Il titolo del film documentario è “Gauguin a Tahiti – Il paradiso perduto    in programmazione al cinema per solo tre giorni dal 25 al 27 marzo.  Un’occasione da non perdere.

Di film sull’arte post impressionista e sullo stile di vita ribelle del mitico pittore francese ne sono stati realizzati molti, considerando gli anni dal 1942 al 2017 se ne contano quasi una ventina, ma ciò che rende avvincente il film evento diretto da Claudio Poli su soggetto di Marco Goldin e Matteo Moneta che cura anche la scenografia, è la vastità avvolgente del grande schermo che coinvolge lo spettatore  in un viaggio alla ricerca del Paradiso Perduto, non solo conducendolo nei vari luoghi tappe della vita dell’artista ramingo, ma facendo entrare nei musei, per lo più americani, che ne custodiscono le opere, dal Metropolitan Museum of Art New York al Museum of Fine Arts Boston, dalla National Gallery of Art Washington all’Art Institute Chicago.
L’anima di ogni opera prescelta è rivelata di volta in volta da esperti e, soprattutto esperte, quali Belinda Thompson, Buttes Fresneau, Carolyne Boyle-Turner, Judy Sund e Gloria Groom, che si alternano come su un palcoscenico davanti ai suoi dipinti, svelandone non solo qualità tecniche piuttosto che risvolti storici, ma impatti emotivi resi più coinvolgenti dalla colonna sonora originale del pianista compositore Remo Anzovino che fa da sfondo.
Una pittura raffinatamente primordiale e una biografia che appartiene ormai al mito si materializzano davanti ai nostri occhi affascinati, mentre nella sala riecheggiano le parole di Gaugain “Sono forte perché faccio ciò che sento dentro di me”.

 Breton Girls Dancing - Pont-Aven 1888, particolare.

Paul Gauguin (French, 1848 – 1903), Fatata te Miti (By the Sea), 1892, oil on canvas, Chester Dale Collection 1963.10.149


Di volta in volta nell’indomito artista si riconoscono tratti dalle matrici famigliari, come l’insofferenza politica ereditata dal padre giornalista repubblicano o il non conformismo amoroso derivatogli dalla nonna scrittrice in Perù, femminista ante-litteram.
L’anarchismo che contraddistingue la sua filosofia sembra oscillare tra un anarchismo a fondo aristocratico e individualista mutuato dal maestro e amico Degas e un anarchismo di carattere più libertario che gli deriva da Camille Pissarro, suo maestro d’arte e di vita, con cui condivide l’insofferenza per ogni forma di accademismo, accompagnata dall’attrazione per una pittura intellettuale tendente a ricreare la natura con accenti quasi simbolisti. Difficile è invece il rapporto con l’amico van Gogh che Gauguin stesso definisce artista romantico, lontano dalla propria concezione tendente verso uno stato primitivo, alternativa alle “disuguaglianze e sopraffazioni tipiche della società civilizzata”.  Già nel 1880 in occasione di una delle mostre impressioniste cui Gauguin aveva partecipato senza gran successo, aveva non di meno ricevuto il commento del famoso letterato Joris-Karl Huysmans che gli attribuiva “un indiscutibile temperamento di pittore moderno”.

Nexo Digital e 3D Produzioni sono gli autori del progetto originale ed esclusivo, realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo, mentre Media partner sono Radio Capital, Sky Arte e MYmovies.it

Testo e foto di Maria Luisa Bonivento.