Tanto per capire bene che Paese sia l’Italia oggi.
Stessa catena di supermercati; città diverse; fatti di cronaca che creano clamore mediatico.
Febbraio; a Follonica (GR), due dipendenti di un noto marchio tedesco di supermercati vengono prima sospesi dal lavoro  (ad aprile licenziati) rei di aver chiuso in un gabbiotto della raccolta dell’immondizia due donne di etnia rom intente a rovistare nei rifiuti e aver postato un video sui social networks irridendole; le due “incarcerate”, dedite all’ “attività” consueta di appropriarsi degli oggetti contenuti nei cassonetti del supermercato; un’ “attività” illecita, che rientra nella fattispecie del reato di furto aggravato per il quale furono denunciate tempo addietro insieme ad altri loro connazionali.
I due dipendenti sono stati licenziati perchè il contenuto del filmato prodotto “va contro ogni nostro principio aziendale”, così dichiarato in un comunicato da parte della direzione aziendale.
Due giorni fa, stessa catena di supermercati, città diverse (Biandrate, Volpiano, Somaglia, Mister Bianco), alcuni dirigenti arrestati con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, appropriazione indebita, ricettazione, riciclaggio,intestazione fittizia di beni, traffico di influenze. I dirigenti, si legge nell’ordinanza della Procura, sono stabilmente asserviti alle cosche mafiose indagate per l’assegnazione degli appalti.
Certamente, una volta terminate le indagini, e celebrati i processi, i dirigenti coinvolti, oltre a dover scontare le pene comminate, saranno licenziati dalla capostruttura, tuttavia è lecito affermare che i “protagonisti” dei due casi di cronaca sono stati assoggettati (per i dirigenti si deve usare il tempo futuro) al medesimo provvedimento del licenziamento per giusta causa.
Capito ?
Due dipendenti evitano un furto, difendono beni di proprietà dell’azienda, hanno la “grave colpa” di produrre un video che schernisce le due ladre (per altro recidive) e perdono il lavoro; stessa sorte per chi, alti dirigenti, era a libro paga di una cosca mafiosa.
Domanda: è più grave essere conniventi e a “soci” della mafia o schernire due malfattori ?
Certo, si vive in uno Stato di diritto dove la gogna e altre attività di pubblico ludibrio sono state bandite da decenni (grazie a Dio, aggiungo), ma è precipuo anche soppesare le azioni e gli atti di ciascun cittadino prima di comminare sanzioni, perchè altrimenti si corre il rischio di guardare il dito e non la luna che si vuole indicare.
Del resto oggi, vale più l’ apparenza della sostanza, e c’è video e video, pubblicità e pubblicità.
E sì, perchè sugli schermi televisivi vengono trasmessi spot pubblicitari che irridono donne, uomini, seguendo i soliti clichè triviali, ma in pochi gridano allo scandalo.
Un esempio di quanto vi sia il ludibrio di “genere”, fu lo spot pubblicitario della Segafredo A con tanto di calcio sulle sacre terga del compagno disteso sul letto, da parte della compagna. Un esempio edificante dell’ “armonia” della famiglie moderne.
A seguito della stigmatizzazione pubblicata sul sito AFFARITALIANI.IT l’azienda di beverage bolognese modificò lo spot “incriminato” edulcorandolo con scene meno triviali.
Mi chiedo se i responsabili e i produttori di quella pubblicità offensiva siano stati licenziati per aver leso l’immagine della Segafredo che dice di identificarsi e ispirarsi da decenni ai valori della famiglia, del “calore domestico”.
Non credo che responsabili abbiano perduto il loro posto di lavoro, e di questo ne sono felice, visto quale sia la situazione lavorativa e il dramma che vivono coloro, magari facenti parte degli “anta” che hanno la sventura di perdere il lavoro o di essere disoccupati.
Chiosa finale.
L’immagine della famosa azienda di distribuzione tedesca è stata maggiormente lesa dai due dipendenti di Follonica o dai dirigenti legati alla Mafia ?
Attendo dichiarazione ufficiale della direzione generale.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)