INTERVISTA A LAURA GALVANO  Ideatrice pel progetto “Piazzetta Sicilia” all’Expo 2015

 

Quale significato ha attribuito Lei al tema di Expo Milano 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”?

Il tema promosso da Expo Milano 2015 è straordinario per una molteplicità di aspetti: il diritto di tutti di accedere al cibo, all’acqua e ad un nutrimento sano; la tutela e sulla salvaguardia delle biodiversità del pianeta; l’utilizzo consapevole delle risorse e la messa a punto di nuove fonti di energia rinnovabili e sostenibili. Gli obiettivi strategici da raggiungere per la salvezza del nostro ecosistema sono di grande rilevanza e, in particolare, l’aspetto etico della nutrizione risulta essere una grande scommessa per l’umanità. La terra non può più reggere lo sfruttamento incontrollato delle sue risorse e, consapevoli che non esistano altre strade, ci impone il nostro rispetto.

Pensando alla Sicilia, cosa l’ha spinta a proporre il suo progetto?

Partecipare ad una kermesse come Expo è una occasione straordinaria e se poi è l’Italia il paese ospitante diventa un’occasione da non perdere per dare un personale contributo. Volevo che la Sicilia, attraverso il progetto, consegnasse ai visitatori di Expo un’immagine ricca, elegante, raffinata, e contemporanea. La Sicilia è un museo da qualunque angolatura la si osservi, dal paesaggio al mare, dall’archeologia al barocco, ci sono testimonianze di 18 dominazioni, ma tanto ha avuto inizio dalla dominazione greca, perciò ho voluto, in linea con il concept di EXPO, fin dalle prime mosse, allestire uno spazio capace di unire con un filo d’Arianna, il passato e il presente, la storia e la modernità dell’isola. Ho pensato perciò che solamente gli Acroliti di Morgandina, Dee delle messi, potevano racchiudere tutta la storia dell’isola con il loro messaggio culturale che rimanda si all’abbondanza, ma soprattutto vuole indirizzare verso la ricerca di una migliore qualità della vita, quella qualità che un tempo era legata alla buona terra, ai sapori antichi e alla bontà del cibo. Sono questi tutti gli elementi che hanno conferito alla cucina siciliana il titolo di “eccellente”.

Quando, come e perché ha pensato alle dee?

Fin da subito, poiché le due dee di Morgantina, nel loro splendore, sono tra le opere del mondo ellenico che forse più di altre meritano di essere celebrate. Entrambe, infatti, emanano un magnetismo che difficilmente altre opere dello stesso periodo riescono a trasmettere. Demetra e Kore sono l’incarnazione di un concetto assoluto, che unisce lo spirito e la ragione. Il loro sorriso è l’evidenza di una solenne tranquillità interiore; la natura che esse rappresentano è madre benigna, genitrice di frutti e dispensatrice di prosperità, esprime al meglio la pacificazione tra uomo e natura. A guardare dunque le dee di Morgantina non vediamo solo due opere d’arte, ma il mondo ellenico in esse riflesso.

Il concetto di bello che veniva espresso nell’arte ellenica era intimamente legato al concetto di natura, e la natura nel mondo ellenico era divinizzata, sacra ed inviolabile.

Nel caso degli Acroliti di Morgantina il concetto di bello è espresso attraverso la rappresentazione stessa di quella natura sacra ed intoccabile materializzatasi, attraverso la cultura religiosa, in forme umane. Non solo opere d’arte dal valore inestimabile, testimonianze uniche di una antica tecnica scultorea ma, soprattutto, messaggeri di una cultura che ha rispettato e adorato la terra fino a divinizzarla. Aver voluto le dee all’Expo Milano 2015 dal tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” non è casuale, anzi, assurge a lezione per la nostra civiltà sempre più indifferente alla sofferenza del nostro pianeta. Dalla materia, di cui sono fatte le dee, trasuda l’evoluzione del pensiero dell’umanità; Demetra e Kore, sono portatori di modelli, di idee e di speranza, capaci di indicare una strada, utile a riconciliare ogni comunità con i propri territori ed in generale l’uomo con la natura e i suoi tempi.

Noi siciliani abbiamo gli occhi saturi di bellezza a tal punto che la riteniamo scontata a casa nostra, ma pretendiamo di vederla rappresentata in tutta la sua magnificenza dagli altri. Ha valutato la possibilità che magari fosse riduttivo esporre solamente le dee?

