Otobong Nkanga è tra le più innovative artiste contemporanee internazionali. Le sue opere affrontano temi urgenti legati alla crisi ecologica nonché allo sfruttamento delle risorse naturali.

Indaga le storie e l’eredità del colonialismo con fine lirismo e celebra l’importanza dei materiali fisici, e della loro cura, persino nel nostro mondo digitalizzato. Ideata appositamente per le sale al terzo piano del  Museo Castello di Rivoli, la mostra di Otobong  Nkanga (Kano, 1974), rimarrà aperta al pubblico fino al 30 gennaio 2022, è concepita come un grande progetto site-specific.

La mostra, curata da Carolyn Christiv Bakargiev, Marcella Beccaria e Marianna Vecellio. L’artista sviluppa la mostra attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento  per abbracciare l’orizzontalità associata alla nozione di geografia. Sul pavimento alcune sculture in legno sono riempite di materiali naturali come lavanda, olio di rosa, camomilla, melissa, ibisco, e in qualche caso di suoni. Le sculture sembrano gioielli “preistorici” giganti collegati tra loro come una collana di perle, da spesse corde nere, realizzate a mano, di conseguenza irregolari, perfettamente imperfette.

L’artista sviluppa la mostra attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento per abbracciare l’orizzontalità associata alla nozione di geografia. Il viaggio è transito nonché collegamento tra punti distanti; mette in dialogo le diverse tradizioni culturali che si intrecciano nella biografia dell’artista, nata in Nigeria e cresciuta in Francia, è attualmente residente ad Anversa. Durante gli studi a Parigi, Nkanga è stata allieva dell’artista Giuseppe Penone (Garessio, 1947). Attenta ai materiali e alle loro trasformazioni, infatti, Nkanga esprime l’eredità dell’Arte povera a livello degli sviluppi Internazionali dell’arte contemporanea più attuali nel mondo.

La presenza  di oggetti, inclusi minerali e altri materiali organici, rimanda agli amuleti che in alcune tradizioni africane vengono regalati alla nascita di un bambino e alle erbe usate per le loro proprietà curative sin dall’antichità. Il tappeto, viceversa, si riannoda alla storica abilità delle tessiture fiamminghe europee.

La mostra, realizzata con il contributo della Regione Piemonte, è parte del progetto di collaborazione con il Centre d’art contemporain di Villa Arson di Nizza.

Orari: da martedi a domenica dalle ore 19.00 alle ore 18.00. Lunedi chiuso
Sede:
Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia – Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222

Giuseppe Lippoli