Grande scalpore ha suscitato la notizia della vaccinazione dei calciatori italiani, che presumibilmente verranno convocati per gli imminenti campionati Europei di calcio in calendario dal 11 di giugno al 11 di luglio.

La somministrazione è avvenuta in due strutture, lo Spallanzani a Roma e l’Humanitas di Rozzano (MI).
La FIGC in un comunicato ha diffuso la notizia: Vaccini, tocca ai calciatori: dosi per la Nazionale in vista dell’Europeo
“Attesa la rilevanza internazionale rivestita dal Campionato di calcio UEFA EURO 2020, sentita la FIGC e concorde il Ministero della Salute, la Struttura di supporto commissariale per l’emergenza Covid 19 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha autorizzato la vaccinazione in priorità dei calciatori facenti parte della delegazione della Nazionale italiana di calcio che prenderà parte a giugno al Campionato Europeo”.“
Vaccinazione in priorità, ipse dixit.
Questa notizia è “la ciliegina” della campagna vaccinale.
Una campagna vaccinale partita con mille difficoltà, che ha suscitato molte polemiche e critiche per le lungaggini, i problemi di scarsità di dosi nelle prime settimane dell’anno, le contraddittorie decisioni riguardo l’utilizzo del siero AstraZeneca per i potenziali effetti collaterali, i numerosi casi di “furbetti imbucati” che hanno ottenuto il privilegio di vedersi inoculare il vaccino prima di molti cittadini facenti parte di quelle categorie a rischio, come gli anziani over 80 o i pazienti fragili portatori di importanti patologie.
Uno dei più odiati vizi del nostro Paese, il doppiopesismo, si è manifestato ancora una volta nonostante la pandemia e gli oltre 120 mila morti causati dal Sars-CoV 2.
In sostanza, in spregio a questi drammatici mesi che la cittadinanza ha vissuto, si è voluto dare un’ennesima mortificazione e umiliazione per tutti i “comuni mortali” che hanno rispettato ogni genere di restrizioni, di indicazioni, di difficoltà sanitarie, economiche, sociali, psicologiche.
Nessun rispetto per le lunghe attese per accedere alla somministrazione di una dose di vaccino ed avere la speranza di poter ritornare ad un’ esistenza meno angosciante e più normale.
In sintesi.
Agli “dei pallonari”, virgulti aitanti in ottima salute, verrà somministrato il siero a mRNA con seconda dose dopo 21 giorni, in “barba” alle nuove direttive del Ministero e dell’ISS che prevedono l’inoculazione spostata fino a 42 giorni per tutti gli altri connazionali meno famosi e non facenti parte di un avvenimento di rilevanza internazionale.
In sintesi.
Per i cittadini “normali”, da oggi in poi, AstraZeneca per tutti (eccezion fatta per i soggetti fragili).
Nessun rispetto, oltre che stigma perpetuo di irresponsabilità e mancanza di senso civico, per tutti coloro che manifestano normali e comprensibili remore e dubbi riguardo il siero anglo-svedese oggetto di innumerevoli, contraddittorie decisioni riguardanti efficacia e potenziali effetti collaterali.
Nessun limite riguardo l’età anagrafica, perchè è di vitale importanza raggiungere il prima possibile la tanto agognata “immunità di gregge” (oltre al rischio di inutilizzo delle milioni di dosi conservate nei frigoriferi degli hub vaccinali sparsi lungo lo Stivale, a causa delle rinunce di centinaia di migliaia di persone, in Sicilia oltre 250 mila).
Una decisione, quella dell’ ISS e del Ministero della Salute che va in controtendenza rispetto a quanto sta accadendo in molti Paesi della UE e extra UE.
Non importa se anche in UK (patria del siero) l’utilizzo viene effettuato alle persone over 30 con l’intenzione di alzare la soglia a 40 anni e forse più.
Se in Francia e in Germania è previsto l’utilizzo dei vaccini a mRNA per la seconda dose a coloro che hanno ricevuto AstraZeneca. Non importa se in Spagna viene inoculato solo nella fascia di età 60/69 e si pensa di non utilizzarlo più non appena vi sarà la disponibilità di altri tipi di vaccini.
Non importa se la UE a fine anno non rinnoverà il contratto di fornitura con l’azienda anglo-svedese, puntando su sieri a mRNA in quanto più adattabili in caso di varianti del virus.
Non importa se in Svizzera e Danimarca non è stata utilizzata una sola dose perchè ritenuto un siero meno efficace e quindi meno facile raggiungere l’immunizzazione di massa.
Non importa se in Sudafrica non viene utilizzato AstraZeneca perchè l’efficacia contro la variante autoctona è solo del 10,4% (dati pubblicati lo scorso mese di marzo dal New England Journal of Medicine).
Una domanda però è d’uopo.
A questo “teatrino”, il “normale” cittadino contribuente qual è il comportamento da assumere ?
Si deve tacere, oppure difendere il briciolo di dignità che ancora ci rimane, soprattutto quando in gioco (che, badate bene, non si tratta del giuoco con la palla sferica che rotola sopra il rettangolo verde) c’è la salute delle persone ?
Come direbbe il grande Totò, ogni limite ha la sua pazienza e quel limite è stato abbondantemente superato. La bilancia dei valori sui quali si basa una società civile deve essere riequilibrata facendo sparire l’odioso e repellente doppiopesismo.

Massimo Puricelli
Castellanza(VA)