La ragazza con il braccialetto (La fille au bracelet), è un film che spiazza, perchè dopo aver mostrato un inizio tranquillo, che vede una normale famiglia francese godersi una serena giornata al mare, vira verso toni drammatici, che spingono ad interrogarsi sugli adolescenti del terzo millennio, sui valori a cui si ispira la loro vita e su come a volte essi questi ragazzi siano per i loro stessi genitori dei perfetti sconosciuti.
La storia è quella di Lise , una ragazza di 18 anni, accusata di aver ucciso due anni prima la sua migliore amica. In attesa del processo, si trova in libertà vigilata, costretta ad indossare un braccialetto elettronico di controllo.
I genitori, Bruno e Céline, benestanti liberi professionisti, sono devastati dall’inaspettata drammatica situazione, ma cercano, ognuno a suo modo, di supportare la figlia e soprattutto di controllarla, in modo che la ragazza rispetti i limiti imposti dalla libertà vigilata.
Durante il processo emerge la personalità di Lise, che si mostra indifferente, quasi apatica, dando ai giudici l’impressione di essere una persona che nasconde misteri inconfessabili.
Quando la ragazza si presenta in tribunale, durante gli interrogatori emerge, infatti, che lo stile di vita condotto da Lise e dai suoi coetanei è privo di qualsiasi valore morale, cosa che giunge totalmente inaspettata per i genitori.
L’interpretazione di Melissa Guers, l’attrice protagonista per la prima volta sullo schermo, colpisce per la sua intensità, perchè riesce a dare ai silenzi della giovane Lise un ventaglio di sfumature inquietanti e difficilmente decifrabili dai giudici che l’interrogano.
Tutti si chiedono: sarà assolta o condannata? Lasciamo un po’ di suspense sul finale, ma non sull’ultima scena, che vede Lise allacciare intorno alla caviglia una catenina… un vincolo, o un rimorso, che forse si porterà dietro per tutta la vita.
Claudia Di Meglio