Ad ogni inizio di stagione autunno/invernale esplode il dibattito inerente all’inquinamento atmosferico che attanaglia le nostre città.
Un dibattito annoso che risale agli anni 70.
Le componenti preponderanti sono i generatori di calore dei sistemi di riscaldamento dei fabbricati e i motori a combustibile fossile degli autoveicoli.
Pm 10, Pm 2,5 questi sono i componenti chimici più inquinanti e dannosi per la salute, le cosiddette polveri sottili.
Come ogni anno, ecco scattare le restrizione alla circolazione per i mezzi più inquinanti, i controlli sui fumi di emissione delle caldaie come prevedono le varie normative regionali, ma se Giove-pluvio non accorre in soccorso con abbandonati precipitazioni, la battaglia è anche stavolta, persa.
Un aspetto non viene mai preso in considerazione nella lotta all’inquinamento.
I nocivi fumi di scarico dei camini domestici.
Non tutti sanno che i camini presenti nelle case sono stati assimilati agli impianti termici e pertanto, dal mese di ottobre 2014, sono anche loro, soggetti alla normativa vigente regionale.
Definiti come impianti termici che bruciano biomassa legnosa (legna, pellet, cippato, bricchette) vengono classificati tramite le caratteristiche tecniche (rendimento e potenza).
Come per tutti gli altri tipi di impianti, devono essere dotati di libretto di manutenzione e sottostare ad un controllo periodico che varia a seconda della potenza termica nominale (ogni 2 anni se inferiore a 15 kw , ogni anno se superiore a 15 kw) con rilascio del rapporto che certifichi il buon esito del controllo, di un tecnico iscritto al Curit (il Catasto Unico Regionale Impianti Termici).
Ma non solo.
E’ prevista anche la pulizia biennale dei sistemi di evacuazione dei fumi (le canne fumarie) da parte di tecnici abilitati che rilasceranno, come per gli impianti, il relativo rapporto da trasmettere al Catasto degli impianti termici regionale.
E non è tutto.
La normativa della Regione Lombardia vieta l’utilizzo di apparecchi per il riscaldamento domestico alimentati a biomassa legnosa nel periodo dal 15 ottobre al 15 aprile (nel caso in cui vi siano altri impianti termici destinati al riscaldamento con combustibili ammessi) per tutti i Comuni al di sotto dei 300 m.s.l.m; sia nel caso in cui siano camini e stufe aperti, o camini o stufe chiusi con un rendimento inferiore al 63 %.
La sanzione prevista per le violazioni varia da 500 a 5000 euro.
Infine, la normativa vigente prevede che si possa bruciare negli impianti a norma, solamente legna vergine, pellet, e i combustibili assimilabili. In caso contrario si incorrerebbe in attività di incenerimento rifiuti non autorizzata con l’applicazione delle relative sanzioni previste dall’ art. 256 del T.U.A 152/2006
Questo è quanto prevede la normativa in vigore in Regione Lombardia che elegge come enti di controllo Province (se vincerà il Sì al referendum del 4 dicembre prossimo, si vedrà a chi saranno trasferite tali competenze) per i comuni aventi una popolazione con meno di 40 mila abitanti, e ai Comuni stessi per quelli con una popolazione superiore.
Chiunque, ahinoi, conosce quale sia la situazione nelle fredde giornate di inverno in tanti quartieri dove sono presenti numerose case singole, magari un po’ datate, con voluminosi comignoli, posizionati sopra la copertura del tetto, completamente anneriti dalla fuliggine verosimilmente causata dall’ incenerimento di ogni sorta di legname e dalla mancanza assoluta di pulizia.
Basta trascorrere pochi minuti all’aria aperta durante le serate invernali, per intossicarsi con l’acre odore prodotto da densi fumi di svariato colore che varia dal giallo, al grigio scuro, per passare al violetto e all’ indaco.
L’odore e il colore di quei fumi sono il sinonimo di produzione di sostanze nocive come monossido di carbonio, idrocarburi, ossidi d’azoto, acido cloridrico, diossine, furani, formaldeide, metalli pesanti, potenzialmente cancerogeni, con una tossicità 15 volte superiore rispetto ad una combustione di un auto diesel e 20 volte maggiore nella produzione di idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Pazzesco. Nel Terzo Millennio per credere di risparmiare poche decine di euro si inquina e ci si riscalda come ad inizio secolo scorso. 
Le normative vigenti impongono, giustamente, la dotazione di fonti di calore poco inquinanti; autoveicoli sempre più ecologici (ibridi, metano, gpl, elettrici), generatori di calore con una produzione derivante, per le nuove abitazioni, per il 65% da fonti rinnovabili (pompe di calore, pompe geotermiche, impianti fotovoltaici, pannelli solari).
Si difende l’ecosistema, si affrontano battaglie contro la deforestazione, e poi per mesi e mesi si respirano i fumi nocivi di camini e stufe, anche di nuova generazione, con canne fumarie non pulite e intasate che sono più inquinanti di una vecchia ciminiera di un industria manifatturiera della Manchester del novecento ?
Mi permetto di consigliare alle Regioni e allo Stato di intervenire con controlli massicci e ramificati per abolire tale crimine ecologico.
I nostri polmoni attendono fiduciosi……………….
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)