Riguardando con estrema nostalgia le partite del mondiale 1982, anzi il Mundial 82 (la mascotte “Naranjito” il pallone “Tango”), comprendo ancor maggiormente perchè mi appassionai, come milioni di persone al Calcio, quello vero, non quello di oggi.

Giocatori che erano artisti del pallone, non polli d’allevamento gonfiati per mostrare i muscoli e null’altro.
Giocatori che possedevano uno “stile” e un rispetto per tifosi , ambiente e il calcio stesso.
Giocatori che non si contorcevano per terra dopo ogni minimo contatto, tanto che i sanitari in campo entravano a soccorrere i giocatori raramente.
Il gioco era veloce, piacevole, con sopraffina tecnica individuale.
Il recupero a fine partita non superava il minuto.
Finali vinte nei 90 minuti e non con sequele di rigori.
La var , per carità….
Procuratori, inesistenti.
Telecronisti poeti e romanzieri e non sarabanda cabarettistica.
Identità, identificazione, orgoglio, valori base dei calciatori e dei tifosi.
Entusiasmo a mille in campo e sugli spati senza lunch-room, sky-box, selfie, ecc.
Che fortuna aver vissuto dal vivo il vero Calcio.
Più ci penso, e più sono super convinto della scelta che ho intrapreso da qualche anno, quella di stare lontano dal nuovo entertainment pallonaro per non rovinarmi i piacevoli ricordi di una vita , di un ragione di vita, seguendo il Vero Calcio.
Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo.