Napoli, Milan e Inter sono certamente le tre squadre che hanno maggiormente impressionato sotto il profilo di rendimento nel primo terzo di campionato, suscitando interesse anche sotto il profilo della tattica, non solo sotto il profilo atletico e tecnico.

Per quanto riguarda la formazione azzurra, il modulo di partenza di mister Spalletti è il suo classico 4-2-3-1, uno schema che però può plasmarsi durante le fasi della partita, come spesso si è visto nella prima parte di stagione. Nella fase di possesso la copertura preventiva è affidata ai due centrali di difesa, che si occupano inoltre dello sviluppo della manovra, un compito lasciato maggiormente a Koulibaly, che appoggia al laterale basso che si propone in avanti per allargare le maglie della difesa avversaria, dialogando e sovrapponendosi con Insigne. I laterali bassi si posizionano sulla stessa linea dei centrocampisti con Mario Rui leggermente più avanzato. Le due catene sulle quali si sviluppa il gioco sono composte da Mario Rui, Ruiz e Insigne, l’altra da Di Lorenzo, Anguissa e Politano, in appoggio troviamo Elmas che, stazionando sulla trequarti, si unisce allo sviluppo del gioco dialogando con i due esterni che tendono ad accentrarsi in modo da liberare le corsie laterali. L’impostazione azzurra ha portato ad ottimi risultati sia in campo nazionale che europeo (per oltre tre mesi, prima del calo pagato tra fine novembre e inizio dicembre) e a una maggiore fiducia da parte di tifosi e appassionati. Non è un caso se il Napoli viene dato saldamente tra i favoriti per lo scudetto e molti scontri di vertice nel ricco panorama delle scommesse sui vari sport. C’è da scommettere che sarà così anche nel prosieguo della stagione.

Per quel che concerne l’Inter, Inzaghi resta fedele al suo 3-5-2, e da quello che stiamo vedendo nell’ultimo periodo sembra aver costruito un Inter granitica, conscia della sua forza e a rischio zero.
Si parte da Handanovic, che appoggia su uno dei tre centrali di difesa, che si allargano orizzontalmente in modo da poter permettere sia a Calhanoglu che Brozovic di immettersi nelle linee avversarie, la tattica del giro palla che viene adottata da Mr. Inzaghi ha il compito di superare la pressione avversaria, con uno dei due centrali (centrocampo) che si abbassa, oppure con palla lunga per Dzeko per superare le linee avversarie.
L’ex romanista ha già dimostrato di saper essere decisivo.
I due esterni di centrocampo sono solitamente alti, ma a seconda della pressione dell’avversario possono tornare in copertura fino alla linea dei centrali difensivi. La parte sinistra di attacco è lasciata a Perisic, a cui è affidato il compito di saltare l’uomo e arrivare al cross, nella parte destra ci sono più scambi e sovrapposizioni, troviamo Barella, Darmian e Skriniar, dove Barella è il centrocampista più avanzato, sia in fase di sviluppo che di costruzione, e oltre a sovrapporsi riesce a tagliare anche centralmente. La grande differenza rispetto al recente passato è il numero di calciatori che transitano tra centrocampo e difesa avversaria, aumentando di molto le possibilità di giocata in una zona importante del campo.

Infine il Milan guidato da Stefano Pioli. Come per Spalletti il modulo tattico di base è il 4-2-3-1, che alterna la costruzione partendo dal basso a quella diretta a seconda del pressing avversario, quando questo manca si costruisce l’azione con i 4 centrali di difesa e 1 centrocampista che si posiziona sulla linea dei difensori, quando il pressing avversario è molto intenso si ricorre al lancio verso la punta centrale, o verso il laterale di centrocampo quando il passaggio è ad opera del laterale basso, una volta superato l’ostacolo del primo pressing, il trequartista si abbassa nella zona dei centrocampisti, gli esterni restano larghi ed i laterali bassi possono sfruttare gli spazi che si creano dal movimento. Per quanto riguarda la finalizzazione, essa si produce dal gioco di squadra, tanto giro palla per richiamare “fuori” gli avversari e colpirli poi nella zona sguarnita, l’intensità del gioco è una delle caratteristiche più rilevanti delle ultime due stagioni rossonere.