In Europa la storia degli ultimi secoli è stata caratterizzata dalle continue mire espansionistiche della Germania.
Storia di imperi (Reich), di dominazioni, di guerre.
Mire e bramosie che hanno causato due guerre mondiali, con milioni di morti riducendo il Vecchio Continente ad un cumulo di macerie. 
Sommersa dalle macerie ci finiva anche la regione teutonica che subì , a metà del secolo scorso, l’umiliazione di vedersi divisa in due parti il suo territorio, con la zona orientale sotto l’egemonia dittatoriale quarantennale del regime Sovietico.
Di queste tragedie, una nazione, solo una, fu capace di resistere vittoriosamente all’ impero teutonico e non ebbe l’onta di vedere invadere il suo suolo dalle truppe germaniche: La Gran Bretagna.
Vuoi per una questione geografica (è un’isola), vuoi per lo spirito combattivo e l’orgoglio che ha sempre caratterizzato il popolo anglosassone (ultima invasione straniera sul suo britannico risale al 1066 da parte del re Normanno Guglielmo I), fatto sta che nessun esercito straniero ha varcato bellicosamente le bianche scogliere di Dover.
Giova ricordare le parole pronunciate da W. Churchill durante il discorso tenuto alla nazione nel maggio 1940 allorchè rifiutò l’armistizio con  tedeschi durante la disfatta di Dunkerque con gli eserciti franco-inglesi in rotta su tutta la linea del fronte e abbandonare con ogni mezzo (epico il trasporto di oltre 300 mila uomini al di là della Manica) l’Europa continentale e sbarcare in Inghilterra da dove fu riorganizzata la difesa contro i nazisti:
” Dico al parlamento che non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime, e sudore. Voi chiedete qual’è la nostra linea politica? Io rispondo fare la guerra per terra, mare, aria. Guerra con tutta la nostra potenza e tutta la forza che Dio ci ha dato, e fare la guerra contro una mostruosa tirannia. Questa è la nostra linea politica. Voi chiedete: qual’è il nostro obiettivo ? Posso rispondere con una parola. E’ la vittoria. Vittoria a tutti i costi, Vittoria malgrado qualunque terrore, Vittoria per quanto lunga e dura possa essere la strada, perchè senza Vittoria non c’è sopravvivenza”.
Parole pronunciate 75 anni fa; parole che hanno portato alla salvezza della democrazia, alla libertà dei popoli europei, alla costituzione di rapporti inter-stati basati su pari dignità , rispetto reciproco; parole che hanno portato alla costituzione di organismi e istituzioni sovranazionali con lo scopo di garantire pace e benessere all’intera Europa.
Ebbene a distanza di decenni, con una profonda crisi economica che sta mettendo a dura prova i valori costituenti le Istituzioni continentali, quel discorso di Sir W. Churchill è ancora attuale.
No, eserciti invasori non ve ne sono; non vi sono battaglie con centinaia di migliaia di vittime tra militari e civili; non ci sono città rase al suolo dai bombardamenti a tappeto della Luftwaffe; non stiamo vivendo quei drammi, ma ancora oggi stiamo subendo “un’Invasione” ancora più pericolosa perchè più subdola basata sulla finanza, sull’ egemonia economica politica della nazione germanica che non ha mai smesso di avere brame espansionistiche e totalitarie.
Esagero. Non credo.
Fatto sta che ancora oggi dalla “perfida Albione”, come veniva definita durante la seconda guerra mondiale la Gran Bretagna da parte dei regimi nazi-fascisti, stiamo avendo una lezione e un monito per salvare i nostri popoli e la nostra sovranità.
Due esempi.
La Gran Bretagna non ha voluto introdurre come moneta l’Euro e abbandonare la Sterlina, ben conscia dei disastri che avrebbe dovuto sopportare e affrontare utilizzando la moneta comune.
Il secondo esempio, è l’intenzione sempre più imminente di chiedere al popolo “di Sua Maestà” di esprimersi democraticamente con un referendum sulla permanenza del Regno Unito nella UE.
Sì, perchè questa UE è ormai sempre più succube dei diktat e del potere germanico; sempre più “invasa” dalle armate-economiche di Frau Merkel.
Ecco, la Gran Bretagna che lottò strenuamente durante il secondo conflitto mondiale per difendere il suo suolo, la sua storia, la cultura, la sua libertà e democrazia, ancora oggi è il faro di quei valori, che, purtroppo, molti Stati (tra cui l’Italia) stanno svendendo a basso prezzo dimenticandosi quante vite furono sacrificate.
Ecco, la Gran Bretagna.
In questi giorni la Gran Bretagna ci impartisce un altra “lezione” nel difendere i propri cittadini, il proprio suolo, la propria libertà, il proprio futuro.
Migliaia di migranti clandestini accampati nei pressi di Calais in Francia davanti alla Manica, ogni giorno cercano di attraversare lo stretto lembo di mare per sbarcare sul suolo inglese.
Per il premier David Cameron una minaccia che non può essere tollerata, avendo il timore che il suo Paese venga considerato la meta preferita, una sorta di Paradiso di tutti i popoli del mondo e venendosi a creare una situazione simile a quanto accade da anni in Italia e in Grecia dove una vera e propria invasione di centinaia di migliaia di sedicenti  profughi (solo il 10% posseggono i requisiti ottenere asilo politico) provenienti da ogni parte dell’Africa  vengono mantenuti a spese dei contribuenti europei per mesi e mesi senza soluzione di continuità.
Difendono quello stretto “Canale” largo solo 34 km, 18 miglia marine.Lo difendono come lo difesero durante la battaglia d’Inghilterra nell’estate-autunno del 1940.
Un’invasione che, se non verrà fermata, scatenerà un conflitto sociale inimmaginabile nelle nostre città, nei nostri Paesi.
Un fenomeno, per alcuni ben pensanti (che evidentemente lucrano su questa povera gente), impossibile da fermare, che la considerano una migrazione epocale, biblica.
Un fenomeno ineluttabile, un “storia già scritta”non modificabile. Come l’avanzata prorompente delle Panzer Division tedesche che invadevano le terre francesi, polacche, russe, belghe, olandesi, iugoslave, ecc. con la “blitzkrieg”.
Ma anche allora l’ineluttabile destino fu rovesciato dalla volontà, dall’orgoglio, dalla lungimiranza del popolo inglese guidato da uno statista “fumatore di sigari” che salvò il mondo dalla rovina.
Oggi, come il secolo scorso, il Regno Unito, primo regno che riconobbe i diritti fondamentali dei suoi cittadini con l’emanazione della “Magna Carta”, ci impartisce una lezione di libertà e di diritto che dovremmo fare nostra e applicare pedissequamente.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)