Dopo sette giorni dall’invasione dell’esercito russo in Ucraina, ecco comparire l’immancabile manifestazione di ostilità nei confronti dei Paesi occidentali in particolare nei confronti degli USA.

Ostilità contro il mai morto imperialismo ameriKano (americano rigorosamente con la K di sessantottina memoria).
Un’ acredine atavica dell’estrema sinistra, ma anche dei nostalgici estremisti di destra che non hanno mai dimenticato la sconfitta subita nel corso della seconda guerra mondiale.
Anche in questa tragedia umanitaria e sociale, i mass-mediologi, degli opposti estremisti e acerrimi nemici dei Paesi capitalisti occidentali, distribuire in maniera “equanime” la ripartizione del grado di colpevolezza per il conflitto e l’invasione in terra ucraina.
Al dittatore russo, Putin, vengono concesse “attenuanti” per la guerra scatenata e l’invasione di uno stato sovrano, condividendo, almeno in buona parte, le paure e i timori che lo avrebbero indotto a questo gesto esecrabile e terribile.
Putin temerebbe l’ingresso nella NATO da parte dell’Ucraina, e di conseguenza avere ai suoi confini una nazione “ostile” con i missili occidentali puntati verso Mosca.
Uno scenario surreale e antistorico, una scusa risibile, che cela malamente le vere mire espansionistiche del “nuovo zar”, voglioso di ricostituire e ridisegnare i vecchi confini della Grande Russia zarista e della dissolta Unione Sovietica.
E’ noto a tutti, che da decenni, altre nazioni confinanti con la Federazione Russa, ex propaggini della vecchia URSS, come Estonia, Lituania, Lettonia, fanno parte dell’Alleanza Atlantica, dalla caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione del Patto di Varsavia avvenuto nell’ultimo decennio del secolo scorso.
Inconcepibile, ingiustificabile, il comportamento di Putin che scatena un conflitto bellico nel mezzo della regione europea con migliaia di morti e un pericolo di terza guerra mondiale?
Per gli oppositori storici dell’ opulente occidente e delle democrazie occidentali, solo in parte.
Per avere pace in terra europea e porre fine al conflitto, l’Ucraina deve rimanere “neutrale” e deve essere sciolta la NATO, in quanto istituzione militare senza più logica dopo la fine della guerra fredda e della cortina di ferro. 
Il refrain che viene ripetuto a difesa delle loro tesi è di un’ ipotetica situazione analoga con Paesi alleati di Mosca, confinanti degli “imperialisti statunitensi. 
Viene portato come esempio il Messico, o quanto accadde nel lontano 1962, a Cuba, con l’invio di missili nucleari da parte di Krusciov sull’isola caraibica e la risposta del Presidente Kennedy di guerra nucleare se fossero sbarcati le testate atomiche sulle spiagge del paese guidato dalla dittatura comunista dei “Barbudos” di Fidel Castro. 
Giuste, condivisibili, logiche queste argomentazioni che vengono manifestate ?
Decisamente bizzarre, non corrispondenti alla verità storica e alla cronaca attuale.
I Paesi ex URSS entrarono nella NATO, anche e soprattutto nella UE, come le Nazioni baltiche o la Repubblica Ceca, la Polonia, l’Ungheria, ecc., che espressero, per anni, la loro volontà di essere parte integrante di queste organizzazioni e Istituzioni trasnazionali proprio per affrancarsi dal pericolo di una recrudescenza del dominio russo e per paura di rivivere gli anni bui dell’egemonia comunista.
In loro albergava e alberga sempre l’atavica rimembranza delle lotte di libertà e dei moto di ribellione e di democrazia che sistematicamente venivano soffocate nel sangue, con i carri armati e gli eserciti di occupazione (vi ricorda qualche cosa di quello che sta accadendo a Kiev e dintorni?). 
Per rinfrescare le memorie di certi nostalgici, si può ricordare i moti ungheresi del 56 e la primavera di Praga del 69.
Si potrà obiettare che gli USA hanno, nel corso del secolo scorso, sovvertito Governi e autorità di Nazioni estere di stampo comunista rendendosi responsabili di efferati colpi di stato e uccisioni di massa, come nel 1973 in Cile con il presidente democraticamente eletto, S.Allende, destituito con la forza e sostituito dai militari guidati dal dittatore Pinochet; lo scandalo Iran Contras che vide coinvolta la presidenza americana nel tentativo di defenestrazione del partito sandinista, di stampo comunista, compagine di Governo in Nicaragua; l’appoggio alla Giunta rivoluzionaria in Salvador; la guerra in Vietnam. E tante altre “sporche” vicende sullo scacchiere internazionale.

In sintesi USA e ex URSS, oggi Russia, e il pericolo Cina sono le due facce della stessa medaglia ? 

Hanno il medesimo peso sulla bilancia dell’egemonia e della tirannide della storia del Novecento ?
Non direi.
Vi è un elemento discriminante e determinante nel valutare il passato, il presente e il futuro.
La democrazia.
Gli USA , i Paesi occidentali sono l’espressione della democrazia e della libertà del popolo elettore.
La Russia, ex URSS, la Cina sono l’espressione di autocrazie, di dittatura partitica e ideologica.
E’ notorio che le nefandezze perpetrate, per “ragion di stato” dai Governanti dei Paesi democratici,  vengono condannate dalla libera scelta del popolo elettore con una “valanga” di schede elettorali o con inchieste della libera stampa (emblematico il caso Watergate, portato alla ribalta dal giornale Washington Post, che portò alle dimissioni del presidente americano, Nixon).
Nei contesti dove vige la più tetra tirannide, la sostituzione del capo del Governo/Stato non è mai stabilita da libere espressioni di popolo se non a seguito di sanguinarie rivoluzioni dopo decenni o secoli di lotte e battaglie con centinaia di migliaia di morti (in Cina nemmeno queste rivoluzioni hanno portato alla libertà del popolo, piazza Tienamen ne è l’esempio).
Come sosteneva Churchill, la democrazia è la peggiore forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre forme che si sono sperimentate finora. 
Tuttavia è importante ricordare il monito del grande statista inglese, allorché ammoniva e rimbrottava i suoi colleghi del Gabinetto di guerra, durante il secondo conflitto mondiale, allorché chiedevano un accordo di pace con Hitler per evitare l’imminente invasione del Regno Unito.
“Quando impareremo la lezione, quanti dittatori dovranno essere vezzeggiati, rabboniti, e di quanti privilegi dovranno godere prima che avremo imparato che non si può ragionare con una tigre quando la tua testa è nella sua bocca”. 
La storia insegna, ma taluni ideologie sono talmente obnubilanti che non permettono di apprendere i dettami che i nostri avi ci hanno trasmesso.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)