È andato tutto bene (Tout s’est bien passé), il nuovo film di François Ozon, presentato in Concorso all’ultimo Festival di Cannes, uscirà al cinema il 13 gennaio.

Con Sophie Marceau e André Dussollier è tratto dal bellissimo libro di Emmanuèle Bernheim, edito in Italia da Giulio Einaudi Editore, in cui la Bernheim racconta la propria storia con il padre che le ha chiesto di aiutarlo a morire.
Un film dai toni drammatici, che è come un pugno nello stomaco, perchè ci mette di fronte alle difficoltà che si possono incontrare nei rapporti familiari e al momento saliente e angoscioso della morte.
Affrontando il tema del fine vita e del suicidio assistito, ci fa capire che i problemi irrisolti in famiglia sono nodi che vengono al pettine e che spesso si sciolgono di fronte al passaggio supremo, quando le questioni terrene perdono il loro significato, stemperandosi nel nulla.
Ozon rispetta la concisione della sua scrittura, lo spazio del silenzio e dei non detti, per rappresentare un fin di vita singolare. Certo, lo sono tutte le dipartite ma quella di André è definita da due frasi: “papà mi ha chiesto di aiutarlo a morire” ed “è andato tutto bene”.
Maestro nel trattamento delle norme sociali e delle disfunzioni familiari, Ozon affronta il tema del suicidio assistito con un cast sofisticato che interpreta il quotidiano concreto del paziente e dei suoi cari.