Blocco del traffico a Milano per tre giorni, targhe alterne a Roma per due giorni, questi i provvedimenti adottati dalle rispettive amministrazioni comunali per gli elevati tassi di inquinamento causati dalle polveri sottili (PM10) che ammorbano l’aria e le vie respiratorie dei cittadini.
Ordinanze assolutamente inutili e frutto solo di decisioni “di facciata” delle Giunte comunali che a parole dicono di voler combattere l’inquinamento, ma che in realtà tengono fede solo alle loro ideologie politiche che vedono negli autoveicoli come il male assoluto della società.
Il blocco del traffico, “le domeniche a piedi”, suscitano in me un sorta di ilarità nervosa (rido, ma si dovrebbe piangere) perchè il problema dell’inquinamento atmosferico che attanaglia vaste zone del nostro Paese, risale dal primo dopo guerra durante lo sviluppo economico industriale degli anni 50/60.
Non ci sarebbe nulla di esilarante, ma sorrido per dar sfogo alle mie arrabbiature a fronte alla ipocrisia strabordante che si ode in questi giorni.
Immagino cosa diranno i sostenitori di queste ordinanze; odo già i loro acidi commenti verso coloro che criticano tali scelte. 
“Sono solo dei piccoli borghesi “innamorati” della loro autovettura, del loro status symbol, che non hanno alcun senso civico e sensibilità ambientale”.
Tra i critici dei blocchi c’è anche il sottoscritto, che tuttavia non è un “piccolo borghese”, che utilizza l’autovettura pochissimo (solo 3000 km l’anno) e solo quando debbo trasportare pesanti carichi e l’auto non la considera un “vanto”, tanto più che possiedo una misera utilitaria che di “Status Symbol” non ha nulla.
Aggiungo e dico agli integralisti ideologici sostenitori di queste Giunte, che utilizzo la bicicletta tutto l’anno per gli spostamenti in area urbana oltre ad essere un cicloamatore che percorre migliaia di chilometri per le strade di Lombardia e Piemonte (grazie a Dio ho la salute che mi permette di adoperare il velocipede a due ruote mosso dai pedali spinto con la forza delle gambe).
Detto questo, è d’uopo sottolineare come la zona più inquinata d’Italia ha questo triste primato per ragioni orografiche (una pianura circondata da montagne spartiacque dove la ventilazione è scarsa e il ricambio d’aria è limitato), oltre che per motivi antropici (zona ad altamente industriale e densamente popolata).
Facendo un rapido excursus storico del fenomeno inquinamento si ricorderà che negli anni del “Boom” lo smog (neologismo proveniente dall’Inghilterra con il quale si definiva l’inquinamento atmosferico, vocabolo composto dalle parole smoke-fumo e fog-nebbia) copriva le città con una caligine densa e maleodorante provocata dalla combustione dei carburanti (in prevalenza oli combustibili, carbone, legna, kerosene, ecc.) dei riscaldamenti dei fabbricati civili e industriali. 
In Pianura Padana nei mesi invernali i fumi dei camini insieme all’ alto tasso di umidità rendeva la nebbia così fitta che si diceva ” che poteva essere tagliata a fette….”.
All’ inizio degli anni 70 ci fu la prima e concreta presa di coscienza della gravità dell’inquinamento e delle conseguenze a livello epidemiologico. 
L’allora sindaco di Milano, Aldo Aniasi fu il primo amministratore che prese un radicale provvedimento per migliorare la qualità dell’aria: sostituì le vecchie caldaie a carbone degli stabili comunali con quelle a gasolio (oggi si definirebbe come un provvedimento “green” assolutamente rivoluzionario e innovativo).
Con la “crisi energetica” di quegli anni e la partecipazione politica di base di una gran parte della popolazione (la politica era una componente preponderante nella vita di molti cittadini) nacquero i primi movimenti ecologisti che avevano come loro principale scopo la battaglia contro l’inquinamento, le sue cause.
Con la sconfitta del terrorismo a metà degli anni 80 e con l’Italia che divenne la quinta nazione più industrializzata al mondo, con la “Milano da bere” e con un nuovo effimero “boom economico” l’inquinamento sparì dalle cronache, dai programmi politici dei partiti (beh qualche accenno era ancora presente ma solo per tener fede alle vecchie ideologie), come se il problema non esistesse più, come se si fosse dissolto definitivamente come neve al sole, nonostante i continui moniti dei medici e dei ricercatori.
Poi, come sempre accade, quando si vive un periodo di “vacche magre”, ecco che con lo scoppio della”bolla di sapone” dell’ espansione economica a fine anni 80 , ricompare, come un mostro mai estinto, lo smog, il killer che attanaglia le città e che provoca malattie e decessi come un conflitto mondiale.
In quegli anni si inizia a dare credito alle tesi scientifiche riguardanti le cause dei mutamenti climatici (si comprende che la produzione dei cosiddetti gas serra prodotti dalle attività umane civili e industriali sono una delle cause maggiori di quei cambiamenti) con inverni sempre più caldi e siccitosi.
Ecco allora che decine di amministrazioni comunali e regionali, non più sorde e insensibili verso il reale e grave problema, decidono di assumere provvedimenti concreti per cercare almeno di contenere il fenomeno.
Gli agenti inquinanti elevati di quel periodo erano l’ossido di carbonio e l’anidride solforosa; il primo prodotto dai motori a benzina e dalle caldaie a gas , il secondo dai motori alimentati a gasolio (il diesel).
Si iniziarono a produrre autoveicoli dotati di “marmitta catalitica” che abbatteva le emissioni nocive dei motori a benzina oltre a dotare di un filtro antiparticolato quelli diesel.
