Per una volta, molto modestamente, sono pienamente d’accordo con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Per una volta da quando è stato definito come il “rottamatore”, da quando ha iniziato a spargere abbondantemente l’etere delle sue mirabolanti promesse, mai mantenute, ha centrato l’obbiettivo, ha fatto una dichiarazione che è di assoluto buon senso.
Questa rarità, questo cammeo, questa perla di saggezza (da custodire in qualche reliquia , in qualche teca) è stata prodotta lo scorso sabato durante il convegno “Expo delle idee” allorché ha dichiarato che ” Una Minoranza non bloccherà Turandot, li fermeremo” – Il premier parla poi anche della questione Turandot, cioè la possibilità che gli orchestrali della Scala non diano la propria disponibilità in vista del 1° maggio, giorno dedicato alla tradizionale festa del lavoro ma anche data di inaugurazione della kermesse milanese. “Se c’è una qualche minoranza che pensa di poter bloccare la Turandot noi siamo pronti a tutto anche a misure normative per non cominciare con una figuraccia internazionale”, sono le dure parole di Renzi. 
Insomma è possibile che i dipendenti della Scala siano precettati per l’inaugurazione “con una grande opera italiana, la Turandot, alla presenza del presidente della Repubblica a cui rivolgo il vostro e il mio più deferente saluto e l’augurio di buon lavoro per questi sette anni”. “Se c’è una qualche minoranza – ripete – che pensa di poter bloccare, non in nome del sacrosanto diritto di sciopero, ma dell’inaccettabile diritto di boicottaggio quell’evento sappia che siamo pronti a tutto, anche a misure normative per far sì che il primo maggio non iniziamo con una figuraccia internazionale che sarebbe incomprensibile per chiunque”.
E sì, perchè di una minoranza si tratta , si tratta della minoranza della CGIL  che considera una violazione dei diritti “l’obbligo” di prestare la propria mansione lavorativa durante la Festa dei Lavoratori.
Bravi, complimenti, un atteggiamento così sconsiderato e privo di ogni logica non si era mai visto e sentito. 
Mai, si era raggiunto un livello così demenziale in tutte le scelte sbagliate e nella perpetua assenza dei sindacati durante questi ultimi anni di crisi, e nei decenni precedenti che hanno caratterizzato il percorso, la strada, che spesso è stata opposta alle vere e reali esigenze dei lavoratori (concedetemi un esempio esplicativo: solo 4 ore di sciopero per la funesta legge Fornero e nessuna azione intrapresa a difesa degli esodati).
Ma come, Milano organizza l’Expo, e la Scala, uno dei teatri più famosi al mondo con una storia ultracentenaria , vanto e orgoglio della città meneghina, rischia di bruciare il suo “nome” , la sua indiscussa qualità, la sua leggenda per una questione ideologica, anacronistica e inopportuna .
Perchè anacronistica e inopportuna lo capiscono tutti.
Stiamo attraversando un periodo di crisi profonda, Expo a detta di molti è un’opportunità per il rilancio della città , e soprattutto del Paese e alcuni dipendenti della Scala, che hanno un lavoro sicuro , retribuito, e di prestigio, cosa fanno? Minacciano lo sciopero perchè il Primo Maggio è “sacro” . 
E certo, un medico non di turno al I Maggio in un caso di urgenza non presta la sua opera per principio, per rispettare la sacralità della ricorrenza.
Bravi, complimenti.
Non solo non sapete cogliere l’occasione che vi si offre, visto che proporre un ‘opera come la Turandot durante l’inagurazione dell’Expo avrà una risonanza notevolmente maggiore rispetto la consueta “Prima” del 7 dicembre, con sicuri vantaggi di tipo economico; vantaggi immediati, ma anche, e soprattutto, futuri, perchè la fama del Teatro e la sua indubbia qualità farà accorrere numerosi appassionati anche in altri periodi dell’anno. 
Inoltre, se l’intento era quello di contestare l’operato del Premier Renzi, la sua politica economica e sociale, far risaltare le contraddizioni, i problemi, i futuri e probabili disastri che affioreranno dopo la chiusura dell’evento (in Italia dopo qualsiasi manifestazione sportiva e non, abbiamo ereditato aree dismesse nel più profondo degrado, costruzioni inutilizzate, milioni di euro pagati in tangenti, con nessun beneficio tangibile) che stanno caratterizzando l’organizzazione di Expo e il post Expo, hanno proprio sbagliato metodo e momento.
La loro minacciata serrata, ha sortito l’effetto contrario.
Ha dato un assist gratuito al Premier, che così ha potuto svicolare su domande scomode e ha trovato l’appoggio anche nei suoi più acerrimi oppositori, che non hanno potuto fare altro che prenderne le difese, lodare il suo animus pugnandi , la sua volontà (tutta da verificare) di fare di Expo un evento indimenticabile dove tutto sia “quasi” perfetto e indimenticabile.
Massimo Puricelli
Legnano(MI)