Il salotto del vino dedicato alle eccellenze torna anche quest’anno dal 4 all’8 novembre nella sua cornice d’elezione con le montagne a fare da sfondo allo scenario. Un’edizione importante dato che rappresenta quella dei 25 anni, dove a lato delle 300 aziende italiane e oltre 100 internazionali invitate ci saranno Le eccellenze della Culinaria, a cui per la prima volta sono stati assegnati i Merano Culinaria Award, la GourmetArena for Professional only, bio&dynamica rassegna dedicata ai vini naturali, biologici e biodinamici, il cammeo dell’Union des Grands Crus des Bordeaux e a chiudere Catwalk Champagne. Questi sono gli eventi più rapresentativi di un Festival che si conferma polo di attrazione ogni anno per numerosissimi operatori, sommelier e appassionati, sia italiani che stranieri, che frequentano le sale del Kurhaus, l’edificio stile liberty che ospita il Festival. Tutte le etichette presenti sono state accuratamente selezionate da Helmuth Köcher, che si definisce WineHunter, e dalle sue commissioni di assaggio conferendo a ogni azienda un punteggio per due vini pari e/o superiore agli 86/100 punti. “L’entusiasmo di arricchire anno dopo anno il programma – afferma Köcher, ecclettico e pragmatico patron – mi porta ad aggiungere sempre un tassello nuovo alla ricerca della qualità. Il mio desiderio è di raccontare la tradizione vinicola nazionale unita a uno sguardo attento e sensibile verso le aziende emergenti e i temi attuali, ai produttori internazionali dove oltre 60 realtà permetteranno di fare un viaggio virtuale dal centro America, alla Francia e alla Mitteleuropa per poi arrivare in Romania. Ma l’essenza del Merano WineFestival, ciò che lo rende davvero unico, è un’abitudine che si conserva inalterata da 25 anni: un calice per ogni visitatore, un banchetto per ogni produttore e una selezione accurata dei vini in degustazione. Agli eventi di settore, infatti, nonostante la presenza di produttori blasonati, raramente c’è l’occasione di assaggiare le bottiglie più esclusive e rappresentative dell’azienda. Il Merano WineFestival ha cambiato questo paradigma, mettendo al centro della scena prima di tutto e soprattutto il vino”. Per chi desidererà viaggiare nel tempo, lunedì 7 novembre, presso i tavoli di degustazione, verranno proposte le vecchie annate dei vini selezionati nel 2016. Non solo ai professionisti, ma a tutti i foodies, è rivolta la proposta di showcooking da sabato 5 a lunedì 7 novembre: Merano Wine Chef’s Challenge – Cooking Farm, creata in collaborazione con Le Tenute di Genacricola, è la sfida culinaria tra giovani chef stellati e rappresentanti dell’Associazione Contadine dell’Alto Adige. Il tutto illuminato dall’abbinamento con i vini delle Tenute di Genagricola.

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Il 4 novembre aprirà bio&dynamica con una proposta arricchita da un centinaio di aziende italiane green con 30 presenze dall’estero.
Chiediamo a Luca D’Attoma enologo e proprietario della cantina Duemani, un suo punto di vista sulle definizioni, su cosa rappresenta per lui essere un produttore biodinamico.
“Sono molto critico sull’uso di definizioni spesso generiche su vini biologici, naturali, veri che per me creano confusione e non rendono chiaro il concetto del vino ottenuto seguendo i principi di una sana agricoltura. Vini prodotti da agricoltura biologica e/o biodinamica, ritengo sia il modo più appropriato per definirli e differenziarli dalla produzione convenzionale”.
Proseguendo poi “Nella mia esperienza da produttore con l’azienda Duemani ho iniziato con la biodinamica fin dalla preparazione dei suoli su cui piantare il vigneto, proprio perché volevo approfondire un mondo per me fino ad allora sconosciuto e trovare una strada più stimolante per produrre vini originali e particolarmente apprezzabili. Nell’agricoltura biodinamica c’è l’interazione tra uomo, cosmo e terra; non si utilizzano prodotti di sintesi bensì metodi atti a rendere i suoli vitali e le piante forti e resistenti. Le uve derivanti da questi vigneti racchiudono l’essenza della terra e ciò favorisce la produzione di un vino originale, dove l’intervento dell’uomo è minimo”.
Non mancheranno anche quest’anno, nel corso di tre giorni, le Charity Wine Masterclasses guidate da relatori d’eccezione. Il ricavato sarà devoluto al Gruppo Missionario di Merano per finanziare progetti nel Benin. Qualche anticipazione.

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Sarà possibile approfondire la conoscenza di alcuni territori e produttori come quello della DOP Tullum abruzzese, di Le Macchiole di Bolgheri ma anche dell’umbro di Arnaldo Caprai, di Tua Rita con il cru Giusto di Notri e della selezione di aglianico Terra D’Eclano prodotto da Luigi Moio di Quintodecimo. Ci saranno anche i vini dei produttori Duemani di Luca D’Attoma, dei cru di Tenuta di Trinoro e Passopisciaro, l’azienda sull’Etna di Andrea Franchetti. In programma anche la degustazione dei vini di 16 Chateaux dell’Union des Grands Crus de Bordeaux – la più prestigiosa associazione di produttori di Bordeaux –, scoprire la qualità dei vini sloveni di Marjan Simcic e dell’austriaco di Domäne Wachau. Ma non solo si terrà il confronto tra Sangiovese e Sagrantino 2010, proposta dal Gruppo Matura, l’imperdibile degustazione delle bollicine di montagna dell’Istituto Trentodoc e la verticale di Pinot Nero altoatesino di Hofstätter. Si scrive “Charity Wine Masterclasses” e si legge “Approfondire il mondo del vino e fare del bene”.

Per info www.meranowinefestival.com

di Giuseppe Arena