Come di consueto, ogni anno, in estate il Grimaldi Forum Monaco produce una grande mostra tematica, dedicata a un movimento artistico importante, a un tema inerente il patrimonio culturale nonché artistico o a una civiltà, a una collezione pubblica o privata, a qualsiasi soggetto nel quale si esprima il rinnovamento della creazione.

Nel 2001 il Grimandi Forum Monaco aveva reso omaggio alla Cina con una retrospettiva memorabile dal titolo: Cina, il secolo del 1° Imperatore… L’estate del 2017 è dedicata all’ultima dinastia imperiale cinese, la dinastia Qing (1644 – 1911), per celebrare i fasti, i gusti e la magnificenza.
La mostra che sarà aperta al pubblico dal 14 luglio al 10 settembre 2017, intitolata: “La Città Proibita a Monaco. La vita alla corte degli imperatori e delle imperatrici della Cina, è frutto della collaborazione tra due curatori: Jean-Paul DESROCHES, Conservatore generale onorario del Patrimonio, e WANG Yuegong, Direttore della sezione delle Arti del Palazzo, nell’ambito del Museo del Palazzo Imperiale.
La rassegna presenta una selezione di oltre 250 straordinari oggetti che provengono  dall’antico palazzo degli imperatori cinesi, insieme ad altri prestati da prestigiose collezioni europee e statunitensi come (Musée Cernuschi, Musée du Louvre, Victoria & Albert Museum di Londra, Musée royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, Arthur M. Sackler Gallery di Washington). Il pubblico potrà ammirare un luogo emblematico , con profonde radici nella memoria collettiva e con un patrimonio di inestimabile valore.
La Città Proibita è uno dei più complessi palatini più prestigiosi al mondo oltre a essere il sito più visitato in assoluto con circa 10 milioni di visitatori all’anno. E’ un palazzo e al tempo stesso un museo e costituisce il fulcro attorno al quale fu costruita la nuova capitale di Pechino. La Città Proibita, eretta tutta in una volta dal nulla tra il 1406 e il 1420 per volontà del terzo imperatore della dinastia Ming, divenne la culla del potere degli imperatori Manciù che si successero lungo un arco temporale di circa tre secoli.
La mostra è incentrata sulla personalità degli imperatori Qing con particolare enfasi sui sovrani Kangxi (1662 – 1722), Yongzheng (1723 – 1735) e Qianlong (1736 – 1795), che si ersero ad archetipi della culrura cinese. In quanto rappresentante del Cielo in terra, l’imperatore che si fregiava dell’appellativo  di “Figlio del Cielo”, era onnipotente e ricopriva le funzioni di capo militare e religioso ed era il primo dei letterati.
In visione i pregevoli oggetti esposti che attestano i vari ruoli dell’imperatore: dai ritratti ai costumi di apparato,  dagli arredi agli oggetti preziosi, dai strumenti scientifici… alcuni di essi annoverati tra i “tesori nazionali”. Per ricordare un aspetto importante della cultura del popolo Manciù, il cui potente esercito delle Otto Bandiere  conquistò la Cina a partire dal 1644, e poi le imprese militari degli imperatori Qing saranno evocate attraverso diversi oggetti e incisioni che documentano le loro campagne vittoriose. In esposizione opere emblematiche come “Hongli alla caccia del cervo, un dipinto realizzato su seta di grandi dimensioni con lumeggiature a colori che raffigura l’imperatore Qianlong (il cui regnò, dal 1736 al 1795,  è uno dei più duraturi); Paravento in legno di sandalo rosso, decorato con nove draghi, lumeggiature in argento e oro; Ritratto dell’imperatrice madre Xiao Zhuangwen, inchiostro e colori su seta, Dinastia Qing, (1644 – 1911). E’ uno dei più bei ritratti della storia della pittura accademica.
La dinastia Qing si distinse in particolar modo in ambito culturale, vengono messe in evidenza le diverse forme di espresione dell’arte cinese che come è noto ebbe grande influenza a quei tempi sull’Occidente: l’arte del pennello, mediante la calligrafia nonché la pittura, l’universo delle arti decorative con lo studiolo delle porcellane e quello degli oggetti in lacca e per ultimo la musica e la lirica.

Il percorso si articola in quattro sezioni espositive: 

1) I MANCIU’
La mostra prende le mosse dalla storia e dalle origini del potente esercito Manciù delle Otto Bandiere che, tra il 1620 e il 1644, conquista gran parte della Cina…

2) CIELO – TERRA – UOMINI
Il progetto espositivo ruota attorno alle figure degli imperatori Qing con particolare riferimento ai sovrani Kangxi (1662 -1722), Yongzheng (1723 – 1735) e Qianlong (1736 – 1795). In quanto rappresentante del Cielo sulla terra l’imperatore che si fa chiamare “Figlio del Cielo”, ricopre il ruolo di capo militare e religioso ed è la massima autorità tra le elite letterarie dell’impero…

3) La CITTA’ PROIBITA, “CITTA’-PALAZZO”
La residenza palatina è rievocata attraverso una sequenza di sale collegate una all’altra da lunghi corridoi color porpora; ogni sala documenta le diverse funzioni dell’imperatore e più in generale luniverso della vita di corte…

4) IL GIARDINO
Una volta usciti dalle sale del palazzo, si accede al giardino, l’ultima sezione della mostra che attesta l’amore per la natura degli imperatori Qing. Ammirando la ricostruzione del giardino, luogo di raccoglimento privato dell’imperatore, se ne  può ammirare il massimo capolavoro rappresentato dal mitico paravento in lacca proveniente dal giardino privato dell’imperatore Qianlong… Si tratta di un vero capolavoro esposto una sola volta al di fuori della Cina, al Metropolitan di New York che ne ha finanziato il restauro.

Il giardino ospita inoltre anche dipinti, oltre a disegni e delle incisioni che illustrano la storia di altri giardini imperiali e in particolare la serie dei Palazzi Occidentali. Il percorso di visita si conclude con un filmato d’archivio che consente di seguire le vicende dell’imperatore Puyi fino agli Anni 1950, quando ritorna nel giardino imperiale dove aveva trascorso la sua prima infanzia, e dove all’età di tre anni era diventato l’ultimo imperatore della Cina.

Un bel catalogo accompagna la mostra edito da Skira, 320 pagine. Edizione bilingue francese e inglese.
Sede: Espace Ravel, Grimaldi Forum Monaco – 10, avenue Princesse Grace – Monaco
Per ulteriori informazioni: www.grimaldiforum.com

Giuseppe Lippoli