L’Aquila, nonostante il lasso di tempo che la separa dall’aprile 2009, non è l’isola felice che ci si aspetterebbe.

Dopo la diaspora post-sisma, quasi nulla del movimento vivace del centro storico e della città universitaria è rimasto a coloro che la abitano. Niente è davvero tornato a fiorire, ma qualcosa germoglia. Ieri 5 giugno, Stefano Boeri, consulente per l’Urbanistica del commissario Errani, ha posto in essere un sopralluogo proprio a L’Aquila.

Aperta a tutti, la visita organizzata con l’ordine degli Architetti ha toccato le frazioni di Onna, Tempera e San Gregorio. Abbiamo raggiunto e intervistato l’architetto Boeri, al fine di raccogliere le sue impressioni a caldo. Ecco quanto ha affermato.

Gentile architetto Stefano Boeri, quali sono le sue impressioni all’impatto con L’Aquila 2017?

“Abbiamo visitato il centro storico dell’Aquila e alcune sue frazioni, incontrando cittadini, associazioni e tecnici che si stanno occupando della ricostruzione. Dopo anni di stasi, il centro storico è oggi un cantiere a cielo aperto con centinaia di gru attive, soprattutto nella riqualificazione di decine di palazzi storici privati. Ancora fermi sono invece i palazzi pubblici, gli spazi aperti e molte chiese.
Insieme alla sorpresa di vedere una città brulicante di cantieri e ponteggi, l’interrogativo è se questo basterà a convincere gli abitanti originari a tornare a vivere nel centro storico. Ancora privo di spazi commerciali e di servizi. Le frazioni sono invece ancora molto indietro nella ricostruzione.
Ma non c’è dubbio che capire cosa si è fatto e non si è fatto in questi 8 anni all’Aquila sia molto utile a capire come agire nel cratere del sisma dell’agosto e ottobre 2016″.

Ma chi è Stefano Boeri, architetto che ieri visitava L’Aquila?

Laureato in Architettura al Politecnico di Milano (1980), nel 1989 ha conseguito il dottorato di ricerca in pianificazione territoriale all’Istituto universitario di Architettura di Venezia.
Professore ordinario di Urbanistica presso il Politecnico di Milano, Boeri ha insegnato come guest professor in diversi Atenei internazionali, tra i quali l’Harvard graduate school of Design di Cambridge, l’Istituto Strelka di Mosca, il Berlage institute di Rotterdam e l’École polytechnique fédérale di Losanna. È stato progettista e membro del comitato scientifico dello Skolkovo innovation center, polo di alta tecnologia nei pressi di Mosca.
Oggi dirige il Future city lab della Tongji university di Shanghai, un programma di ricerca post-dottorato dove si anticipa la mutazione delle metropoli planetarie.
È stato assessore alla Cultura del Comune di Milano dal 2011 al 2013. Dal 2015 fa parte del comitato scientifico della Galleria degli Uffizi di Firenze con Davide Gasparotto, senior curator al dipartimento di Pittura del J. Paul Getty Museum, e Carl Brandon Strehlke, curatore emeritus al Philadelphia museum of art.
Nel 2010, chiamato dalla municipalità della metropoli brasiliana, ha coordinato São Paulo calling, un progetto/ricerca sugli insediamenti informali nel mondo.

Le realizzazioni più note sono il Bosco verticale di Milano, la Villa Méditerranée di Marsiglia e la Casa del mare a La Maddalena.
Nel 2009 Stefano Boeri, con Richard Burdett, Jacques Herzog e William McDonough, viene chiamato a far parte della consulta degli architetti L'Aquila 2017, sopralluogo: a che punto è la ricostruzione?di Expo Milano 2015, incaricata della progettazione del concept masterplan per l’esposizione milanese.
Nel 2015, Boeri è stato chiamato alla Conferenza internazionale sul clima COP21 a Parigi, dove ha esposto il progetto di Città foresta, un insediamento urbano fondato sulla biodiversità, l’energia green e la sostenibilità ambientale che sta sviluppando in Cina.
Attualmente Stefano Boeri architetti è impegnato in progetti internazionali come il master plan per Tirana2030, la realizzazione della Tour des cedres a Chavanne (Losanna), il piano generale della Repubblica di San Marino e progetti pubblici e residenziali in Cina, che riprendono l’idea del prototipo milanese del Bosco verticale.
Di recente, Stefano Boeri architetti è stato chiamato a costruire la nuova mensa scolastica di Amatrice. Il progetto Amate Amatrice è stato realizzato con i fondi raccolti dalla campagna nazionale promossa da TG La7 e Corriere della Sera, in seguito al sisma che ha colpito l’Italia centrale nell’agosto del 2016.

Ecco, su Facebook, un video interessante.

Appuntamento, ora, al 20 giugno: il laboratorio per la riscostruzione si sposterà ad Arquata e Amatrice e nelle settimane successive in altri centri presenti nel cratere del sisma del 2016-17.

Intervista di Isabella Lopardi