Da anni, il sottoscritto, come migliaia di altri tifosi amanti del Vero Calcio, nostalgici della componente popolare e identitaria dell’ “ex-giuoco” più seguito sul Pianeta, abbiamo intrapreso la battaglia contro gli estremismi del nuovo entertainment pallonaro (il calcio moderno), che ha distrutto ogni retaggio storico, culturale, e sentimentale che era a fondamento della passione di milioni di tifosi europei.

Orari assurdi delle partite, pay-tv, ingaggi dei calciatori a cifre folli, procuratori esosi e cinici, biglietti stadio a cifre astronomiche, liste d’attesa per sottoscrivere gli abbonamenti stadio, mancanza di attaccamento alla maglia e al blasone di giocatori, allenatori, dirigenti, la fidelizzazione e mercificazione del tifoso trasformato in cliente, maglie che non rispettano nulla della storia dei vari club nel colore, nell’ aspetto, nella foggia.

La lista è lunga, molto lunga.
E non è tutto, perchè questo è solamente quanto è accaduto finora.

Nel prossimo, imminente futuro, non ci si dovrà stupire se le gare delle squadre saranno disputate non più nella città della sede storica, se le giornate dei vari campionati nazionali di massima serie saranno giocate a metà settimana per lasciare libero il weekend per le partite della Uefa Champions’league, se molte gare e le finali delle maggiori competizioni si terranno in esotici contesti extraeuropei della nuova frontiera del calcio-business.

Qual è il rimedio a tutto questo mercimonio esecutore materiale della morte del Vero Calcio?
I boicottaggio delle storture e degli estremismi che hanno ucciso la passione e la storia dei tifosi senza un minimo di rispetto per i sacrifici e l’affetto di una vita al seguito di una maglia, di una città, di uno stemma.

Per alcuni è una strategia inutile, quasi masochistica.
E’ così?
Non lo credo e non l’ho mai creduto.

Un esempio eclatante lo si è avuto in questi giorni, allorché l’AC Milan 1899 ha commercializzato una tuta di rappresentanza e la maglia pre-gara, per la stagione 2023/24, disegnata con un accostamento cromatico neroazzurro molto simile ai colori sociali della seconda squadra di Milan, l’Internazionale 1908.
Un eresia che il marketing, senza anima, ha prodotto senza alcuna remora.
La “rivolta” dei tifosi è stata immediata e furiosa (è stato emesso anche un duro comunicato della Curva Sud) con la richiesta del ritiro immediato del capo di abbigliamento.
Visto la mal parata, i responsabili del settore marketing hanno cancellato dal sito la tuta e la maglia pre-gara con i colori “irrispettosi e intollerabili”.
Una decisione forse temporanea e definitiva?
Non è dato a sapersi; fatto sta che il boicottaggio o la minaccia di boicottaggio, ha sortito, almeno per una volta, l’effetto di porre un limite alle storture e agli estremismi irriverenti del nuovo entertainment pallonaro.
E’ d’uopo, visto il risultato ottenuto (seppur minimo e forse, temporaneo, ma eclatante), fare appello a tutti i tifosi di vecchia data, ma non solo, di continuare a lottare per difendere la nostra passione dalla mercificazione, e boicottare ogni aspetto che devasta e distrugge il nostro amato Calcio, anche e soprattutto a disertare le partite con biglietti a prezzi stratosferici, in orari vampireschi, in luoghi esotici lontani da contesti di un secolo e più di storia.
Il presente e il futuro della nostra passione infinita è nelle nostre mani, o meglio, nelle nostre scelte.