La mostra, in programma alla Triennale di Milano fino al 6 marzo, è una precisa ricostruzione della storia della moda Made in Italy dal 1998, anno che segna il concreto passaggio alla comunicazione digitale, ad oggi.

Gli stilisti partecipanti alla mostra sono più di cento, selezionati dai curatori Paola Bertola e Vittorio Linfante con un criterio didattico-scientifico che individua un sistema cronologico che ricostruisce e celebra la moda italiana contemporanea, attraverso l’esposizione di prodotti quali: abiti, calzature, occhiali e bijoux.

In questo percorso storico trovano spazio marchi e realtà che negli ultimi 20 anni hanno recuperato le tradizioni tecnologiche e culturali del nostro paese, riscrivendole in un codice espressivo completamente rinnovato.
Il termine “Vocabolario” indica infatti la volontà di illustrare e definire il nuovo linguaggio del Made in Italy, valorizzando il contenuto progettuale dei capi e degli accessori.
Il percorso espositivo è composto da lemmi che sintetizzano i concetti tipici della moda italiana: Archetipo, Costruzione, Dettaglio, Laboratorio, Materia, Ornamento, Superficie e Uniforme; ognuno rappresentato da istallazioni che mettono in luce il prodotto e il processo che porta alla sua creazione: dal cartamodello al capo finito, passando attraverso le prove di lavorazione.

I curatori parlano così della visione che li ha guidati durante la creazione della mostra:
Se da una parte il “fatto in Italia” è riconosciuto nel mondo come eccellenza, dall’altra è tipicamente rappresentato da marchi e stilisti affermatisi sino agli anni Novanta, negando in un certo senso la sua capacità di rigenerazione. Eppure, confermando la storica attitudine all’auto-organizzazione italiana, una nuova generazione sta scrivendo da tempo un linguaggio riconfigurato della moda italiana. Questo grazie alla valorizzazione di risorse accessibili in Italia e scomparse altrove: l’attitudine progettuale diffusa, i patrimoni di cultura materiale, le piccole reti di laboratori e le manifatture periferiche.

L’esposizione è articolata in tre macrosezioni:
1. Il Vocabolario, dove i prodotti sono raggruppati secondo dei concetti chiave, in modo da illustrare i diversi approcci progettuali che inquadrano gli archetipi della produzione italiana.
2. Le Narrazioni, luoghi in cui viene disegnata la mappa del sistema produttivo, culturale e comunicativo che ruota intorno alla moda: fotografia, illustrazione, new media, video-arte ed editoria.
3. Le Biografie, sezione il cui focus è rappresentato dalle storie dei singoli stilisti, creatori del nuovo linguaggio della moda Made in Italy.
Il percorso espositivo è curato dall’architetto milanese Martino Berghinz, la comunicazione visiva è opera dello studio Zetalab.