Il glaucoma è una malattia subdola che colpisce l’occhio, distruggendo lentamente la vista. Molto spesso questa patologia non causa alcun sintomo e ci si accorge della sua presenza soltanto quando la vista è ormai compromessa.

Fortunatamente una diagnosi precoce, associata alle giuste terapie, è in grado di bloccarne l’evoluzione riducendo al minimo i danni alla vista. Il glaucoma è la causa più frequente di cecità e ipovisione, oltre un milione di italiani ne sono affetti. Prevenzione, cure innovative ed evoluzioni della microchirugia possono essere la risposta
Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono circa 253 milioni le persone che convivono con l’ipovisione, ovvero con una ridotta capacità visiva: 36 milioni di questi sono del tutto ciechi e 217 milioni presentano una forma di ipovisione da moderata a severa. Uno scenario allarmante, se si considera che oltre l’80% delle forme di ipovisione può essere prevenuto.
Tra le patologie più frequenti, il glaucoma è responsabile di provocare completa cecità nell’8% della popolazione mondiale, pari a 600 milioni di persone, e il 2% dei casi di ipovisione, ovvero 150 milioni.
Anche i dati in Italia non sono rassicuranti: il 2% degli italiani al di sopra dei 40 anni è colpito da glaucoma. L’incidenza aumenta con l’età, infatti si stima che il 10% della popolazione ultrasettantenne ne sia affetta. Nel nostro Paese le persone non vedenti a causa del glaucoma sono 200.000 e le previsioni per i prossimi 20 anni non sono incoraggianti poiché moltissimi casi non vengono diagnosticati se non tardivamente.
Il glaucoma è una malattia degenerativa dovuta, nella maggioranza dei casi, a un aumento della pressione intraoculare che, a lungo andare, danneggia il nervo ottico. Si manifesta molto spesso in maniera silente.

Come spiega il Prof. Giorgio Marchini, Direttore della Clinica Oculistica e della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell’Università degli Studi di Verona, “Si tratta di una malattia priva di sintomatologia negli stadi iniziali. Per questo, in molti casi, continua ad essere scoperta tardi, quando i danni che sono irreversibili sono già conclamati; dati indicano che fino al 50% delle persone colpite nei Paesi sviluppati e fino al 90% di quelle colpite nei paesi in via di sviluppo non sanno di avere un glaucoma. Per questo è importante intervenire in prima istanza sulla prevenzione, agendo in direzione di una maggiore informazione dei pazienti che, in larga parte, ignorano la gravità della patologia”.

Le cause sono legate principalmente a fattori genetici ed ereditari (chi ha precedenti accertati nei familiari di primo grado è certamente più a rischio), all’avanzare dell’età (per cui dopo i 60 anni ma già dai 40 in poi è bene sottoporsi regolarmente a visite specialistiche), a una forte miopia, alla presenza di diabete o ipertensione arteriosa.
I principali tipi di glaucoma sono: cronico ad angolo aperto, ad angolo chiuso cronico o acuto e congenito.
Il glaucoma cronico ad angolo aperto è la forma più comune e progredisce lentamente senza dare particolari disturbi, si tratta di un malfunzionamento del deflusso dell’umor acqueo (liquido salino tra la cornea e il cristallino) che provoca un aumento della pressione oculare.
Il glaucoma acuto si manifesta, invece, in maniera improvvisa e inequivocabile perché provoca dolore e infiammazione, dovuti a una completa ostruzione delle vie di deflusso dell’umor acqueo.
Il glaucoma congenito, infine, è una condizione presente sin dalla nascita ed è molto rara, ma anche la più grave, perché può causare cecità sin dall’età infantile.
L’unica terapia che si è dimostrata efficace per curare il glaucoma consiste nella diminuzione della pressione intraoculare, allo scopo di decelerare il peggioramento della malattia. A proposito delle terapie esistenti, il Prof. Leonardo Mastropasqua, Direttore del Centro di Eccellenza e Centro Nazionale di Alta Tecnologia in Oftalmologia dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara, afferma che: “Il paziente non controllato con la terapia medica e che rispetti criteri di eleggibilità precisi, può oggi essere sottoposto a delle chirurgie mini-invasive come primo approccio, a parità di efficacia richiesta rispetto a interventi tradizionali, riducendo così i rischi intra-operatori e accelerando il recupero post-chirurgico”. “Una chirurgia mini-invasiva può diminuire i disturbi post-operatori e permette di solito di interrompere la terapia cronica con colliri, molto spesso disattesa”, spiega il Prof. Carlo Enrico Traverso, Direttore della Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale Policlinico S. Martino di Genova. “L’impianto Gel Stent è un dispositivo mini invasivo che permette di eseguire un intervento filtrante per ridurre la pressione intraoculare, con il quale abbiamo acquisito un’esperienza incoraggiante”.

“Il glaucoma insorge più frequentemente in età matura ed è per questo che spesso coesiste con altre patologie dell’occhio come ad esempio la cataratta”, aggiunge il Prof. Carlo Enrico Traverso. “Il dispositivo Gel Stent può essere utilizzato da solo o in combinazione, ove necessario, con l’intervento di cataratta”.

Stefania Bortolotti