[dropcap]C[/dropcap]entinaia di migranti provenienti dal continente africano sono accampati da due anni a Ventimiglia cittadina della riviera ligure, ultimo lembo di terra italica prima di entrare in territorio francese.
Migranti, meglio clandestini, da oltre 12 mesi in attesa di varcare il confine per “cercar fortuna” in terra gallica.
Ma l’eclatante situazione a Ventimiglia è solo uno dei casi che investono tante città, più o meno grandi, disseminate lungo lo Stivale.
Sì, perchè, la “distribuzione” prevista dal Prefetto Morcone, con alle spalle una lunga carriera politica e amministrativa (fu capo segreteria dell’ex ministro degli Interni Mancino nel 1992, Prima Repubblica…..), rappresentante del centrosinistra da oltre due decenni, ora responsabile per il Ministero degli Interni del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione (tenete a mente questa definizione, sarà utile capire cosa sia il nostro Paese oggi) ha coinvolto centinaia di comuni che ospitano migliaia di migranti richiedenti asilo in varie strutture pubbliche e private al costo di 41 euro al giorno che lo Stato verserà alle organizzazioni che si occupano dell’accoglienza e della gestione dei “sedicenti profughi”.
Denaro, per una parte proveniente dai Fondi Europei, ma che, comunque, hanno come comune denominatore le cospicue tasse che i cittadini italiani versano annualmente nelle casse dell’erario.
Una cifra enorme su cui si dovrebbe imbastire un’ approfondita discussione e disamina per risolvere l’annoso problema della spesa pubblica italiana visto che ai 704 miliardi incassati ogni anno (secondo i dati della CGIA di Mestre nell’anno 2014) non corrispondono adeguati e decenti servizi.
Ma la precipua drammatica situazione da risolvere, riguarda la presenza dei migranti/clandestini in tante località turistiche italiane.
Il nostro disastrato Paese, ormai in profonda recessione da anni, possiede come una delle ultime peculiarità positive il turismo.
L’ Italia è un museo a cielo aperto; gli scenari alpini, lacustri, marini; gli scorci paesaggistici, il patrimonio forestale, il patrimonio floreale e faunistico, non ha eguali al mondo.
In questi ultimi anni il settore del turismo ha incrementato il fatturato (secondo l’OMT + 4,4 %  con 4 milioni di arrivi in più) , grazie al numero sempre maggiore di visitatori stranieri (ma anche i nostri connazionali) che hanno scelto come meta delle loro vacanze il nostro Paese, avendo escluso nei loro itinerari altre nazioni colpite dal terrorismo, dalla guerra civile, da situazioni geo-politiche gravi e pericolose.
Ma, come da tradizione, questo “tesoro”, in nostro possesso non siamo capaci di valorizzarlo pienamente, ed ora corriamo il rischio di depauperarlo e svilirlo, con grave danno per la nostra disastrata e traballante economia.
Riassumendo.
A Como stazionano da mesi circa 450 migranti che tentano vanamente di oltrepassare il confine con la Svizzera, per poi proseguire il loro viaggio verso Germania, Francia, Olanda e Paesi Scandinavi.
Le autorità della Confederatio Helvetica, irremovibili, rispediscono al “mittente” ogni persona priva di documenti validi.
Così, da oltre due mesi nella città lariana, già sfregiata dall’incredibile vicenda delle paratie sul lungolago e con l’edificazione dell’orrendo muro che obnubila lo splendido panorama lacustre costellato dalle vette prealpine che disegnano la sinuosa riva, si è formato un accampamento in stile “Sabra e Chatila” davanti la stazione ferroviaria di S.Giovanni, con condizioni igienico-sanitarie precarie (solo qualche giorno fa è stato allestito un presidio sanitario fisso), e con le vie del centro storico invase da disperati che “ciabattano” lungo i vicoli.

Il rischio ormai imminente è quello che Como si trasformi in una nuova Calais, città sulla costa normanna della Francia dove migliaia di migranti per mesi hanno vissuto in condizioni disumane cercando di attraversare la Manica con ogni mezzo e sbarcare in Gran Bretagna attratti dal welfare albionico che garantiva assistenza e sussidi a iosa. 

