Il 2 novembre del 1975 Pier Paolo Pasolini veniva ucciso nel vasto squallore dell’idroscalo di Ostia,  a pochi chilometri da Roma, un corpo esanime, un”sacco di stracci come lo ha definito un testimone oculare, un uomo martoriato, con le ossa spezzate e il volto straziato quasi irriconoscibile, la testa fracassata dalle bastonate, il corpo straziato dalle ruote di un’automobile.

Così finiva la vita di Pasolini (Bologna 1922 – Roma 1975), scrittore, traduttore, poeta, regista teatrale e cinematografico, polemista, critico, per mano di un ragazzetto di borgata minorenne, senza chiarimenti, senza definizioni, con quella stessa violenza barbara con cui, durante la vita, era stato attaccato sul piano giuridico, politico, ideologico e morale. Un uomo libero, un artista profetico che si assumeva la responsabilità dei suoi pensieri. Non scendeva a compromessi, rifiutava le proposte che non riflettevano la sua autenticità e verità artistica.

Aveva 52 anni, ancora adesso la sua scomparsa rimane nel mistero, una storia tragica, senza risposta. Ora le celebrazioni per il quarantennale della morte di PPP diventano soprattutto l’occasione di una riscoperta, come accade grazie alla proposta nelle sale e in dvd e della versione restaurata di Salò o le 120 giornate di Sodoma, restauro della Cineteca di Bologna e CSC – Cineteca Nazionale. Un scioccante film basato sulla violenza del potere che il regista conclude poco prima di morire.

E’ considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del XX secolo.

Ha vissuto all’insegna di una continua sperimentazione esistenziale, ideologica e linguistica. Ha scritto poesie, romanzi, testi teatrali, saggi e sceneggiature cinematografiche tra cui ricordiamo i romanzi Ragazzi di vita (1955), Una vita violenta (1959), Teorema del 1968, ed altri ancora.

Tra i suoi film: Accattone del 1961. il primo film della storia della cinematografia italiana a essere vietato, con apposito decreto, ai minori di diciotto anni; Mamma Roma del 1962; Uccellacci e Uccellini del 1965; Edipo Re del 1967.

Un discorso a parte merita : “Il Vangelo secondo Matteo”, girato nel 1964, nessuno ha mai fatto un film così, conosceva a fondo la storia del Messia. E’ un film scarno e poetico dove l’essenzialità delle immagini si sposa all’intensità emotiva della musica di Bach e di Mozart. Vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Venezia del 1964. Tre Nastri d’Argento per la regia, la fotografia e i costumi.

L’eredità culturale che lo scrittore ha lasciato in termini di letteratura, poesia, giornalismo e la sua analisi politica e sociale ha avuto sulla vita intellettuale del nostro paese, ancora oggi è oggetto di discussione su trent’anni di storia italiana, dal Dopoguerra al prima metà degli Anni Settanta.

Nel mese di febbraio uscirà nelle sale cinematografiche La macchinazione di David Grieco sulla morte di Pier Paolo Pasolini che ha come protagonista Massimo Ranieri.

Le Poste Italiane emettono un francobollo commemorativo inciso in calcografia.

Giuseppe Lippoli