Il fascino dell’oriente arriva nel cuore di Milano per portare svariati aspetti del cosiddetto Cool Japan : dal 25 giugno al 13 luglio presso il Palazzo Stelline di Corso Magenta a Milano si potrà visitare il “Salone del Giappone”, un fuori expo in cui parteciperanno le aziende e le organizzazioni patrocinanti del Padiglione Giappone insieme al governo giapponese con l’impegno congiunto di enti pubblici e privati.

 

Ma torniamo alla nostra visita dentro Expo per conoscere il Padiglione Giapponese.
La struttura del padiglione è in pratica una griglia tridimensionale in legno, come richiamo alle risorse rinnovabili, ed è stato concepito dal prof. arch. Atsushi Kitagawara con l’ingegnerizzazione delle pareti tridimensionali assegnata alla ditta Galloppini Legnami srl di Borgosesia (Vercelli, Piemonte).
Il percorso all’interno della struttura è suddiviso in varie stanze, collegate tra loro per creare un percorso continuo per i visitatori. Dalle tipiche stampe giapponesi (ukiyo-e), rappresentanti le quattro stagioni, si prosegue nella Sala Armonia, completamente al buio, che viene illuminata da immagini e luci proiettate sulle pareti formate da specchi (tramite una nuova tecnologia di projection mapping), in cui viene ricreato in modo molto scenografico l’ambiente tipico delle risaie giapponesi.
Successivamente tramite un’ apposita applicazione si può interagire con  “la Cascata della Diversità”, un’installazione che simula l’effetto di una cascata blu di acqua che cade dal soffitto, contenente informazioni su agricoltura, cibi e cultura alimentare giapponese, i visitatori potranno catturare sul proprio cellulare le immagini che scendono dalla finta cascata d’acqua.
Nella stanza successiva ci sono le soluzioni creative proposte dal Giappone, per affrontare i problemi del mondo in modo innovativo: ci sono quattro mappamondi interattivi su cui scorrono i dati e le immagini dei problemi da risolvere, con le relative soluzioni (foto).
Per finire i visitatori entreranno in un finto ristorante, dove si svolge lo spettacolo finale : due “camerieri” guideranno il pubblico attraverso una serie di giochi interattivi per raccontare il cibo come viene vissuto in Giappone.
Su questo ultimo momento credo che si sia persa l’opportunità di veicolare il messaggio spirituale nascosto dietro il rito del cibo,  il significato delle parole giapponesi “Itadakimasu” e “Gochisousama” che sono due espressioni che significano più o meno “grazie per il cibo che ricevo” e “grazie per il cibo ricevuto” si perdono dietro balletti e  karaoke vari. Prima di uscire si può entrare nel ristorante dove  i prezzi (inutili polemiche di inizio Expo!) sono quelli di un classico giapponese di Milano, intorno ai 15-20 euro, ma ci sono anche menù speciali che arrivano fino a 220 euro.

Vanke_Barbara ColonnelloSul tema della tavola, più coerente con il tema di Expo abbiamo trovato il Padiglione China Vanke, multinazionale cinese leader nel settore real estate, che ha rappresentato in modo semplice l’importanza del cibo come fattore di socializzazione nel rispetto delle tradizioni e della cultura di ogni Paese per lo sviluppo di realtà urbane sempre più internazionali, sempre più sostenibili e a misura d’uomo.
La struttura,  immediatamente riconoscibile, è formata da 4.200 piastrelle rosse in ceramica autopulenti create con materiale sostenibile, che cambiano colore a seconda della luce, all’interno Ralph Appelbaum Associates ha pensato a un’installazione di oltre 300 schermi multimediali, irregolarmente disposti, dove verrà proiettato un cortometraggio che ritrae momenti di vita delle comunità Shitang in tutto il Paese.
In una foresta virtuale di bambù è possibile condividere momenti di incontro e di scambio, coerentemente con quell’ideale di armonia tra le persone, le persone e la comunità, le persone e la città. Quindi grande centralità anche agli incontri di business community all’interno del padiglione cinese Vanke curato dall’inaugurazione dall’agenzia Promoest  guidata da Barbara Colonnello (nella foto).

Buona visita a tutti!

Monica Basile