Che Paese sia il nostro, lo si comprende anche da fatti che sembrano all’apparenza banali.
Oggi, lunedì 31 ottobre è la giornata che fa “parte del ponte ” di Ognissanti.
Una buona parte di lavoratori è in ferie usufruendo della festività di domani.
Nulla quaestio, sono “diritti fondamentali”, il sacrosanto diritto al riposo.
Un bene?
Giudicatelo voi.
E sì perchè queste giornate considerate inalienabili diritti, vengono usufruite anche da lavoratori che svolgono un servizio fondamentale per la collettività.
Due esempi chiarificatori.
I medici di base e le farmacie.
I medici di base ogni giorno dell’anno che precede una festività religiosa o laica non svolgono la loro professione e conseguentemente non sono reperibili, con buona pace delle esigenze dei pazienti che posseggono due opzioni in caso di necessità: opzione A, si rivolgeranno al servizio di Guardia Medica e attenderanno vanamente che il personale adibito a tale funzione si rechi al domicilio del malato a effettuare la visita richiesta. E’ immaginabile l’impossibilità di un solo medico (il dottore che svolge il servizio di guardia medica) far fronte alle numerose richieste che riceve in queste giornate.
Opzione B, andranno, inevitabilmente, ad intasare i pronti soccorsi dei vari nosocomi se non verrà effettuata la visita a domicilio “assaltando” i Pronti Soccorsi dei vari nosocomi anche per patologie non gravi o urgenti.
Da anni vi sono proposte legislative per migliorare la situazione riorganizzando le strutture dei medici di base.
Fin dal 2012 l’allora ministro Balduzzi propose aggregazioni di medici di base per garantire un’assistenza continuativa ai pazienti anche nelle giornate festive o prefestive, con la conseguente eliminazione del servizio di Guardia Medica.
Questa “minaccia” di abolizione tout court della guardia medica è stata ripresa da un disegno di legge del Governo Renzi lo scorso maggio.
E’ immaginabile e prevedibili quali saranno le conseguenze di tale scelta; in quale girone dantesco si trasformeranno i reparti di emergenza degli ospedali pubblici e convenzionati nelle ore notturne allorchè i nuovi centri saranno chiusi.
Come è solito accadere in Italia le regioni si sono mosse in ordine sparso.
La Regione Lombardia ha approvato nel mese di marzo l’ istituzione cosiddetta AFT (Aggregazioni funzionali territoriali) che segue il progetto nazionale, ma ad oggi, di questi ambulatori non vi è traccia.
E’ un percorso in salita perchè si è levata alta la protesta delle associazioni di categoria.
Già nel 2015 in Piemonte la FIMMG (Federazione italiani medici di medicina generale) espresse la sua contrarietà al progetto di questi “mini pronto soccorsi” e così anche in altre località nel corso di questi ultimi anni il fronte dei medici è stato compatto nel suo ostracismo.
Un ostracismo basato su “pericoli” di assistenza non consona per i pazienti, che si verrebbe a creare con le nuove aggregazioni. 

Sarà, per ora, durante le festività, i “ponti” e i prefestivi noi pazienti possiamo solo recarci ai pronto soccorsi e attendere pazientemente  (!!!) qualche ora nelle astanterie strapiene dei vari triage.

Il secondo esempio, sempre inerente alla sanità e ai servizi al cittadino sono le farmacie.
Visti i lauti introiti che questi esercizi incamerano durante il corso dell’anno, non hanno nessuna remora di chiudere durante “i ponti” con tanti saluti per le persone con difficoltà motorie che dovranno cercarsi un’altra farmacia perchè quella sotto casa è chiusa.
Così, solo due esempi, ma ve ne sono altri (biblioteche, uffici pubblici, servizi di assistenza tecnica, ecc. tanto per citarne alcuni) che ci permettono di comprendere cosa sia oggi l’Italia in questi anni di crisi, come si sia allargata la forbice tra coloro che non hanno un lavoro, chi ha un salario appena appena sufficiente per le necessità basilari, e per coloro che la “crisi” non l’hanno percepita, non la vivono, non la ricorderanno neppure quando finirà (se mai dovesse finire…………).
Domanda finale: le Istituzioni locali o nazionali preposte alla difesa della salute pubblica (in primis, ma anche tutti gli altri uffici pubblici)  cosa pensano di questi “privilegi” ?
Una risposta potrebbe essere quella che molti di questi rappresentanti istituzionali usufruiscono di assicurazioni private che gli garantiscono assistenza 24H ovunque, anche quando stanno “facendo il ponte” e che la rimanente parte dei cittadini non vada a disturbare questa usanza festaiola con le loro richieste di assistenza medico-sanitaria.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)