I metodi e i risultati positivi anti-obesità ottenuti nella città emiliana verranno presentati durante la settimana dedicata a “alimentazione, salute e cultura del cibo”, a Parma, dal 4 all’11 ottobre.

Il problema di salute più importante del 21° secolo?: sovrappeso e obesità, secondo Hermann Toplak, dell’European Association for the Study of Obesity. Il fenomeno è di portata mondiale ma interessa soprattutto 10 Paesi che, nel complesso, detengono il primato di ospitare la metà degli obesi di tutta la Terra: USA (13%), Cina e India (15%), Russia, Brasile, Messico, Egitto, Germania, Pakistan e Indonesia. L’aumento del sovrappeso è vertiginoso e si cerca di arginarlo con iniziative e mezzi diversi, come in Usa dove Michelle Obama, consorte del Presidente, ha avviato una campagna sulla sana alimentazione e l’attività fisica rivolta ai bambini. Infatti l’obesità è collegata a una serie di disturbi a breve e lungo termine, tra cui difficoltà di movimento, scarsa autostima e aumento del rischio di malattie metaboliche (diabete mellito di tipo 2, dislipidemie, ipertensione arteriosa, ecc.), cardiovascolari e di alcuni tipi di cancro. Nemmeno l’Italia è esente dal problema e sta adottando strategie mirate. A Parma,  Obesity Week ( HYPERLINK “http://www.obesityweek.info” www.obesityweek.info), ovvero la VII Settimana per la Prevenzione dell’Obesità e per un corretto Stile di Vita, da sabato 4 ottobre a sabato 11, si occuperà non solo di tutti gli aspetti relativi all’aumento di peso nel mondo ma porterà in anteprima i risultati in controtendenza conseguiti nella città grazie alle misure antiobesità intraprese nei confronti dei più piccoli.

Il “Modello Parma” ha permesso una significativa riduzione tra il 2005 e il 2010 innanzitutto della prevalenza di bambini obesi (10% vs 6%) ma anche di quelli che saltavano la prima colazione, passati dal 22% all’8%, come riferisce il professor Leone Arsenio, medico nutrizionista e docente presso l’Università di Parma, organizzatore di Obesity Week con il dottor Federico Cioni (responsabile della Casa Editrice Scientifica Mattioli 1885 di Fidenza). «Il confronto dei dati dei bambini parmensi con quelli dei coetanei del resto d’Italia rileva che il 21.7% di loro è in sovrappeso e soltanto il 3.73% obeso, con valori migliori rispetto a quelli regionale (7.2%) e nazionale (10.6%). Analizzando e confrontando i risultati riscontrati nel progetto di educazione alimentare “Crescere in armonia. Educare al benessere”, condotto nelle scuole dell’obbligo comunali parmigiane, emerge che nel 2005 la prevalenza di sovrappeso e obesità nei bambini di 9 anni è stata del 18.7% e del 12.4%. Sempre nelle scuole di Parma, a partire dal 2002/3, è stato portato avanti un altro programma educativo Giocampus, che è un’alleanza educativa pubblico-privata tra il Comune di Parma, l’Università degli Studi di Parma, l’Ufficio Scolastico Regionale, il CONI Regionale Emilia Romagna, il CUS Parma e l’azienda Barilla».

Negli ultimi anni, nei comuni della Provincia sono stati realizzati altri progetti che hanno avuto esiti positivi. «Desidero sottolineare che  nel 2008 il sistema di sorveglianza regionale PASSI aveva classificato gli adulti parmensi ai primi posti (in III posizione, preceduta soltanto da Forlì-Cesena e Ferrara) nella graduatoria regionale per livello di eccesso ponderale», spiega il professor Arsenio, « Evidentemente l’impegno profuso nelle scuole ha dato dei tangibili risultati, facendo sperare bene anche per i futuri adulti. Ricordiamo che, rispetto ai coetanei normopeso, i bambini tra i 2 e i 5 anni in sovrappeso hanno cinque volte più probabilità di esserlo anche a 12».
Non a caso l’evento Obesity Week è stato ideato e si svolge a Parma, con un’intera settimana dedicata al cibo e allo stile di vita, coinvolgendo oltre al mondo sanitario, quello economico, sociale, culturale e religioso: l’appuntamento può quindi rappresentare una risposta importante, anche se certamente non sufficiente al problema obesità. «L’edizione 2014 dell’OW si propone, in vista di EXPO 2015, di far conoscere e valorizzare il “Modello Parma”, caratterizzato da un grande interesse educativo e sanitario rivolto al mosaico del “pianeta-cibo”», continua il nutrizionista, «Non va dimenticato che Parma è conosciuta nel mondo come la “food-valley”, frutto di un cammino secolare in campo agroalimentare, certamente un esempio di successo in termini di sostenibilità economica, ambientale, sociale ed etica. O.W. intende analizzarne le caratteristiche peculiari di forte radicamento territoriale, felice collocamento geografico, diversificazione funzionale, stretto legame con la cultura e la storia locale, capacità di innovazione tecnologica, eticità sociale e sostenibilità ambientale, ecc., con particolare attenzione ai temi propri della tutela della salute e del benessere in senso lato e senza sottovalutare criticità e rischi futuri soprattutto in termini di sostenibilità ambientale e tutela della biodiversità». Del resto l’impegno di Parma è di vecchia data anche nel settore sanitario: già nella seconda metà degli anni sessanta è stato istituito nella Clinica Medica il primo Centro Obesi ospedaliero, che è servito da modello per altre realtà. A Parma è stato per numerosi anni assegnato il titolo simbolico di città più “scudettata” d’Italia, soprattutto per la diffusa pratica sportiva amatoriale, in netto contrasto con l’inattività fisica, dilagante in altre parti d’Italia e del mondo e che, accanto agli errori alimentari, è un fattore importante nella genesi dell’obesità.

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