I consigli degli esperti che mettono in guardia i seguaci delle diete low carb
Arrivano sempre più no verso le diete iperproteiche e che annullano completamente l’apporto di carboidrati. Un fenomeno nato in America negli anni Settanta ed esploso negli anni Duemila che (lo dimostra una ricerca Doxa commissionata da AIDEPI) non ha nessuna presa sul Paese della Dieta Mediterranea

Gli esperti mettono in guardia da queste diete e ne sconsigliano l’utilizzo soprattutto per periodi prolungati, nuocendo alla salute. In America poi si è arrivati a una vera e propria fobia verso i carboidrati e chi segue queste diete viene associato al termine coniato ad hoc “carbophobia” che porta a demonizzare tutto ciò che deriva da grano e cereali.
L’errore sta nel presupposto che carboidrato sia sinonimo di obesità, quando invece gli errori alimentari, soprattutto negli USA, sono legati più ai condimenti ricchi ed eccessivi così come le porzioni esagerate. Mai eliminare, ma ridurre… in questo modo si riuscirebbe sicuramente meglio a raggiungere i propri obiettivi.
In Italia però il problema non si pone e infatti solo il 5% degli italiani conosce queste diete mentre un bassissimo 2% le ha anche provate:  1 su 3 ha desistito da questo insolito esperimento low carb, deluso dai risultati o incapace di abbandonare pane e pasta (gli alimenti preferiti nel nostro Paese). Il che, va detto, è esattamente quello che è successo in America: dove il 42% degli Americani ha ammesso di aver abbandonato le varie diete low carb proprio perché non riuscivano a dire no alla pasta.
Al di là del fatto che se ne parla molto, soprattutto sui media, e in particolare televisione, e che i libri che le lanciano e raccontano diventano spesso dei bestseller, l’impressione era che pochi italiani scegliessero poi questi regimi alimentari dovendosi mettere a dieta.
Una ricerca Doxa per AIDEPI rileva che il 90% degli italiani ama la pasta e non ci rinuncia, nemmeno se a dieta. A confermare che si può dimagrire in salute anche mangiando pasta, sono alcuni dei più importanti pastai italiani: Paolo Barilla (Presidente AIDEPI), Riccardo Felicetti (Presidente International Pasta Organization e Ad Pastificio Felicetti), Massimo Menna (Ad Pasta Garofalo) e esperti nutrizionisti come Nicola Sorrentino e Luca Piretta.
Il 90% degli italiani ama la pasta e il 53% non ci rinuncia, nemmeno se a dieta. Ecco perché, come rivela una ricerca Doxa per AIDEPI, le diete low-carb, nate negli USA e poi diffusesi a macchia d’olio in Europa, non sono riuscite a sedurre gli italiani, per cui l’unica dieta ideale è quella mediterranea (72%). La pasta non provoca picchi glicemici, soprattutto se cotta al dente e abbinata a sughi vegetali…
Toglieteci tutto ma non la pasta. Gli italiani, anche a dieta, non rinunciano ai carboidrati, che sono la colonna portante dell’alimentazione mediterranea. Lo rivela una ricerca Doxa (1000 casi rappresentativi della popolazione italiana) commissionata da AIDEPI  ̶  Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane  ̶  dal titolo “Diete low-carb: cosa ne pensano gli italiani”, che per la prima volta ha cercato di fare chiarezza sul reale impatto di queste diete nel nostro Paese. Si scopre così che solo il 5% degli italiani ne ha sentito parlare, al di là del clamore mediatico suscitato da questi regimi dietetici, che da oltre 30 anni  promettono dimagrimenti “lampo”, demonizzando tutto ciò che deriva da grano e cereali. E nonostante queste diete abbiano come testimonial personaggi famosi del mondo dello spettacolo, soltanto il 2% dei nostri connazionali ha dichiarato di averne seguita una.
Molto bassa (18%) è anche la percentuale di chi si dimostra interessato a seguirla in futuro, per lo più uomini che vivono in piccoli paesi del Centro e del Sud Italia. Di coloro poi che hanno sperimentato una delle tre diete low-carb più famose (nell’ordine: Zona, Dukan e Paleolitica), 1 su 3 si è dichiarato insoddisfatto, la metà perché non riusciva a fare a meno di pane e pasta e il resto perché non otteneva i risultati sperati.
La dieta ideale resta, per il 72% degli italiani, quella Mediterranea, basata sui carboidrati di pane e pasta. La dieta iperproteica è considerata valida solo dall’11% del campione, mentre il 17% afferma di preferire quella vegetariana o addirittura vegana.
Se queste diete non fanno breccia in Italia è perché il 70% della popolazione le considera “un controsenso nel Paese della Dieta Mediterranea”, tanto che il 57% è convinto che non le seguirà mai.  Per il 53% degli italiani, infatti, è impossibile rinunciare alla pasta e al pane (45%). Alla pasta non sanno dire di “no” soprattutto gli uomini under 24, nativi dei piccoli centri del Mezzogiorno e delle isole. Per il 90% degli italiani la pasta non solo è buona, ma fa anche bene alla salute.

