E’ appena iniziato il nuovo anno scolastico, e per affrontare con energia il rientro dalla lunga pausa estiva, meglio farsi trovare preparati. Due consigli  utili per un buon rendimento scolastico: fare attività fisica e seguire una dieta variata ed equilibrata. Il cibo che si mangia, infatti, può avere un grande impatto sul nostro cervello, e su come lo usiamo.

 

Il cervello è, infatti, un organo affamato di energia. Nonostante sia solo il 2% del peso corporeo, divora oltre il 20% delle energie che assumiamo quotidianamente. Con richieste così elevate, i cibi che consumiamo e i nutrienti in essi contenuti influenzano molto la struttura e la funzione cerebrale.
Ci sono alcuni alimenti che più di altri sono utili quando si studia, perché in grado di ottimizzare le funzioni cognitive. Fra questi spicca senza dubbio il ferro, la cui carenza è collegata allo sviluppo di anemie con effetti negativi anche sulle performance intellettuali.
Quella del ferro è considerata come la carenza nutrizionale più comune nel mondo e la causa maggiore dell’anemia, molto comune nei bambini più piccoli, anche nei Paesi industrializzati. C’è dunque una grande attenzione e preoccupazione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle conseguenze negative dell’anemia da carenza di ferro e sullo sviluppo cognitivo e fisico dei bambini .
Generalmente, un bambino di età compresa tra i 4 e i 10 anni necessita di 11-13 milligrammi di ferro al giorno; una volta raggiunta l’età dell’adolescenza il fabbisogno aumenta molto e in particolare per  le ragazze dagli 11 ai 17 anni sale fino a 18 milligrammi di ferro ogni giorno. Mantenere stabile la presenza di ferro nell’organismo è ancora più importante quando si riprende la scuola e si è chiamati ad affrontare mesi di lezioni, verifiche e compiti a casa. E avere una mente lucida e attiva diviene fondamentale per i ragazzi che devono mantenere un alto livello di concentrazione per più ore al giorno.
Il modo migliore per apportare questi nutrienti nell’organismo è un’alimentazione completa, che in quanto tale preveda un corretto apporto di proteine animali. Nei bambini e nei ragazzi, in particolare, il consumo di proteine animali può contribuire positivamente su funzioni del cervello quali l’apprendimento e la memoria, fino alle capacità cognitive, comportamentali e motorie.
La maggior parte degli studi in cui si è indagato sull’associazione tra nutrizione e sviluppo cognitivo si sono concentrati su singoli micronutrienti ritenuti essenziali per il corretto sviluppo del cervello: sono la vitamina B12, l’acido folico, lo zinco, il ferro, lo iodio e gli acidi grassi omega-3, tutti nutrienti forniti in modo privilegiato dagli alimenti di origine animale, in particolare dalla carne.
Ma attenzione, se ci sono nutrienti che fanno bene al cervello ce ne sono altri deleteri per la funzione dei neuroni: una dieta ricca in grassi e zuccheri o in calorie, infatti, può danneggiare attraverso iradicali liberi le strutture cerebrali come le sinapsi e ridurre le funzioni cerebrali. Un ragazzo sovrappeso o obeso ha infatti un rischio maggiore di deficit della memoria, mentre il peso dei bambini è associato in diversi studi ad esempio con le loro prestazioni in matematica.
“Nessun singolo alimento è in grado di fornire tutti i nutrienti essenziali all’organismo o al nostro cervello, ma se oltre a fare esercizio fisico si mangia una grande varietà di alimenti si possono ottenere quantità adeguate di nutrienti essenziali come proteine, vitamine e minerali, carboidrati e fibra alimentare, tutti importanti per la salute fisica e mentale”, spiega Elisabetta Bernardi, biologa nutrizionista dell’Università di Bari nell’offrire alcuni consigli per la dieta più indicata per alunni e studenti: “Gli alimenti di origine animale, più di altri, possono essere utili quando si studia, perché in grado diottimizzare le funzioni cognitive. All’interno di una dieta variata ed equilibrata non può quindi mancare la carne, da cui traiamo tutti i micronutrienti essenziali per lo sviluppo cognitivo e le funzioni della memoria.”