Che il calcio fosse marcio fino al midollo lo sanno anche le pietre. Del resto è sufficiente ripercorrere la cronistoria degli ultimi 15 anni tra calciopoli, doping, scommesse, il tutto contornato da una bolla finanziaria prodotta dai petrodollari dei tycoons arabi, russi, andando a vantaggio solamente di una componente di tutto il carrozzone, i calciatori.
Calciatori mass-mediatici dove l’immagine e l’apparenza ha completamente obnubilato la tecnica e le doti calcistiche e cancellato anche solo un barlume minimo di senso di appartenenza e di rispetto nei confronti della maglia, della tifoseria, della storia.
Questa profonda putrefazione diffonde un tanfo ormai espanso in tutto il globo, paragonabile al buco dellì’ozono e all’ inquinamento antropico da idrocarburi.
Mancava il sigillo con cera lacca che accertasse tale stato, che accertasse il rigor mortis del calcio.
Il dispaccio ufficiale è giunto ieri con le parole del presidente del Coni, Malagò.
“Non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena, cioè non si può pensare di massimizzare i ricavi e nel contempo, cosa che può essere anche un desiderio dell’opinione pubblica, avere il calcio free.
Le partite “free” incidono sulle tasche dei signori che sono dei proprietari, sono dei privati che se guadagnano fanno profitti e se perdono ci devono rimettere di tasca propria». «Un’altra cosa – ha aggiunto – è che noi spesso guardiamo a dei modelli stranieri dove questo tipo di “spezzatino” delle partite, con tutte le dinamiche che ne conseguono sotto il profilo della visibilità, sono anni che la fanno da padrone. Ed è proprio quello che chiedono i soggetti televisivi al di là della piattaforma che viene utilizzata per rispondere alle richieste della Lega e delle società per massimizzare i ricavi. Per cui da una parte o dall’altra a qualcosa si deve rinunciare”.
Malagò presidente del Coni, sottolineo del Coni, Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Già comitato olimpico, olimpiadi , De Coubertin, il fondatore dei giochi olimpici moderni.
Olimpiadi sinonimo di sport sano, pulito, di fair play, di trasparenza, del l’importanza di partecipare e non vincere.
Con la dichiarazione di Malagò abbiamo appreso che quei valori ormai anacronistici, saranno presto eliminati dalle epigrafi presenti sui muri del Foro Italico.
Direi che sia d’uopo sostituirle, assieme con espressioni quali fair play, respect, con l’espressione che meglio definisce il circo calcistico: ” à la guerre comme à la guerre” !
Un’ ultima osservazione per il “moderno e cool” presidente del Coni: nei campionati stranieri lo spezzatino è meno indigesto rispetto a quello che ci propineranno Lega Calcio e Pay-tv, perchè le partite serali sono alquanto rare. Faccia un viaggio studio in Inghilterra e Germania così apprenderà quale sia il calendario delle gare e il “rispetto” nei confronti dei tifosi , vero core business dell’azienda pallonara.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)