I mille occhi –  Festival  internazionale del cinema e delle arti  si terrà dal 25 al 30 settembre: dal 25 al 28 al Teatro Miela di Trieste, il 29 online e il 30 su Fuori orario, nella notte di Rai3.

Omaggio principale della rassegna quello a Giorgio Pressburger, figura d’altissimo rango intellettuale profondamente legata a Trieste, avanguardista sui generis e multimediale ante litteram, sperimentatore per radio, cinema, televisione, teatro, organizzazione di festival.

I mille occhi accoglierà il suo pubblico al Teatro Miela con una mostra a lui dedicata (organizzata con l’Associazione Giorgio Pressburger), con una selezione di film (tra cui il documentario Il sussurro della grande voce di Mauro Caputo, presentato in prima mondiale) e la presenza di ospiti, amici e collaboratori del regista.
In questo contesto verrà presentato anche il film Calderon, tratto nel 1981 da Pier Paolo Pasolini, a chiudere il nostro anno pasoliniano.

 
Il premio Anno uno, assegnato ogni anno a maestri del cinema e sguardi coerenti con lo spirito del festival, va al francese Louis Skorecki, vera star della critica francese (dai Cahiers du Cinéma alle pagine televisive di Libération), scrittore di cinema rock’n’roll, fuori da ogni retorica, teorico premonitore e provocatore instancabile.
Di Skorecki vedremo una selezione di film suoi (il trittico Les cinéphiles), di film da lui amati (sia proposti al cinema sia nella notte di Fuori Orario, come si confà a un uomo che disse che ha sempre amato vedere i film in televisione) e dialogheremo con lui in una conversazione che si vedrà in sala, on line e su Rai3 la notte del 30 settembre.

A Skorecki sono dedicate le due code del festival: il 29 settembre, sui canali del festival sarà accessibile a tutti la conversazione tra Skorecki, il direttore artistico Giulio Sangiorgio, il fondatore Sergio Grmek Germani e il critico e programmatore di Fuori orario Roberto Turigliatto, che insieme ricostruiscono la carriera del grande critico e regista francese e affrontano le sue posizioni eretiche.
In questa data verrà messa on line la prima delle conversazioni tra critici e cinefili che proseguiranno fino alla prossima edizione: ispirate ai ragionamenti di Skorecki sulla cinefilia, le conversazioni vedranno due grandi critici o cinefili confrontarsi tra di loro sul cinema, la critica e l’amore per la sala.

Infine il 30 settembre, Fuori orario presenterà su Rai3 la conversazione con Skorecki e tre film di registi amati e ripensati dal critico: L’uomo leopardo di Jacques Tourneur, Il pirata barbanera di Raoul Walsh, Love Affair di Leo McCarey.
 
Anniversario importante, per un festival come il nostro, è quello del 16mm, supporto che compie 100 anni: un secolo in cui è stato usato per fare film (come il critofilm dedicato ad Antonioni), per preservare (come nel caso del rarissimo I Piombi di Venezia, di cui vi presentiamo l’unica versione esistente, quella francese) e a cui oggi si sta tornando, come a una materia che descrive una precisa estetica (per questo abbiamo chiamato WARSHADFILM a insegnare a studenti la pratica e a mostrarci i film che producono).

Sono anche i 100 anni di Italo Calvino, il cui rapporto con il cinema non è stato lineare, e che cominciamo ad affrontare con un programma breve, intenso, che è solo un principio.
 
Per quanto riguarda Nora Gregor, così scrive il fondatore de I mille occhi, Sergio Grmek Germani:
«Nora Gregor, attrice nata nella mitteleuropea Gorizia nel 1901 e morta a Santiago del Cile nel 1949, è una figura unica nella storia del cinema per la complessità della sua vicenda umana intrecciata a un percorso artistico che tocca punte massime (Dreyer, Renoir)  e lunghe fasi di incertezza nelle scelte.
Con tracce tuttavia appassionanti anche in film minori. La XXII edizione dei Mille occhi le dedica un omaggio, anticipato nell’edizione precedente dalla proiezione di Michael di Dreyer e realizzato con la collaborazione del Kinoatelje di Gorizia, che da decenni studia la vicenda della gloriosa concittadina.

Dell’attrice si vedranno quest’anno, oltre all’altro massimo capolavoro La règle du jeu di Jean Renoir(proiettato sia a Trieste che a Gorizia), un paio di film particolarmente rivelatori del carattere contraddittorio, fragile e allo stesso tempo determinato, dell’attrice.
Si vedrà appunto il suo unico film americano, But the Flesh Is Weak (1932), diretto da Jack Conway per la MGM, che avrebbe dovuto coronare una promettente carriera nel cinema tedesco, ma restò una meteora e farà tornare l’attrice in Austria dove era sposata con un autorevole uomo politico, travolto col suo paese dall’Anschluss nazista.
Nora Gregor e il marito saranno esuli in Svizzera e poi in Francia, dove lei sarà protagonista del film di Renoir, che è anche la più lucida metafora dello sprofondare dell’Europa.
Dopo l’invasione nazista della Francia il destino degli esuli proseguirà in America Latina, e la traccia che ne rimane nel cinema è quel film apolide per eccellenza che è Le moulin des Andes ovvero La fruta mordida (1945), il cui regista Jacques Rémy è padre di uno dei maggiori registi francesi odierni, Olivier Assayas, che per il festival introdurrà il film, che sarà presentato nella copia 35mm restaurata per l’occasione dal Centre national du cinéma.

Nella sua presentazione, realizzata appositamente per il festival, Assayas si confronta con l’avventurosa storia (anche sentimentale) del film che segna la fine della carriera apolide e sfortunata della grande attrice goriziana.
Coproduzione franco-cilena di esuli dall’Europa, il film è tra le opere che più recano il segno delle ferite della storia.
La fine amara dell’attrice poco dopo il film e il carattere malinconico di questo rivelano ancora una volta il fascino di un’attrice di cui già Dreyer aveva colto, con perfetto ossimoro, un’introversa vitalità».

 
Dopo la locandina dello scorso anno disegnata da Sergio Ponchione, è un altro celebre illustratore a firmare il manifesto di quest’anno: Alessandro Baronciani, con una locandina del festival ispirata a Illibatezza di Roberto Rossellini e dedicata a uno dei temi di questa edizione, la cinefilia.