Una serie di emendamenti al decreto cosiddetto “Ominibus” ha accelerato i “tagli alla spesa sanitari”.
In poche parole sono previsti tagli alle prestazioni specialistiche non “necessarie” .
A ciascuna patologia verrà stilata una lista degli esami “appropriati” alla quale si dovrà attenere pedissequamente il medico di base.
In caso contrario dovrà pagare di tasca propria.
L’intenzione del legislatore è quella di evitare spese non necessarie per la cosiddetta “medicina difensiva” , comportamento tenuto dai medici di famiglia per evitare di incorrere in cause giudiziarie per mala-sanità.
La realtà è ben diversa.
Sebbene la spesa sanitaria in Italia sia esorbitante, le ragioni non sono semplicemente riconducibili alle inutili prescrizioni (che sussistono e debbono essere eliminate), ma da un clientelismo radicato ovunque, presente da decenni, soprattutto in certe realtà che tutti conosciamo, e da una corruzione dilagante;dalla mancata adozione dei costi standard per gli acquisti del materiale e dei servizi; ecc.
A confutare tale incredibile e assurdo provvedimento governativo esiste uno studio da parte dell’ OCSE-HEALTH AT A GLANCE del 2012 (che strano non tutti i “consigli” proposti dalle Istituzione Europee vengono applicati pedissequamente con tanto di ammenda se non rispettati!), che indicava come l’Italia era il fanalino di coda in materia sanitaria per quanto concerne la prevenzione.
Infatti gli investimenti in attività di prevenzione sanitaria ammontavano solo allo 0,5% della spesa complessiva e che ogni euro speso in prevenzione ne frutta 3 ogni dieci anni; in pratica allineandosi alla media EU si risparmierebbero 8 miliardi di euro in meno di un decennio. Insomma, meglio prevenire che curare come tutti ben conoscono.
Evidentemente, però, il vero scopo del decreto è ben altro.
Lo scopo è il sospetto che alberga in molti cittadini e che verrà confermato a breve.
Si vuole abbattere la sanità pubblica e costringere il cittadino a sottoscrivere assicurazioni private in stile USA arrivando a realizzare un duplice risultato: enormi introiti per le imprese assicuratrici che sono sempre più sull’orlo del fallimento, (con questo decreto vedrebbero risanati i propri bilanci) e mancata assistenza, o comunque limitata assistenza per coloro che non hanno le possibilità economiche per pagarsi una polizza assicurativa.
Una situazione molto simile a ciò che sta accadendo in Grecia.
Che coincidenza, vero?
Grecia con un debito pubblico elevato, sanità pubblica allo sbando, ecco che “la Trimurti europea” costringe il governo a tagli indiscriminati nel settore sanitario dove le persone incapienti e prive di assicurazione privata non possono accedere agli ospedali o usufruire dei medicinali “salvavita” a prezzi ridotti.
In un rapporto della rivista medica inglese “The Lancet”  pubblicato un anno e mezzo fa (febbraio 2104) sono state elencate le cifre riguardo il tasso di mortalità nel periodo successivo all’introduzione dei tagli chiesti (pardon imposti) dalla UE.
43% in più di mortalità infantile, 20% in più di bambini nati sottopeso, crescita esponenziale delle infezioni per la scarsa fornitura di siringhe e profilattici (!!!!). Ma non è tutto.
I diabetici, per fare un esempio, debbono scegliere se acquistare insulina o cibo. Vi è , poi, un aumento di casi di malaria e altre malattie endemiche per la mancanza di serie disinfestazioni, oltre un aggravamento delle condizioni cliniche dei malati cronici, ecc.
Sempre secondo l’autorevole rivista britannica, la drammatica situazione greca rischia di crearsi anche in Italia visto la situazione dei nostri conti in materia sanitaria.
A distanza di un anno e mezzo, ecco che arriva “il decretone” che impone nel nostro Paese le stesse condizioni capestro vissute in Grecia.
Di cosa ci vogliamo meravigliare, visto che il nostro governo è succube, prono, suddito, schiavo dei voleri degli aguzzini europei ?
Si potrà obiettare che noi non abbiamo altra scelta, che “se lo dice l’Europa, allora è giusto (neanche fosse un messaggio della Beata Vergine Maria durante le sue storiche apparizioni nel secolo scorso………), ecc., ecc.”.
E no, perchè quando queste imposizioni furono dettate all’Islanda, il piccolo paese nordico rifiutò tali diktat e il popolo sovranamente (ormai è completamente scomparso questo fondamentale valore- il potere appartiene al popolo e non a qualche boiardo trans nazionale) decise per altre misure, tanto che gli indici sanitari rimasero inalterati sia in fatto di qualità sia in fatto di benessere.
Rabbrividisco quando vengo a conoscenza di certi provvedimenti, e ancor di più rabbrividisco allorchè vengono spacciati per necessari, giusti, equi, provvidenziali.
Mi permetto di consigliare al ministro della sanità , pardon della Salute come viene chiamato da qualche anno (bella presa per i fondelli…..) di controllare meglio l’operato dei medici.
La paura, il timore di essere oggetti di una vertenza legale per mala-sanità è reale e purtroppo molto comune. 
Per ovviare e evitare tali drammi, perchè di veri e propri drammi si tratta, drammi che sconvolgono la vita non solo del paziente ma anche dei suoi famigliari (conosco bene questo dramma avendolo vissuto nella mia famiglia), si deve riformare in toto la sanità.
Lo Stato, da parte sua deve sgravarla di burocrazie inutili e costose riportando il medico nella condizione di svolgere la professione secondo i canoni classici in cui vi sia al centro il paziente e le sue problematiche.
Dall’altra si deve creare una sorta di filtraggio per far sì che coloro che svolgono tale professione la svolgano in maniera scrupolosa e “sentita”. 
Perchè la professione medica è una professione difficile e delicata.
Anzi più che una professione è una missione dove il senso di responsabilità e la sensibilità dovrebbero essere le colonne portanti a cui ispirarsi.
Se a tutto questo aggiungiamo l’ingordigia, il cinismo, la crudeltà della “dittatura europea”, allora di Ippocrate e del suo giuramento saranno solo nozioni storiche vetuste che si leggeranno nei libri impolverati reperibili in qualche scaffale di qualche biblioteca. 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)