Si è svolta presso l’Università Bocconi la presentazione “Il settore alberghiero: presentazione del rapporto Hotels & Chains 2017” elaborato da Horwath HTL e STR Global con Associazione Italiana Confindustria Alberghi .

In un’aula gremita di operatori del settore e studenti del Master in Economia del Turismo (MET) si sono evidenziati i principali trend che caratterizzano il settore del turismo con focus da un lato sul contesto internazionale e dall’altro sulle peculiarità del sistema Italia.
Nell’introduzione ai lavori Magda Antonioli, Direttrice Master in Economia del Turismo Università Bocconi e Giorgio Palmucci (nella foto), Presidente Confindustria Alberghi, hanno evidenziato gli scenari che hanno caratterizzato gli ultimi anni con un focus da un lato sull’importanza della sinergia con l’industria culturale e artistica come volano di crescita dall’altro sulla necessità di rispondere con maggiore competitività e produttività alla nuova domanda che a livello mondiale investe il settore.
La presentazione dei dati conferma da un lato l’elevata frammentazione dell’offerta turistica, infatti l’Italia, con i suoi 33 mila hotel, è il terzo paese per numero di strutture dopo Regno Unito e Germania, la prima per numero totale di camere (1,1 milioni), ma è quello dove la penetrazione delle catene è minore: in Italia solo il 4,2% degli alberghi è di catena, contro il 28% della Spagna, il 20,8% della Francia, il 16% del UK e il 14,5% della Germania.
Ad oggi, gli hotel di catena in Italia sono 1.401 e hanno una capacità media di 106 camere, contro le 33 della media alberghiera nazionale, con una netta prevalenza fra le strutture di fascia alta: sono di catena, infatti, il 48,6% delle camere a 5 stelle esistenti in Italia, il 31,2% di quelle a 4 stelle e il 5,4% di quelle a 3 stelle.
I dati presentati in termini di specializzazione di prodotto e capacità attrattiva sui turisti stranieri evidenziano una perdita di peso del modello della proprietà rispetto a quello delle catene e questo non perché il piccolo non sia bello ma per capacità di portare rinnovamento sia in termini strutturali sia in termini di capacità manageriali e di riposizionamento.
Proprio perché la richiesta del Bel Paese è sempre rilevante, si assiste ad un sempre maggiore interesse d’investimenti stranieri sul territorio con un aumento del 38% dei brand presenti da 148 a 204 negli ultimi 3 anni ed una maggiore capacità da parte dei brand internazionali di rispondere alle richieste dei nuovi mercati.
Molto interessante la tavola rotonda “Strategie e implicazioni sul mercato italiano” che ha seguito le presentazioni del team Horwath HTL (James Chappell, Zoran Bacic e Giorgio Ribaudo) grazie alla presenza degli attori principali di tutto il panorama Hotel Chains e dei maggiori investitori e fondi presenti sul territorio nazionale.
Ha introdotto il dibattito Giacomo Morri, docente Master in Economia del Turismo Università Bocconi, per sottolineare la necessità di distinguere l’immobile (location) dalla capacità gestionale in modo da scardinare il binomio proprietà-gestione che a causa del passaggio generazionale o a causa della bassa redditività ha impedito alle strutture alberghiere di adeguare l’offerta.
Efficienza, partnership gestionale, organizzazione centrale, attenzione alla catena del valore (marginalità), forza del Brand per fidelizzare il cliente, sono state le parole ricorrenti negli interventi degli ospiti:
Chema Basterrechea, CEO NH Hotels; Alessandro Belli, Head of Tourism Real Estate CDP Investimenti Sgr; Domenico Bilotta, Managing Director INVESTIRE Sgr; Luca Boccato, CEO HNH Hotels & Resorts; Francesco Brunetti, Milan Area Managing Director Marriott International; Enzo Casati, Direttore generale Starhotels; Luca Giacomelli, Amministratore delegato Serenissima Sgr; Renzo Iorio, Amministratore delegato Accor Hotels Italia, Grecia, Israele, Malta;
Gianluca Santi
Direttore generale Immobiliare e Società diversificate Unipol Gruppo Finanziario; Giampiero Schiavo, Amministratore delegato Castello Sgr.
Concludo con evidenziare un generale ottimismo a dispetto dell’instabile contesto economico che si può sintetizzare con le parole di Giorgio Palmucci “Yes, We Can” che rivendica il ruolo centrale che finalmente l’Italia ha nel panorama degli investimenti internazionali nel settore alberghiero grazie ai molteplici sforzi fatti negli ultimi anni.

Monica Basile