Chi non possedeva tali dotazioni era soggetto ai provvedimenti che le amministrazioni applicavano quando i livelli degli inquinanti superavano determinati limiti facendo scattare i divieti di circolazione alla domenica (dopo 5 giorni di superamento dei limiti il blocco scattava automaticamente la prima domenica in calendario) oppure veniva decisa la circolazione a targhe alterne.
Queste ordinanze, che si basavano su dati certi e che scattavano automaticamente (non erano il frutto di decisioni affrettate e inutili sull’onda emotiva dell’opinione pubblica) ebbero il merito di indurre gli automobilisti a cambiare le vecchie autovetture e i vecchi autocarri (realmente inquinanti) incentivati anche grazie ad una serie di agevolazioni e sconti stabiliti da vari Governi nazionali (i famosi incentivi alla rottamazione dei vecchi autoveicoli) che portarono al totale mutamento del parco auto circolante che era dotato di caratteristiche emissive (motori denominati euro 3/4/5) che abbatterono in pochi anni quegli agenti inquinanti (ossido di carbonio e anidride solforosa) che per decenni impestarono l’aria delle città.
Si pensò di aver risultò almeno in parte il problema, ma la ricerca scientifica segnalò che un nuovo agente inquinante, ancora più pericoloso, Il PM 10 (ora si prende in considerazione anche delle particelle più piccole, il PM 2,5), era presente nei bassi strati dell’ atmosfera. Un agente così piccolo che inalato si deposito negli alveoli polmonari causando una serie di malattie respiratorie.
Iniziando a monitorare questo nuovo componente si vide ben presto che i limiti accettabili, stabiliti dalla UE, in alcune zone d’Italia (sempre le stesse, le grandi aree metropolitane) questo valore veniva superato abbondantemente per parecchi giorni l’anno, soprattutto nel periodo autunno-invernale.
Tanti dibattiti, tante discussioni, ma in realtà nessun organo amministrativo seppe ed è stato in grado di trovare una soluzione all’annoso problema.
Molte Giunte cittadine, come quella di Milano guidata dal Sindaco Pisapia, credettero di trovare una soluzione introducendo il pagamento di un pedaggio d’ingresso per coloro che entrano in centro città con gli autoveicoli privati (la famosa e odiata Area C), che dati alla mano non ha prodotto nulla di concreto se non un cospicuo introito per le disastrate casse comunali.
I dati sbandierati gli scorsi anni sulla diminuzione dei livelli del PM 10 era dovuti solamente alle favorevoli condizioni atmosferiche di inverni e autunni particolarmente piovosi (la pioggia come il vento ripuliscono l’aria) mentre quest’anno particolarmente siccitoso (non piove a Milano da oltre 60 giorni) il limite massimo di giornate annue (35) oltre il livello di attenzione è stato superato abbondantemente.
Tutti questi dati dimostrano come le misure adottate seguendo un ‘impostazione ideologica non portano a nulla .
L’inquinamento è prodotto da una serie di cause, tra cui anche e certamente gli autoveicoli.
Ma è più semplice fermare gli autoveicoli in giornate semi-festive, o festive dando un’ apparenza di rigore che agire sulle altre cause.
Primo, si incentivi la sostituzione delle caldaie più vetuste e, logicamente, più inquinanti con sistemi ibridi (elettrici e a gas a condensazione), soprattutto dei fabbricati pubblici dove sono installate ancora vecchie caldaie a gasolio.
Secondo un piano generale di controllo di tutti gli impianti di riscaldamento privato e pubblico annuale, non ogni due anni e soprattutto particolareggiato, fabbricato per fabbricato; tutti sanno che i controlli dei vari enti preposti sono alquanto lacunosi se non totalmente assenti e ci sono tanti cittadini che non effettuano la richiesta “prova fumi” prevista per legge.
Secondo si vieti totalmente di utilizzare le stufe alimentate dalla legna anche se di nuova generazione perchè se la legna che viene utilizzata è umida o con residui, gli agenti inquinanti sono elevatissimi. E’ pura follia nel Terzo Millennio permettere l’utilizzo di legna per riscaldare le abitazioni (la guerra mondiale, grazie a Dio, è terminata 70 anni fa e i combustibili meno inquinanti sono a disposizioni di tutti).
Terzo sostituire i vetusti autobus urbani con nuove vetture ibride (elettriche e a gas metano) visto che, quelli attualmente in circolazione (mi chiedo come riescano a superare i controlli annuali visto cosa fuoriesce dalle loro marmitte) inquinano più di 500 autovetture di nuova produzione.
Quarto si utilizzi il cosiddetto “asfalto anti smog” formato da una micro emulsione polimerica che solo in pochissime città è stato posato.
Un tipo di asfalto che dovrebbe essere imposto soprattutto per le autostrade che circondano molte città e attraversano il nostro Paese da Nord a Sud da Est a Ovest e dove circolano migliaia di autoveicoli all’ora.
Quinto nessuno prende in considerazione il notevole aumento del traffico aereo in questi ultimi due decenni. Fino a prova contraria gli aerei non posseggono marmitte catalitiche, non hanno motori euro 5/6 e sono alimentati dal kerosene (nessuno però blocca tale traffico ……..)
Sesto e ultimo (ci sarebbero altri provvedimenti da attuare, ma questi, a mio parere sono i più urgenti) riqualificazione del trasporto urbano e extraurbano con prezzi ridotti dei biglietti di viaggio (meglio un incasso minore subito, ma un risparmio in spesa sanitaria maggiore tra qualche anno).
Morale, più concretezza e meno ideologia, ecco cosa debbono fare certi sindaci arancioni o viola o bardati dalle bandiere della Pace e portatori delle teorie muticulturali. 
Perchè di belle favole e poca realtà i cittadini non ne hanno bisogno e i polmoni sono sufficientemente pieni di polvere nera.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)