Italia culla del diritto; patria della Giustizia.
“La legge è uguale per tutti”, è l’effige che compare in ogni aula di qualunque tribunale del Paese.
Forse, perchè il nostro è un Paese in cui tutti i principi e i valori sopraccitati non posseggono l’assolutezza che vige in altre nazioni.
Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge (art 3 della Costituzione).
Principio nobile, principio supremo, principio conquistato dopo secoli di oscurantismo; espressione di lotte rivoluzionarie, di lotte per la libertà, consacrato da storici eventi lontani (Magna Carta inglese, principi sorti dalla Rivoluzione Francese, Dichiarazione d’indipendenza Americana, tanto per fare qualche esempio), altri più recenti (Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo).
Ma è evidente che tutto ciò nel nostro Paese è “carta straccia”, è pura teoria giuridica, è solo ideologia.
Sarò ripetitivo, sarò pedante, tuttavia quello che stiamo assistendo in queste ultime settimane da parte del Governo è quanto mai sconcertante e preoccupante per chi (come me) crede nella Giustizia, rispetta la Legge, crede nei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione, crede nei diritti fondamentali dell’uomo.
Potrà essere considerata una bazzecola la questione inerente la decisione della Corte Costituzionale in merito alla incostituzionalità della legge Salva Italia del 2011 che stabiliva il mancato pagamento dell’adeguamento delle pensioni al costo della vita, e sancisce il versamento degli arretrati non corrisposti in questi anni.
Si potrà pensare che in determinate condizioni socio-economiche, in determinati periodi storici, ai cittadini vengono limitati i lori diritti e le loro libertà (come durante la guerra), tuttavia quando viene emanata una sentenza che fa giurisprudenza tutti le Istituzioni (Governo compreso) debbono attenersi al dispositivo, anche in tempi di guerra.
Punto.
Principio basilare e fondamentale delle nazioni civili, democratiche, dove non vige un sistema dittatoriale, dove il potere appartiene al popolo.
Ecco, i punti fondamentali: il popolo, la Costituzione, la democrazia.
Da quasi 4 anni non si odono le urla, le grida dei difensori del popolo della Costituzione, dei diritti della “povero cittadino” vessato e annichilito dal potere esecutivo.
Non si vedono manifestazioni e cortei che bloccano i nostri centri cittadini per rivendicare il rispetto dei diritti, le mobilitazioni per “far cadere” il “tiranno” , l’affamatore del popolo.
Non si leggono “corsivi”, editoriali, articoli dell’intelligentia che si “strappano le vesti” e i capelli, i pochi rimasti , visto che la maggior parte  dei bulbi piliferi del cuoio capelluto sono stati strappati quando “regnava” il dittatore di Arcore vero flagello e origine di tutti i mali italici(?!).
Ora va tutto bene, tutto è lecito, la Costituzione è rispettata in toto, così ci dicono , così ci spiegano notabili personaggi famosi, così interpretano le sentenze, le giudicano, le commentano.
Ma non sostenevano che le sentenze si accettano senza se e senza ma? Che questo è il principio basilare di uno stato di diritto, di uno stato in cui la Giustizia funziona veramente?
E allora se i poveri pensionati percepiranno “l’obolo” di 500 euro che il nostro “Feudatario”  ci elargisce, pardon, ringrazino la generosità del nostro Governo, del nostro Presidente del Consiglio.
Generosità, elargizione conseguente e accettata dal “Feudatario imperiale”, l’Unione Europea, perchè più di quello non si può percepire, e chi se ne frega se sono diritti acquisiti; chi se ne frega se i contributi fiscali sono stati lautamente versati; chi se ne frega, se tra meno di due settimane ci sarà l’ ennesima tornata elettorale, e i voti e le conseguenti “cadreghe” da occupare sono importanti , più importanti di ogni altro diritto fondamentale; chi se ne frega se il Governo e l’intelligentia che supporta in toto il suo operato, non dice che la sentenza dell’ ‘Alta Corte sancisce, soprattutto, l’obbligo di parametrare gli assegni pensionistici all’andamento dell’inflazione per l’anno in corso e per gli anni successivi e che i costi da sostenere, graveranno pesantemente sul già traballante bilancio statale con tutte le conseguenze che verranno imposte dall’ UE.
No, nulla di nulla, non una parola, non una riga scritta, non un suono onomatopeico.
Il silenzio più “assordante”.
E’ ufficiale l’Italia non è più la culla del diritto e della Giustizia, o meglio non lo è da alcuni decenni.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)