Se, vedendo il film “Le cose che verranno”  (L’Avenir) ci si aspetta un colpo di scena, un momento spettacolare, un guizzo emozionante, si rimane delusi, perchè il film scorre via lento, rispecchiando il lento fluire della vita, che, tra alti e bassi, ci regala comunque attimi di speranza, e, come si dice, continua e ci dà sempre la forza per ricominciare.

Nel film  la giovane regista Mia Hansen-Love ci presenta la protagonista, una straordinaria Isabelle Huppert, nel suo modo di affrontare la vita momento per momento, con un approccio filosofico molto profondo che tiene conto della sua fragilità e dell’importanza del pensiero, che le deriva dal suo essere un’insegnante di filosofia.

SINOSSI: Nathalie insegna filosofia in un liceo di Parigi. Per lei la filosofia non è solo un lavoro, ma un vero e proprio stile di vita. Un tempo fervente sostenitrice di idee rivoluzionarie, ha convertito l’idealismo giovanile “nell’ambizione più modesta di insegnare ai giovani a pensare con le proprie teste” e non esita a proporre ai suoi studenti testi filosofici che stimolino il confronto e la discussione. Sposata, due figli, e una madre fragile che ha bisogno di continue attenzioni, Nathalie divide le sue giornate tra la famiglia e la sua dedizione al pensiero filosofico, in un contesto di apparente e rassicurante serenità. Ma un giorno, improvvisamente, il suo mondo viene completamente stravolto: suo marito le confessa di volerla lasciare per un’altra donna e Nathalie si ritrova, suo malgrado, a confrontarsi con un’inaspettata libertà. Con il pragmatismo che la contraddistingue, la complicità intellettuale di un ex studente e la compagnia di un gatto nero di nome Pandora, Nathalie deve ora reinventarsi una nuova vita.

 Nelle sale dal 20 aprile 2017