Innanzi tutto si parla di una esposizione universale, quindi il progetto è rivolto al mondo; poi ho pensato che in quest’ultimo secolo troppi luoghi comuni generalizzati sono stati emittenti, spesso strumentali, volti a privare delle sue radici la nostra isola. Era necessario dunque pensare ad “un elemento condiviso che riportasse ad un senso unico”, che non ingabbiasse la Sicilia in un elenco di significati separati tra loro, ma che al contrario collegasse il pensiero verso un unica direzione. Dunque mi sono chiesta quale fosse l’elemento principe capace di unire in sé più significati e che, allo stesso tempo consentisse di partecipare, di condividere con il racconto, con la parola, con il simbolo la stessa esperienza di vita. Ebbene, altro elemento non c’era che il “mito”. Allora ho capito che bisognava ripartire dal “mito” per celebrare le radici storiche culturali del popolo siciliano, e ricordare che Demetra e Kore erano le dee della fertilità, delle messi e che attorno ad esse ruotavano ” i miti” da cui l’essere umano sin dall’età ellenica ha attinto la speranza, la forza e la conoscenza. Lo spazio a disposizione per la realizzazione dello stand Sicilia era così piccolo che occorreva fare una scelta decisa, mettere al centro i due acroliti affinché catalizzassero l’attenzione dei visitatori; Demetra e Kore mi hanno consentito tutto ciò. Le due divinità mostrate l’una accanto all’altra, maestose sul trono, si contendono ogni giorno a Expo, con la loro importanza e imponenza, lo sguardo di milioni di visitatori provenienti dalle nazioni più lontane che spontaneamente vengono a cercarle, confermando l’interesse e la diffusione di un territorio la cui economia necessita di nutrirsi di presenze estere.

Dunque il progetto del padiglione è costruito attorno alle due figure centrali degli acroliti e da queste, prende le mosse; aprendosi come un teatro pronto per accogliere, sia in termini espositivi sia d’intrattenimento, tutte le attività organizzate dall’Ente Regionale, destinate a mostrare le peculiarità artistiche, culturali e imprenditoriali dell’isola. Ogni altro elemento introdotto avrebbe sminuito l’importanza sia delle due opere, con il loro messaggio, sia le varie e continue startup programmate, ecco perché è prevalso il motto “less is more” di Mies Van der Rohe.

Le due dee sono donne, la terra è madre, sono forse d’auspicio per questa epoca che vuole la donna protagonista in ogni campo?

Sì, la terra è madre, le due dee rappresentano la fertilità e la generatività è sono, nell’allestimento, il volto alla Sicilia. Le due dee sono state volute a Expo da me, con la condivisione dell’assessore Linda Vancheri. Sono state restaurate, prima della loro partenza per Milano, dal Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro guidato dalla direttrice Enza Cilia, vestite a Milano, come ad Aidone, dalla stilista catanese Marella Ferrera e non dimentichiamo che alla cerimonia d’inaugurazione del padiglione Sicilia ha partecipato, in qualità di madrina, l’attrice Carole Bouquet. Alla luce di ciò, la donna protagonista in ogni campo, più che un auspicio è una realtà.

Quanto ha guadagnato per la realizzazione del progetto?

Se si riferisce a quanti euro, la risposta è zero. L’assessorato alle Attività Produttive della Regione Sicilia, guidato nel 2014 dall’Assessore Linda Vancheri e dal Direttore Generale Alessandro Ferrara, ha fortemente voluto che l’incarico non fosse assegnato a liberi professionisti esterni; la sottoscritta è stata scelta tramite un atto di interpello interno aperto a tutti gli architetti in forza agli assessorati. Dunque la Regione Sicilia non ha speso un solo centesimo, sia per la redazione del progetto che per la direzione dei lavori, sia per gli aspetti strutturali e impiantistici curati dall’ing. Salvatore Manzone; gratuita è stata inoltre la prestazione di altre due donne, Anna Gulino e Marcella Longo, che mi hanno collaborato alla grafica 3D. Ho viceversa guadagnato in termini di soddisfazione e orgoglio per aver dato, almeno così credo, il mio personale contributo proponendo la “vera” immagine della Sicilia, madre di tante culture e unica regione italiana che, a differenza degli altri stand, si è attenuta minuziosamente alle regole stabilite dall’Expo, declinando il tema ripartendo dalle radici storiche dell’agricoltura con le dee delle messi e attraverso l’arte con la Vucciria di Renato Guttuso, ottenendo il riconoscimento di avere dato lustro alla nostra terra con l’esposizione dei reperti archeologici risalenti a 2500 anni fa, in assoluto più antichi esposti all’Expo 2015 e light motif da dove ripartire per dare un valore e il giusto senso al tema ” Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Ecco dunque il progetto “Piazzetta Sicilia” che con la sua essenzialità, non perde di vista la totalità e la relazionalità intrinseca dell’esperienza generativa. Il mito unisce e non può essere ridotto a concetti, tantomeno a ricette, perché il mito è una forma di vita, basata sulla fede, sulla fiducia e, in questo caso, sulla fedeltà alla Terra

Questo è il messaggio che dalla Sicilia l’Assessorato Regionale alle Attività Produttive ha rivolto allo scenario universale dell’Expo 2015

di Mariella Alì