Scegliere i cibi giusti è importante, ma se parliamo di  il trattamento farmacologico è fondamentale. Dall’ International Hair Research Foundation i nuovi risultati sulla finasteride.

La nuova frontiera per la cura della pelle? L’alimentazione. Per avere cute sana e chiome fluenti, infatti, è importante scegliere i cibi giusti. A confermarlo è il dottor Fabio Rinaldi, presidente dell’IHRF – International Hair Research Foundation – e docente alla Sorbona di Parigi. Ma quali sono i 15 alleati naturali presenti sulle nostre tavole?

Cereali, pesce, carne e uova contengono Taurina (che rinforza il capello e stimola la pigmentazione), Ornitina (che prolunga la vita dei capelli e riequilibra il contenuto idrolipidico della cute) e Niacina (che dilata i vasi capillari, facilitando l’afflusso di sangue al cuoio capelluto).

Cavoli, broccoli, spinaci, pomodori, albicocche e agrumi sono ricchi di Flavonoidi (che stimolano la funzionalità della rete vascolare bulbare). Mentre frutti rossi, vino rosso e contengono i Polifenoli (che proteggono il follicolo).

E poi c’è l’immancabile olio extravergine di oliva, fonte di Acido Oleico, appartenente alla famiglia degli acidi grassi omega-9; e la frutta secca, ricchissima di Acido Linoleico che agisce come inibitore di un enzima strettamente correlato alla caduta dei capelli: l’alfa-5-reduttasi.

Se però la perdita dei capelli non è un fenomeno sporadico o stagionale e tende ad aggravarsi nonostante gli accorgimenti alimentari e le cure, può trattarsi di alopecia androgenetica. Questo problema, che affligge in particolare le donne durante la pubertà, dopo una gravidanza o in menopausa, si manifesta con un diradamento via via più grave, fino a rendere visibile il cuoio capelluto. L’alopecia androgenetica, insieme all’alopecia areata, al defluvium telogenico e all’alopecia cicatriziale, rappresenta uno dei casi più complessi della patologia tricologica, ed è oggetto di studio costante da parte del dottor Fabio Rinaldi e dei dermatologi dell’IHRF, che negli ultimi 4 anni hanno raccolto e analizzato, in tal senso, centinaia di casi clinici tricologici. Il punto di partenza, in questi casi, è la cura farmacologica. In particolare, per curare l’alopecia androgenetica, bisogna puntare su farmaci anti-androgeni che riducono o bloccano l’azione degli ormoni maschili sul follicolo. “La finasteride è l’unico farmaco registrato per la cura dell’alopecia androgenetica, sin dal 1990” – spiega il dottor Fabio Rinaldi. “Questo farmaco ha un’azione chimica ormonale per bloccare la conversione del testosterone in diidrotestosterone nel bulbo pilifero, meccanismo che è alla base della caduta dei capelli negli uomini e nelle donne”. Ma il dato sorprendente, secondo la ricerca presentata di recente dal dottor Rinaldi e dall’IHRF, è che contrariamente a quanto si pensa, il farmaco ed eventuali effetti collaterali, non sono in rapporto di causa-effetto. “Nel 2014 abbiamo iniziato uno studio retrospettivo su 215 soggetti maschi in buone condizioni di salute, che avevano sospeso l’uso della finasteride da almeno tre mesi e dopo almeno 1 anno di assunzione del farmaco” afferma il dottor Rinaldi. “Sono stati valutati sintomi specifici come: valutazione della libido, disordini dell’aeiaculazione, disturbi erettili, dolore ai testicoli, sintomi fisici, sintomi cognitivi e psicologici (depressione, ansia). Il 61,4% dei soggetti valutati riportava sintomi persistenti della sfera sessuale e non (in prevalenza diminuzione della libido, dolore ai testicoli, diminuzione della capacità di concentrazione e depressione) anche dopo 1 anno dalla sospensione del farmaco. Tutti i sintomi riportati sono poi stati valutati dagli specialisti di competenza per accertare l’esatta incidenza. Nel globale, dopo la valutazione specialistica solo il 38,7 % dei soggetti mostrava dei sintomi obiettivabili. Questo significa che in più del 22% (22,7%) dei soggetti che lamentava dei sintomi legati alla finasteride, non era possibile riconoscere un reale rapporto di causa effetto con il farmaco”.

Che sia dunque l’ansia per la patologia tricologica o la paura degli effetti negativi del farmaco ad amplificare il problema? Di sicuro, un adeguato regime alimentare è utile e a volte necessario per il benessere e la prevenzione di patologie della pelle e dei capelli. Importantissimo, dunque, è sfruttare i principi attivi contenuti in modo naturale in molti alimenti e seguire le regole della “cronodieta”, che prevede pasti a intervalli regolari. Infatti, gli orari in cui vengono consumati i diversi alimenti influenzano l’utilizzo, in termini di  fonte energetica, dei singoli nutrienti, con benefici effetti preventivi e curativi nei confronti di patologie legate alla pelle e ai capelli. Attenzione, perciò, a cosa e come si mangia. La salute passa dalla tavola.