Al Circolo dei Magistrati Corte dei Conti in scena la quarta sfilata organizzata da Afron, oncologia per l’Africa Onlus

Sarà una serata all’insegna della solidarietà quella che si svolgerà sabato 14 aprile presso il Circolo Magistrati Corte dei Conti in Roma, che ospiterà la quarta edizione della Sfilata del Cuore, organizzata da Afron, la onlus che si occupa delle donne e dei bambini affetti di cancro in Africa.
Le modelle che percorreranno la passerella sono in gran parte amici e sostenitrici di Afron, che si metteranno in gioco sfilando con le creazioni di diversi stilisti, che con le loro collezioni daranno vita ad una gara di solidarietà. Attesa una sorpresa per la partecipazione in incognito di una modella che verrà svelata solo dopo la sfilata. Una serata all’insegna della moda che sta diventando un appuntamento tradizionale sempre più importante e di rilievo istituzionale, considerata la partecipazione in questa edizione dell’ambasciatrice Ugandese in Italia e parte dello staff dell’ambasciata.
Del resto, come non aspettarsi questo calore attorno ad un evento organizzato da una onlus che si è presa a cuore le sorti dei malati di cancro in paesi come Uganda e Rwanda, dove contrastare questa malattia, ancora oggi, significa dover lottare prima di tutto contro pregiudizi sociali, difficoltà economiche e assenza di medicinali e macchinari moderni per le cure. Ammalarsi di cancro in Africa significa, nei casi in cui il malato ha questa consapevolezza, dare battaglia ad un male che ti mangia dentro, senza avere le armi per farlo. In questa ottica è necessaria, anzi fondamentale, l’azione di Afron, unica onlus europea a far parte dell’Uganda Cancer Society, network di organizzazioni nazionali ed internazionali impegnate nella lotta al cancro.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Andriani, presidente e fondatrice di AFRON Oncologia per l’Africa Onlus ed esperta africanista, da diversi anni impegnata costantemente in questa battaglia, quali sono le prime tre cose che mancano per contrastare efficacemente questa malattia nei paesi in cui Afron è attiva, la risposta rende immediatamente chiaro il quadro della situazione: conoscenza dei tumori da parte della popolazione, formazione del personale sanitario di base che possa fare una prima diagnosi di tumore, acceleratore lineare per il servizio di radioterapia. La prima preoccupazione di Afron è stata proprio quella di portare informazione, prevenzione e formazione senza le quali, soprattutto nelle zone più remote, i medici non sarebbero stati in grado di diagnosticare un tumore o i pazienti di riconoscerne i sintomi.
Un impegno che oggi continua, con una presenza costante in Uganda, dove i volontari sono riusciti a creare rapporti cordiali con le istituzioni e un legame forte con la popolazione, grazie anche a “Uganda Women’s Cancer Support Organization”. Con questa organizzazione, fondata da donne Ugandesi che hanno sconfitto la malattia, Afron conduce campagne di sensibilizzazione e di screening creando quella fiducia necessaria affinché si possa mettere in atto una prevenzione conscia ed una fiducia nelle strutture sanitarie e nelle cure, vincendo ogni remore culturale. I risultati ottenuti in questi anni sono più di 600.000 persone sensibilizzate sui tumori e sull’importanza della prevenzione inoltre, 15.587 donne hanno ricevuto una visita ginecologica e senologica gratuita delle quali circa 200 hanno ricevuto una diagnosi di lesione precancerosa, curata grazie all’intervento di Afron. Non bisogna dimenticare poi gli oltre 100 bambini malati di cancro ed i loro familiari che hanno ricevuto supporto psico-sociale durante la malattia.
Il cancro, in questi paesi è una vera e proprio emergenza sanitaria in crescita. A favorirne l’aumento dei casi contribuiscono l’allungamento dell’aspettativa di vita, nuove e cattive abitudini alimentari e un inquinamento crescente. Afron nasce dall’allarme lanciato nel 2008 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: “se non si interverrà tempestivamente con opportuni programmi di prevenzione e cura, l’Africa si troverà ad affrontare 13 milioni di nuovi casi di cancro e circa 1 milione di decessi l’anno”. L’emergenza è dettata dai dati che oggi dicono che in Uganda, su 10 donne che si ammalano di cancro alla cervice, 8 ne muoiono. In Italia la sopravvivenza a 5 anni del cancro al seno supera l’86%, in Uganda solo il 54%. Sempre in Uganda solo il 4% della popolazione femminile ha ricevuto uno screening ginecologico e solo il 2% dei tumori infantili viene diagnosticato per tempo, per il rimanente 98% le conseguenze sono quasi sempre fatali.
In Africa, non è diverso il tasso di mortalità rispetto alla malattia in se, quello che cambia sono la poca conoscenza della popolazione verso i tumori, la difficoltà nel raggiungere le strutture e i mezzi economici per permettersi le cure. Tutti elementi che rendono la situazione drammatica.
Abbiamo chiesto alla presidente Andriani, perché, tra la miriade di onlus oggi presenti sul palcoscenico nazionale e internazionale, una persona dovrebbe scegliere proprio Afron. Nelle sue parole, il significato di tutto il suo impegno: “Perché il cancro purtroppo è la vera piaga del secolo e non fa discriminazioni. Grazie ai programmi di screening e alla ricerca, in Italia si morirà sempre di meno. Già oggi alcuni tumori, come quelli femminili e infantili, possono essere completamente guariti se diagnosticati tempestivamente. Se una persona si ammala in Italia ha diritto alle cure oncologiche gratuite e a servizi accessori come il supporto psicologico e l’assistenza domiciliare. Nei paesi africani non vi è nulla di tutto questo: le cure – sono necessari circa 1.000 euro a persona per un intervento combinato di chirurgia, radioterapia e chemioterapia – sono totalmente a carico dei pazienti e impossibili da sostenere, visto che il 35% della popolazione ugandese vive sotto la soglia della povertà, 1$ al giorno.
La mancata conoscenza della malattia, la lontananza dagli ospedali e l’altissimo costo delle cure, fanno sì che in Africa una diagnosi di cancro sia considerata, troppo spesso, una vera e propria condanna a morte. Noi sogniamo un mondo dove l’accesso ai programmi di prevenzione e alle cure oncologiche sia universale e garantito a tutti, indipendentemente dal luogo dove si ha la fortuna o sfortuna di nascere”.
L’appuntamento dunque è per sabato 14 aprile alle ore 17.00 nella cornice del Circolo dei Magistrati Corte dei Conti, in via del Foro Italico, 430 – Roma, prenotazione obbligatoria al 339.7209153. Prevista una donazione di € 20.00 per assistere alla sfilata, alla quale seguirà cocktail e shopping solidale. I fondi della serata saranno devoluti alla prossima campagna di screening al Matany Hospital, che si svolgerà a novembre di quest’anno, dove Afron intende offrire visite ginecologiche e senologiche gratuite a circa 1.000 donne.
Un malato colpito dal cancro in Italia è costretto ad un percorso difficile, ma dal quale può uscire vittorioso, troppo spesso, ancora oggi, se la stessa malattia viene diagnostica in Africa, la guarigione non è neanche una speranza.

www.afron.org

Di Emanuele Scigliuzzo