dell’organizzazione del catalogo ragionato.
Le sue opere appartengono alle collezioni permanenti dei più importanti musei nazionali ed internazionali ed a numerose collezioni private.
Giuseppe Lippoli