E’ immaginabile quale siano le conseguenze di questa devastante situazione in ambito turistico.
Il Daily-Mail, giornale britannico, associa la vicenda dei profughi con la zona che una volta veniva frequentata dal jet-set internazionale (Clooney su tutti, che risiedeva nei mesi estivi presso villa Oleandra a Laglio).
E’ facilmente prevedibile che questa “negativa pubblicità” sortirà l’effetto di depennare la zona Lariana dai programmi e dalle loro brochure dei maggiori tour-operators stranieri, creando una ancora più profonda stagnazione dell’economia locale già pesantemente colpita dalla crisi del settore serico e del tessile in generale (lo scorso anno fu elaborato un progetto per la riqualificazione dell’area della ex Ticosa, ma ancora oggi nessuna opera iniziata, e il degrado della zona continua…..).
La “dicotomia” tra il problema migranti/profughi/clandestini e il turismo non riguarda solo Como o Ventimiglia, ma decine di altre località sparse per tutto il Paese.
A Bormio (SO) rinomata cittadina della Valtellina, sede di campionati mondiali di sci alpino, sono ospitati in un albergo centrale decine di migranti che trascorrono il loro tempo frequentando gratuitamente la vicina stazione termale.
Stessa situazione anche a Tabiano (PR) località di antica tradizione termale distante pochi chilometri da Salsomaggiore, dove a fronte di 588 residenti, alloggiano nelle strutture alberghiere ben 117 migranti (il 20% della popolazione).
Stesso refrain sull’ Abetone, con tanto di manifestazione di protesta degli “ospiti stranieri” per paura di dover lasciare il nostro Paese dopo che un migrante ha minacciato, armato di coltello, un dipendente della strutture residenziali.
Ma anche Rossano , Pescara, Montesilvano, Treviso, Nova Marghera, Quartu, Reggio Emilia (dove ci fu la cosiddetta rivolta dei maccheroni, gli “ospiti” non gradivano la razione di pasta quotidiana…), Pietrasanta, Ferrara, e potrei continuare all’infinito, l’elenco degli oltre 8 mila comuni italiani.
Ovviamente non sono solo le piccole località turistiche e non, ad essere invase dai sedicenti profughi (è d’uopo ricordare che oltre il 60% delle domande di asilo viene respinta -fonte Ministero degli Interni e di questi solo il 5 % possiede lo stato di profugo; poi ci sono altre forme di status esistenti solo in Italia, pazzesco….) , ma anche le metropoli come Milano e la capitale Roma.
Milano, ormai al collasso, in questi giorni sorgono bivacchi inumani in varie zona della città, come il piazzale antistante la stazione Centrale, o l’hub di via Sammartini (capienza 100 posti siamo oltre i 400), la palestra di via Aldini, la zona di Porta Venezia, ecc., con il sindaco Sala (Mister Expo) che prevede l’allestimento di centinaia di tende per far fronte ad una situazione ormai fuori limite.
La città dell’Expo è ormai diventata profugopoli e l’ incremento turistico ottenuto con l’evento mondiale dello scorso anno sarà distrutto dal caos biblico di questi mesi.
A Roma, in pieno centro vicino al cimitero monumentale del Verano sorge una tendopoli abusiva dove hanno trovato riparo decine di migranti/clandestini dove sono stati installati solamente 4 bagni chimici, con i liquami che scorrono a cielo aperto lungo le strade e con i topi che scorrazzano tra le montagne di rifiuti. Così come altre zone centrali e periferiche.
Ottima cartolina per la capitale italiana che si candida ad ospitare i giochi olimpici del 2024 (chissà se tra 8 anni ci sarà ancora la tendopoli in pieno centro ?), e ottima promozione turistica per una città che è l’emblema della storia millenaria della civiltà umana, ma che si attesta, solamente, al 14° posto della classifica tra le città più visitate al mondo (è prevedibile un sostanziale declassamento……).

Morale: promozione turistica lacunosa, per non definirla inesistente, soppiantata dal facile business che accomuna albergatori ormai prossimi al fallimento che salvano le loro attività decotte tramite i sussidi dello Stato.

Un escamotage deleterio che sta creando un danno di immagine all’intero comparto, i cui effetti li vedremo molto presto.
Il turismo in Italia, tanto per ricordare alcuni dati macroeconomici, rappresenta il 10,2 % del PIL, 167,5 miliardi, occupazione apri a 2.609.000 unità, incidenza sull’occupazione italiana pari all’ 11,6 %.
Una miniera d’oro che stanno distruggendo.
Una miniera d’oro che stanno riconvertendo in miniera di pirite.
Ho il timore che la nostra Nazione si trasformi in un nuovo Libano, stile anni 80, allorché il Paese mediorientale, era una perla turistica, la “Svizzera del Mediterraneo”.
La sua capitale, Beirut veniva accostata a Montecarlo, per la frequentazione di attori, registi, industriali di mezzo mondo.
La Repubblica dei Cedri era il simbolo del benessere, della “dolce vita”, del jet set internazionale, dei “giochi politici” tra le potenze mondiali.
Poi con l’arrivo di migliaia di profughi palestinesi dalla vicina Giordania, il dorato Libano si trasformò in un girone infernale, dove si formò uno stato nello stato e si scatenò una sanguinosa guerra civile di stampo religioso tra arabi (varie fazioni) e cristiano maroniti, con l’ influenza sempre più marcata dei vari stati confinanti (Siria, Israele, Giordania, ecc.) che devastarono il Paese, lasciando solo macerie e terrorismo, che neppure l’intervento dell’ONU (rimane indelebile l’opera umanitaria dei soldati italiani guidati dal generale Angioni) riuscì a fermare.

A distanza di oltre 30 anni, ancora oggi, il Libano è una polveriera e le forze pacificatrici dell’ONU sono ancora presenti in forza (centinaia quelli italiani).

Questo futuro a tinte fosche, i nostri amministratori del Governo centrale, sono in grado di evitarlo ?
Sono in grado di comprendere, quali rischi stiamo correndo ?
Oppure continueranno supinamente a prostrarsi ai diktat e ai voleri di sua “Maestà” “l’ Impero UE” ?
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)