E’ evidente che il Milan delle ultime settimane (da Sassuolo in poi) ha “staccato la spina”.  
 
E’ evidente che il cambio d’allenatore ha peggiorato il “quadro clinico” di un paziente che da anni soffre di una patologia irreversibile: la sindrome della “passata grandeur”.
 
Una caduta così profonda il cui tonfo lo si ode lontano mille miglia.
 
No, nessuna retrocessione, nessun fallimento societario, nulla di quanto capitò ad inizio anni 80.
 
Ma a differenza di allora, con le due retrocessioni in cadetteria e il baratro del fallimento, si viveva la netta sensazione di una sicura rinascita.
 
Una sensazione di rinascita che verteva sul caloroso e costante affetto di milioni di tifosi; di migliaia di quei tifosi che si assiepavano sui gradoni vetusti degli spalti di S.Siro e con la passione, il tifo, il calore che trasmettevano, “garantivano un futuro imminente” di ritorno ai fasti degli anni 50/60.
 
Si viveva il senso di appartenenza, l’orgoglio di essere i baluardi di un blasone, di una storia, di un mito lungo un secolo.
 
L’emblema più fulgido della città di Milano.
 
E quei valori, quei sentimenti li percepivano i giocatori che indossavano la nostra maglia. 
In molti rinunciarono a trasferirsi in altri lidi anche negli anni più bui e la società dell’allora Farina=Rovina pur tra mille difficoltà economiche non ha mai venduto i nostri “eroi” più rappresentativi, come se anche in quelle stanze in cui rischiavano di essere pignorati anche le sedie e le scrivanie e i conti del macellaio e del salumiere venivano saldati con difficoltà e ritardo, si provava reverenza e devozione per tutto quanto era l’ AC Milan 1899, e rispetto nei confronti di noi tifosi che eravamo il “tesoro più prezioso”.
 
Ecco la sostanziale differenza rispetto queste ultime annate.
 
Ora l’AC Milan 1899 sta ripercorrendo quanto accadde all’Italia nel 1943 dopo il 25 luglio con la destituzione di Benito Mussolini e la fine del regime fascista.
 
Il presidente “imperatore” che chiede aiuto ad “alleati stranieri” per risollevare le sorti del suo “regno calcistico” (Berlusconi a differenza di re Vittorio Emanuele III non è si trasferito nelle terre asiatiche o arabe dei futuri alleati, almeno per ora), un “factotum” pronto per essere defenestrato (questo sarà il destino dell’immarcescibile A.Galliani, seppur non sarà posto in stato di arresto e trasferito a Campo Imperatore sul Gran Sasso), un allenatore, l’ ennesimo, che viene esonerato dopo solo una stagione e la guida tecnica affidata, per un breve “interregno”, ad un neofita, incapace di gestire un caos biblico (quante analogie con il breve periodo di Governo del Maresciallo d’Italia P. Badoglio) e con una squadra allo sbando più totale (come l’esercito italico in quell’estate del 43).
 
Quei mesi drammatici della storia d’Italia sfociarono nell’ 8 Settembre, nella firma dell’armistizio di Cassibile da cui nacque la nostra Nazione democratica e libera.
 
E la domanda che ci poniamo noi tifosi rossoneri è proprio questa: l’imminente finale di coppa Italia di sabato 21 maggio sarà “l’ 8 Settembre” del nostro Milan ?
 
Sarà la data della rinascita tanto attesa?
 
Al di là del risultato che potrà scaturire dopo i 90 minuti, quello che ci aspettiamo da tutto l’ambiente rossonero sarà la volontà di vivere un momento epocale, una svolta radicale, una “pietra angolare” che ridia lustro al nostro blasone.
 
I giocatori che scenderanno sul terreno di gioco avranno la consapevolezza di quale maglia indosseranno ? Di cosa rappresenti quella maglia ?
 
La società, in primis il Presidente, capirà che dovrà attuare un radicale cambio di rotta soprattutto cancellando la mancanza di rispetto nei confronti di noi tifosi dopo anni di innumerevoli fandonie che quotidianamente ci propinano ?
 
Che so, ad esempio uno marcato sconto sul prezzo degli abbonamenti dello stadio, visto l’indecente spettacolo che hanno offerto in questi anni, tanto per ricompensare la fedeltà imperitura che dimostriamo ?
 
Posseggono un progetto reale , tangibile, fattibile per ricostruire la squadra con elementi
validi (non pretendiamo i top-players) che abbiano l’orgoglio di indossare la nostra maglia e non pensino solamente ai lauti ingaggi e ascoltino solo i consigli dei soliti procuratori-intrallazzatori che sguazzano nell’ ambiente Milan, e si trascinano per il rettangolo di gioco come degli automi ?
 
Capiranno di affidare la panchina ad un tecnico capace, esperto, voglioso di riportare il Milan a livelli consoni e non a allenatori di “apparenza” che possiedono solo la telegenia e sono “solo chiacchiere e distintivo” ?
 
Lo vedremo sabato sera e nei giorni immediatamente seguenti, anche se il timore che nulla cambi sussiste.
 
La società di via Aldo Rossi è così miope che non scorge e non percepisce i larghi vuoti degli spalti di S.Siro emblema del disamore che sta pervadendo noi tifosi anche di lunga data.
 
Un consiglio: Presidente si riguardi le immagini del vecchio S.Siro degli anni 70/80 strapieno di entusiasmo anche se si lottava per un misero posto in zona Uefa.
 
Sono certo che proprio osservando e comprendendo la nostra intramontabile fede e il nostro profondo affetto fu indotto ad acquistare il vecchio e derelitto Milan.
 
Dulcis in fundo: io, come altri migliaia di tifosi rossoneri ci assieperemo sulle gradinate dello stadio Olimpico di Roma a sostegno della nostra maglia.
 
Noi ci saremo.
 
Saremo “Presenti” nonostante tutto, e voi “ci sarete” ?
 
Voi “ci sarete”anche nei giorni successivi per costruire un nuovo decente, dignitoso Milan ?
 
Massimo”old-football”Puricelli
Castellanza(VA)