“La pasta resta uno dei capisaldi della nostra identità nazionale – afferma Paolo Barilla, Presidente di AIDEPI-. Oltre ad essere il piatto preferito dalla stragrande maggioranza degli italiani, è sempre più amata anche all’estero, compresi gli Stati Uniti. Alcuni dati dovrebbero far riflettere: in Italia mangiamo in media circa 25 chili di pasta all’anno, tre volte più degli americani. Eppure il tasso di obesità tra gli adulti d’oltreoceano è intorno al 30%, tre volte quello italiano. Non è quindi la pasta a far ingrassare!”.

L’equivoco principale? La pasta non provoca picchi glicemici…

La principale accusa rivolta ai carboidrati da tutte le diete a base proteica, è di provocare picchi glicemici responsabili di una risposta sempre meno efficace all’insulina, favorendo malattie come diabete e obesità. Si tratta di un equivoco basato sulla differenza – esistente ma mai espressa – tra carboidrati semplici e complessi. Ma non è esatto.
I carboidrati complessi, a lento assorbimento, provocano un più graduale innalzamento della glicemia e contribuiscono a creare una sensazione di sazietà (che equivale a un indice glicemico basso).
Per fare degli esempi concreti, appartengono a questo gruppo la pasta cotta al dente, gli ortaggi e la frutta, tutti con indice glicemico (IG) al di sotto di 55.
L’indicazione della cottura al dente (come da nostra cultura) è fondamentale, visto che la cottura prolungata, attraverso una maggiore liberazione dell’amido, rende più rapida la digestione e più alto il picco glicemico postprandiale.
D’altra parte il controllo glicemico è favorito anche da un’alimentazione ad alto contenuto di carboidrati e fibre (più di 30 grammi di fibre al giorno e almeno il 50% idrosolubili).
In questo caso i cibi più ricchi di fibre sono: frutta, legumi, avena (fonti di fibre solubili); alimenti a base di cereali integrali, crusca di frumento e verdure (fonti di fibre insolubili).

Tutta la verità sulla pasta, alla base della Piramide Alimentare e della Dieta Mediterranea

La pasta è una componente chiave della Dieta Mediterranea, dichiarata patrimonio immateriale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2011, in quanto è il modello alimentare che conferisce maggiori benefici per la salute, al punto da rendere gli italiani il popolo più longevo d’Europa.
E come indicato nella nota Piramide alimentare, i carboidrati ne rappresentano la base. Il palese insuccesso delle diete low-carb negli USA testimonia che non sono i carboidrati, tantomeno quelli complessi come la pasta, ad essere responsabili dell’obesità, bensì le calorie in eccesso. In un’epoca infatti in cui sono in aumento, in tutto il mondo, l’obesità e il diabete la pasta e altri alimenti a basso indice glicemico  potrebbero contribuire al controllo della glicemia e del peso, specialmente per chi ha qualche chilo di troppo. La pasta, poi, rappresenta una scelta nutrizionale valida per ogni fascia sociale, grazie alla sua accessibilità economica che va a sfatare un falso mito, ovvero che i cibi più sani siano quelli più costosi. Ma la pasta è così amata nel mondo soprattutto per la sua convivialità e versatilità, grazie alla capacità di abbinarsi a molteplici ingredienti, tipici di altrettanto svariati paesi e nazioni.
AIDEPI, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, le cui aziende iscritte coprono complessivamente circa l’80% del mercato,rappresenta non solo un gruppo di produttori ma anche cultura del gusto e tradizione italiana. AIDEPI difende la tradizione italiana della Pasta, tutelando gli interessi degli associati a livello nazionale e internazionale.
La campagna We Love Pasta nasce per promuovere la cultura della Pasta, simbolo del Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo, e della dieta mediterranea, considerata patrimonio immateriale dell’Umanità.