Anche di primo mattino sono anni che le emittenti televisive trasmettono talk-show di stampo politico, soprattutto le tv locali.
Una pioniera di quel format fu Telelombardia con il programma Buongiorno Lombardia, in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9 condotto da Giorgia Colombo con “l’assistenza musicale” di Vito Elia.
Un programma ormai decennale, un contenitore di cronaca e politica che vede in studio ospiti politici di tutto l’arco costituzionale, soprattutto esponenti delle istituzioni locali.
Un programma in cui sono previste telefonate da parte dei telespettatori che possono esprimere opinioni, fare domande agli ospiti, segnalare fatti e avvenimenti.
Questo è il format consueto che anche altre emittenti locali hanno adottato da molti anni con un discreto successo in fatto di audience.
In virtù dell’importanza dei dati di ascolto, da qualche mese, il “compagno di trasmissione” di Giorgia Colombo, Stefano Golfari fu defenestrato dalla co-conduzione perchè inviso alla maggior parte dei telespettatori in ragione della sua ideologia filo governativa e filo Europa che manifestava tenacemente ingaggiando interminabili, consuete, accese discussioni con gli ospiti di parte politica avversa e con i telespettatori che intervenivano telefonicamente.
Evidentemente tali diatribe avevano fatto calare vistosamente l’audience, ed ecco che il “renziano ed europeista” Golfari è stato retrocesso alla conduzione delle trasmissioni di filo diretto sul canale Milanow (emittente minore sempre del gruppo facente parte Telelombardia, Mediapason) oltre a diventare anchorman del TG della sera.
L’audience e l’indice di gradimento imperano, non c’è dubbio, tuttavia trovo difficile comprendere come si possa gradire l’attuale conduzione del programma di Telelombardia.
Non riesco a trovare una minima ragione, un barlume di logica per seguire per circa due ore un talk che è stato trasformato in un programma di intrattenimento musicale, di celie e risate, una “balera catodica”, una “Festa in Piazza al cantar del gallo” (trasmissione sempre del gruppo Mediapason di balli canzoni, e tradizioni popolari in onda durante il week-end).
Nulla da eccepire per quel tipo di trasmissioni e di luoghi, seppur non sia un cultore e un amante di quel genere di intrattenimento, ma l’accostamento tra il “serio e il faceto” è una sorta di insensibile manifestazione per i problemi gravi sui quali si basano le argomentazioni trattate dal programma.
In due ore di trasmissione la prorompente Giorgia Colombo, che, evidentemente, non sufficientemente soddisfatta del suo programma di canzoni popolari e balli del martedì sera (Sota el ciel de Lombardia), trova “laqualunque” per cantare famose canzoni rielaborate su tematiche di cronaca facendosi accompagnare con il suono della chitarra del mite Vito Elia.
Un vero e proprio cabaret dove la conduttrice trova la sua maggiore esaltazione cercando di coinvolgere anche i politici e gli ospiti presenti in studio.    

Nell’imbarazzo mal celato alcuni politici, pur di far trasparire il loro “lato popolare”, la loro appartenenza alla “gente comune” si uniscono al circo musicale.

Si dirà che una certa sdrammatizzazione dei gravi problemi che attanagliano migliaia di famiglie sia un buon viatico per affrontare la giornata.

Se è pur vero, secondo la vulgata, che i politici di oggi sono meno sei dei clowns e che nella vita il buonumore sia fondamentale, sussiste sempre un limite oltre al quale il rispetto per certe tematiche viene meno.

Soprattutto se lo spazio concesso alle telefonate è così misero e troncato senza se e senza ma, con veemente e intransigente piglio della “giunonica” Colombo che giudica cosa sia interessante, importante oppure se sia una quisquilia, a differenza dei suoi amati strimpelli a cui non vi sono limiti.
E sì, l’audience impera e purtroppo è anche un chiaro indicatore di come sia basso il livello della nostra tv, di quale gusto (orrendi) prediliga la platea televisiva.
A seguire la “nuova” Buongiorno Lombardia, sembrerà strano, ma avverto la mancanza di Stefano Golfari, del suo “estremismo governativo”, del suo oltranzismo che lo portava a scontri infiniti con i telespettatori.
Sarà che la massima volteriana della libera espressione (seppur nuove ricerche non attribuiscono più al filosofo francese la celebre frase: “non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo” è un caposaldo a cui mi ispiro, ma anche la massima popolare che ci insegna di “scherzare coi fanti e di lasciar stare i santi” si addice bene al quel genere di trasmissioni in cui i drammi quotidiani di migliaia di persone e famiglie dovrebbero avere un maggior rispetto.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)