Donna dell’anno 2017: un riconoscimento prestigioso.
La trentaduenne Karina Atkinson è donna dell’anno 2017: si tratta di una biologa scozzese, che ha sottratto all’agricoltura industriale intensiva un’area del Paraguay ricca di biodiversità in via di estinzione, creando la riserva naturale protetta di Laguna Blanca, meta di studiosi da tutto il mondo e fonte di reddito e sviluppo per la popolazione locale.

La giuria ha motivato in questo modo: “Da Glasgow, dove ha compiuto i suoi studi, a Laguna Blanca, dove li ha messi a frutto, Karina ha realizzato un sogno, concretizzando un modello di riferimento, in cui ricerca scientifica e innovazione non si sono mai scissi dall’impegno sociale. Karina Atkinson ha incarnato il valore del ‘dovere’ quando, insieme alla comunità locale, ha trasformato un ambiente naturale, sul quale pesava un grave rischio di speculazione economica, in una riserva ricca di biodiversità, anche a vantaggio della crescita delle popolazioni residenti. Il percorso è ancora lungo e difficile e questo premio sia un incentivo a proseguire con forza e tenacia. Nell’animo di Karina, le sfaccettature del ‘dovere’ si declinano in caparbietà, abnegazione, coraggio, solidarietà, tutela dell’ambiente, integrazione.”
Ma che caratteristiche ha il premio internazionale dedicato alla donna dell’anno? E’ stato istituito nel 1998 dal Consiglio regionale della Valle D’Aosta, al fine di sostenere l’attività e i progetti di donne straordinarie impegnate nella promozione della pace, nella difesa dei diritti umani e nello sviluppo sostenibile in diverse aree del mondo. E’ stato la sera di mercoledì 31 maggio, nel corso di una cerimonia presso il Centro congressi grand hotel Billia di Saint-Vincent, alla presenza della campionessa di sci Federica Brignone, madrina della diciannovesima edizione.
Il prestigioso riconoscimento, che ha ottenuto una medaglia del presidente della Repubblica, è organizzato con il patrocinio della Camera dei deputati, della presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento per le Pari opportunità, e del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ed è promosso in collaborazione con il Comune di Saint-Vincent e il Soroptimist international club Valle d’Aosta.

Ecco le caratteristiche della donna dell’anno

Ma chi è Karina Atkinson? Secondo la giuria, il personaggio femminile più vicino al tema dell’edizione 2017, il “dovere”, inteso secondo la frase di Gandhi “La vera fonte dei diritti è il dovere”. “Dovere” come valore etico e capacità di dare forma a progetti di convivenza civile, economici e sociali, a sostegno dei diritti umani fondamentali.
Giunta nel 2008 in Paraguay per partecipare a un progetto di volontariato, Karina ha scoperto un lago naturale, Laguna Blanca, sede di grande varietà di piante e di animali selvatici, minacciate dal boom
dell’agricoltura industriale che stimola l’economia ma che – con l’allevamento intensivo di bestiame e con la coltivazione di soia ed eucalipto – sta invadendo l’ambiente naturale. La giovane, laureata in Genetica e
biologia – ha fondato “Para la tierra”, Ong la cui missione è proteggere habitat e specie attraverso la ricerca scientifica e l’educazione ambientale. L’intenzione di Karina era trasformare la laguna in un modello di conservazione dove lo studio scientifico fosse coniugato a progetti a favore delle comunità locali. La popolazione, nonostante regole restrittive come il divieto di caccia o la registrazione della legna
da ardere, poco alla volta si e convinta del fatto che l’eco-sostenibilità del territorio avrebbe portato benessere. Grazie a consistenti fondi ottenuti nel 2012, la biologa ha creato cooperative di allevamenti avicoli, strumento di emancipazione femminile, e, servendosi di materiali riciclati, ha costituito un sistema acquaponico (abbinamento sostenibile di acquacoltura e coltivazione idroponica), in modo da rifornire i volontari di Laguna Blanca di verdure e di carni ittiche. Oggi, Karina Atkinson cerca risorse
per migliorare il rifornimento di generi alimentari nelle località vicine alla riserva e progetta l’apertura di una seconda stazione di ricerca biologica che comprenderà un museo di storia naturale e umana.
La vincitrice, scelta tra una rosa di nomi proposti da 23 associazioni e Ong di tutto il mondo, ha ricevuto un contributo economico di 20mila euro, che è vincolata a impiegare nel completamento del progetto per cui è stata selezionata dalla giuria del premio.

Donna dell’anno: la parola ad Andrea Rosset

Queste le parole del presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, Andrea Rosset: “Per questa diciannovesima edizione, abbiamo scelto il tema del dovere perché è un concetto alla base della convivenza civile. Ma è anche un valore morale che si realizza nei confronti del prossimo attraverso il rispetto e la solidarietà, il sacrificio e l’altruismo. Le donne che abbiamo conosciuto quest’anno hanno concretizzato questo valore etico, hanno saputo guardare oltre il loro orizzonte dando vita a progetti straordinari per abbattere barriere, promuovere i diritti umani, valorizzare uno sviluppo sostenibile.”
Una targa di Donna moderna, media partner del premio, è stata consegnata all’imprenditrice sarda Alessandra Farris dalla direttrice del settimanale Annalisa Monfreda, che ha dichiarato: “Fra le 3 finaliste del diciannovesimo premio internazionale Donna dell’anno abbiamo scelto di assegnare la targa speciale Donna moderna ad Alessandra Farris, per il coraggio con cui ha lanciato la start up IntendiMe e per la determinazione con cui sta portando avanti l’innovativo progetto di un rilevatore universale di suoni per le persone non udenti. Alessandra ha saputo trasformare una dolorosa esperienza personale in uno stimolo ad agire per aiutare tutti coloro che, come i suoi genitori, convivono ogni giorno con la disabilità invisibile della sordità. La targa di Donna moderna vuole essere un riconoscimento per i traguardi che questa giovane imprenditrice italiana ha già raggiunto e un incoraggiamento a realizzare nuovi obiettivi.”